venerdì 31 dicembre 2010

Mugiwara Awards 2010

E via, ecco a voi i Mugiwara Awards del 2010.
Quest'anno ho deciso di abbandonare il classico sistema di assegnazione dei premi e di parlare semplicemente delle robe migliori che si sono viste negli ultimi dodici mesi.
Vuoi perchè ci sono veramente troppe cose da dire e vuoi perchè scegliere veri e propri vincitori in alcuni casi mi risulta difficile.
Naturalmente dove possibile linkerò le recensioni, non mi và di scrivere due volte le stesse cose.
E allora partiamo, con il benestare del buon vecchio Josè!


IL MEGLIO DEL CINEMA: i film del 2010 che proprio non potete perdervi.

Inception
: filmone devastante ed ennesimo capolavoro di Nolan [recensione]

Toy Story 3: ennesimo sfoggio di cazzodurismo da parte di Pixar [recensione]

Scott Pilgrim VS. The World: pellicola più win di sempre [recensione]

The Social Network: ottimo film di David Fincher sulla storia della nascita di Facebook. Sceneggiatura ottima e dialoghi spettacolari. Da vedere, merita estremamente più di quanto si potrebbe pensare.

The A-Team: baraccone imperdibile #1

The Expendables: baraccone imperdibile #2. Magari non così totale come ci si aspettava, ma ugualmente consigliato [recensione]

La prima cosa bella: il film di Virzì è una storia toccante che dimostra che il cinema italiano può ancora offrire delle perle.

Anno cinematografico ricco il 2010.
A parte i film citati segnalo anche gli ottimi Agorà, Tra le Nuvole, La Nostra Vita e The Road.
Sorpresone per la prima parte del settimo capitolo di Harry Potter e delusione totale per quanto riguarda Alice in Wonderland di Tim Burton.


IL MEGLIO DEI VIDEOGIOCHI: se non li giocate siete delle persone brutte.

Bayonetta
: sicuramente il miglior action game degli ultimi anni. Un gioco sopra le righe in ogni suo aspetto, con una protagonista che buca letteralmente lo schermo. Capolavoro hardcore e uno di quei titoli che ti fanno capire perchè i videogiochi sono una cosa bellissimissimissima! [recensione]

Super Mario Galaxy 2: altro titolo che ti fa comprendere la bellezza dei videogiochi. Mario Galaxy 2, additato da molti come un semplice more of the same del primo Galaxy, è in realtà un platform 3D praticamente perfetto in ogni suo aspetto. Probabilmente il mio gioco dell'anno [recensione]

Donkey Kong Country Returns: se Mario Galaxy 2 è il meglio dei platform 3D, questo revival di Donkey Kong Country ad opera di Retro Studios rappresenta lo stato dell'arte dei giochi di piattaforme bidimensionali. Un gioco difficilissimo e bastardissimo che vi farà letteralmente godere grazie al suo level design sopraffino. Stupendo.

Red Dead Redemption: free roaming in salsa western. [recensione]

Heavy Rain: sticazzi se è un film interattivo, a me l'esperimento di David Cage è piaciuto. L'unica rottura di cazzo è che avendo cambiato la PS3 ho perso tutti i salvataggi, ma vabbè, pace. [recensione]

Mass Effect 2: secondo capitolo dell'epopea fantascientifica targata Bioware. Grandissimo seguito e acquolina in bocca per il terzo episodio. [recensione]

Alan Wake: il titolo Remedy non mi convinse tantissimo appena lo terminai, ma nonostante tutto, col passare del tempo, ne ho mantenuto un ottimo ricordo. Un gioco che, malgrado i suoi limiti, vale assolutamente la pena giocare. La colonna sonora poi è GRANDIOSA. [recensione]

Di videogiochi meritevoli ce ne sarebbero un bordello. Da Just Cause 2 a Pac-Man CE DX, da Sin & Punishment Successors of the Skies ad After Burner Climax, passando per roba come Limbo o Dead Nation.
Ma non è che posso includere nella lista proprio tutto tutto tutto, capitemi!
Tra l'altro devo ancora iniziare God of War: Ghost of Sparta e recuperare roba notevole come Super Meat Boy.


IL MEGLIO DELLE SERIE TV:

Smallville: bazinga!

LOST - sesta stagione: commovente.

The Big Bang Theory: il 2010 è l'anno in cui ho iniziato a seguire questa sitcom spettacolosa. Guardatela tutti perchè è una delle cose più divertenti che io abbia mai visto!

Stargate Universe: ho iniziato a vedere questa serie un po' per colmare il vuoto lasciato dal finale di LOST e un po' perchè avevo voglia di fantascienza. Nulla di eclatante, ma nel complesso gradevole. E Rush, il personaggio interpretato da Robert Carlyle, spacca tantissimo. Sfiga ha voluto che la serie sia stata cancellata e quindi la seconda stagione (arrivata per il momento a metà) sarà l'ultima. Peccato perchè a mio avviso c'era del potenziale.

The Pacific: erede spirituale di Band of Brothers. Forse meno bello della serie che lo ha preceduto, ma merita ugualmente una visione approfondita. Molto interessante.

The Walking Dead: ottima serie tv sugli zombi tratta da un fumetto. La prima stagione dura solo sei episodi, a mio avviso troppo pochi per dare un giudizio come si deve.
La serie parte benissimo e si perde un po' via nella quinta e nella sesta puntata (senza contare che il season finale, NON E' un season finale), ma le basi per qualcosa di interessante ci sono.
Speriamo in una seconda stagione convincente. La buona notizia è che le puntate saranno dodici, quella cattiva è che dovremo aspettare fino alla fine del 2011.

Bè, ok, diciamo che queste, più che "le migliori in senso assoluto", sono semplicemente le serie tv che ho visto quest'anno e che mi hanno convinto.
Perchè insomma, se sulla qualità di LOST nutro ben pochi dubbi, non sono certo che roba come Stargate Universe sia una delle migliori serie televisive dell'anno.
Ma d'altronde avere il tempo di vedere tutte le serie tv esistenti è una roba un po' impossibile.

mercoledì 22 dicembre 2010

Star Wars: The Force Unleashed II

I Jedi della vecchia trilogia erano dei saggi dediti alla meditazione e alla ricerca della pace interiore. Dei veri e propri guardiani della pace che, quando potevano, evitavano di ricorrere alla violenza. Usavano la Forza per saggezza e difesa, mai per attaccare!

Nella nuova trilogia i Jedi non solo avevano i microrganismi nel sangue e dovevano fare voto di castità tipo i preti, ma erano anche dei cazzo di ninja acrobati in grado di esibirsi in salti mortali e in coreografici duelli di spade laser, tanto da far sembrare ingessatissimi e letargici tutti i duelli della vecchia trilogia.

In Force Unleashed i Jedi sono diventati dei super eroi marvel saggi come Cassano che fanno la faccia incazzata sulle copertine dei videogiochi, abbattono navi spaziali a mani nude e utilizzano la Forza per fare più casino possibile.
Che detta così parrebbe una figata, ma il fatto è che, dopo aver visto il clone di Starkiller, tutti i Jedi che abbiamo potuto ammirare al cinema sembrano delle pippe pazzesche. E la cosa lascia noi fan un attimino interdetti.

Ma parliamo di questo sequel che, ahimè, non è così bello come ci si aspettava.
Diciamolo subito, graficamente è curato ed è pure abbastanza divertente da giocare.
Il suo problema è che è corto.
E per corto intendo breve oltre i limiti dell'accettabile, nel senso che proprio non dura un cazzo.

Chi mi conosce sa bene che non sono un grosso amante dei giochi eccessivamente lunghi.
Vuoi per una questione di gusti personali, vuoi per la quantità di tempo libero che ho a disposizione.
Meglio un gioco divertente che dura otto ore piuttosto che un mattone interminabile che ne dura ottanta.
Il problema è che Force Unleashed II è breve anche per gli standard dei giochi corti.
Giusto una manciata di livelli che si finiscono giocando un paio di sere.
Poco, troppo poco, considerando anche che il gioco non solo non dispone di una modalità multiplayer, ma non invoglia nemmeno così tanto a fare più tornate di gioco.
Mirror's Edge, per citarne uno, era cortissimo, ma era anche un gioco dotato di un'alta rigiocabilità grazie a tutto il discorso dei time trial.
Force Unleashed II, se escludiamo un finale alternativo che si può ottenere semplicemente giocando l'ultimo livello, non ha nulla che invogli a ricominciare l'avventura dall'inizio.

Il problema grosso è che questa scarsa longevità si riflette anche su altri aspetti del gioco.
I pianeti che visiteremo infatti saranno soltanto due, tre se contiamo una brevissima capatina a Dagobah.
La carenza di location si fa sentire e l'impressione è che Force Unleashed II sia una specie di grosso DLC del primo Force Unleashed.

Un'occasione mancata insomma.
Peccato perchè se la longevità fosse stata un po' più elevata il mio giudizio avrebbe potuto essere diverso.
Così invece ci troviamo di fronte a un titolo dimenticabile che sembra quasi lasciato a metà, colpa anche di un finale talmente aperto che quello di The Empire Strikes Back in confronto sembrava autoconclusivo.
Sarà per la prossima volta quindi, sperando che The Force Unleashed III non faccia la fine del terzo episodio di KotOR.

martedì 14 dicembre 2010

TRON Legacy: attesa spasmodica



Che poi in realtà le prime recensioni non sono molto incoraggianti.
Ma, detto francamente, non me ne frega un cazzo.

lunedì 6 dicembre 2010

Gran Turismo 5: impressioni a caldo

Premessa: questa non è una recensione, ho giocato troppo poco a GT5 per poterne parlare con cognizione di causa.
Voglio comunque dire un po' di cose, dato che sarete tutti curiosi di sapere cosa ne penso di uno dei giochi più rimandati della storia.

Sensazioni contrastanti.
Gran Turismo 5, più che un racing game, è pornografia automobilistica.
L'impressione non è quella di accostarsi a un videogioco, ma a un prodotto sviluppato e pensato per chi vive a pane e automobili.
Per un appassionato di automobilismo e di simulatori di guida Gran Turismo 5 è probabilmente il gioco totale-globale-spaziale, un titolo che trasuda letteralmente amore per i motori: tantissime opzioni di personalizzazione, decine di piste diverse, centinaia di auto e via dicendo.
Per il sottoscritto le cose sono un attimino diverse.
Il titolo Polyphony è chiaramente un gioco che risente di tutti gli anni di sviluppo che si porta sulle spalle.
Da una parte ci troviamo di fronte a un prodotto enorme e curato, d'altro canto è impossibile non notare numerose sbavature e difetti che, a fine 2010, risultano quasi anacronistici (il sistema di collisioni è imbarazzante).
Gran Turismo 5 alterna cose curatissime ad altre che fanno capire che il titolo in questione era in cantiere da quando chi scrive traduceva ancora le versioni di greco.

Fortunatamente il modello di guida è sempre ottimo.
Guidare in Gran Turismo è divertente, non c'è un cazzo da fare.
Anche qui però c'è qualcosa che stona se si gioca con un normale Dual Shock 3.
L'impressione è che Gran Turismo 5 sia un titolo concepito per essere goduto appieno solo con un volante e che con un pad perda tantissimo.
E io francamente non muoio dalla voglia di comprarmi un volante apposta per Gran Turismo.
Prima di tutto perchè non sono un così grande amante di simulatori di guida, in secondo luogo perchè i racing game li gioco più spesso su XBOX 360.

Non fraintendete, Gran Turismo 5 è comunque un bel gioco.
Il problema è che viene inevitabilmente schiacciato dall'hype che si porta dietro da anni.
Anni che si sentono e gli impediscono di impressionare come magari avrebbe fatto se fosse uscito prima.

Il filmato introduttivo comunque è uno dei più belli che mi sia capitato di vedere da qualche anno a questa parte.

Chiudiamo con un po' di console-war, che non fa mai male.
Gran Turismo 5 non riesce ad aprire in due come una mela Forza Motorsport 3.
Probabilmente però Forza Motorsport 4 aprirà in due Gran Turismo 5.
Tanto chissenefrega, lo sappiamo tutti che ormai la console-war l'ha vinta Nintendo grazie a Mario Kart Wii.

venerdì 3 dicembre 2010

Assassin's Creed Brotherhood

Assassin's Creed II era stato a mio avviso un notevole passo avanti rispetto al primo episodio.
Le città italiane riprodotte nel gioco erano stupende e il gameplay introduceva interessanti novità che scongiuravano gran parte della ripetitività del prequel.
Certo, c'era qualche magagna: le prime ore dell'avventura erano un lunghissimo tutorial e in certi frangenti Assassin's Creed II peccava addirittura di "sovrabbondanza" di contenuti ludici (troppe cose da fare, alcune di esse totalmente inutili).
Ma alla fine non importava: girare per Firenze o Venezia era talmente bello e immersivo che non ci si faceva caso.
Anche la storia a mio avviso sapeva essere intrigante, pur con tutte le sue tamarrate degne di un Dan Brown che incontra Roland Emmerich.

Assassin's Creed Brotherhood, a detta di Ubisoft, non è il vero seguito di Assassin's Creed II, rappresenta più che altro uno spin-off (tra questo e New Vegas il 2010 è stato l'anno degli spin-off).
In teoria dunque, Brotherhood non è Assassin's Creed III.
Dico in teoria perchè stiamo comunque parlando di un gioco che continua in maniera diretta la vicenda del prequel e che non sembra un capitolo "filler", ma si rivela anzi un tassello fondamentale per l'epopea fantascientifica targata Ubisoft. Quindi beh, in un certo sarebbe da considerarsi un terzo episodio a tutti gli effetti.

Probabilmente Ubisoft non ha voluto chiamare questo gioco Assassin's Creed III proprio per giustificare le scarse novità introdotte rispetto al secondo capitolo.
Il periodo storico è il medesimo, il protagonista è sempre Ezio Auditore, graficamente non è cambiato molto e parecchie cose nuove sono chiaramente idee che non furono introdotte nel prequel per mancanza di tempo o per altri motivi.
Brotherhood è infatti molto più corto e decisamente meno vasto rispetto ad Assassin's Creed II.
Chiariamo, ci sono ancora moltissime cose da fare, ma l'impressione è di essere alle prese con un titolo più compatto e meno dispersivo.
Per fare un paragone, se il secondo episodio era San Andreas, questo è Vice City.
Qui infatti non vi sono più diverse città esplorabili, poichè tutto il gioco è ambientato in quella Roma che nel prequel riuscimmo a vedere solo di sfuggita nel finale.
Roma è stata realizzata splendidamente ed è probabilmente la città migliore che si sia vista in un Assassin's Creed.
Nel gioco potremo comunque fare delle scorrazzate anche al di fuori della capitale, ma si tratta solo di missioni secondarie che non ci daranno la possibilità di esplorare tutto come vogliamo.

Il grosso dell'avventura di Ezio Auditore si svolge dunque nella città eterna e tutto funziona grossomodo come in Assassin's Creed II, con alcune interessanti novità.
La parte gestionale, che nel secondo capitolo era relegata a Monteriggioni, è stata sviluppata ed ampliata a tutta la città di Roma.
E' inoltre possibile reclutare degli adepti assassini che potranno essere inviati in missioni secondarie (in modo simile a quanto avveniva in Metal Gear Solid: Peace Walker) o essere chiamati in aiuto del giocatore tramite la semplice pressione di un tasto.
In questo modo potranno affiancarci nei combattimenti o uccidere dei nemici durante le fasi stealth, mentre noi ce ne stiamo tranquillamente nascosti.
Altra novità figa è che ogni missione propone un obiettivo secondario che, se raggiunto, ci consentirà di portare il tasso di sincronia (vale a dire la percentuale di completamento) al 100%. Tali obiettivi potranno essere tra i più disparati (non farti sgamare, non uccidere nessuno ecc) e contribuiranno non poco a rendere più interessante un gameplay che alla lunga rischierebbe di venire a noia.

Per il resto sono presenti tutte le cose che avevano reso bello il secondo capitolo, insieme a un macello di missioni secondarie.
In particolare segnalo le Tane di Romolo, che hanno preso il posto delle Tombe degli Assassini, e le missioni di Leonardo, che mischiano ottime fasi stealth ad altre fasi più casinare in cui saremo chiamati a combattere a bordo di rudimentali veicoli bellici.
Vi sono poi le solite bandiere da raccogliere, le torri dei Borgia da distruggere e pure alcune sessioni di addestramento virtuale.
Sono tornati anche i cervellotici enigmi legati al Soggetto 16.
Tantissima carne al fuoco insomma, che sicuramente sarà apprezzata da chi ha amato il secondo episodio.

Altra grossa introduzione riguarda la modalità multiplayer, ma personalmente non l'ho ancora provata, anche perchè come idea mi attirava ben poco.
Tuttavia ne ho sentito parlare sorprendentemente bene, quindi magari le darò un'occasione nei prossimi giorni.

Brotherhood resta dunque un titolo che consiglio a coloro che hanno apprezzato la formula di gioco del prequel e non ne hanno ancora le palle piene di assassini, templari, animus e frutti dell'Eden.
Ritengo comunque che, nonostante venga considerato uno spin-off, sia un titolo indispensabile per chiunque voglia seguire la storia della saga senza perdersi passaggi importanti.
Ora però basta con le città italiane, esigo un terzo episodio ambientato a Parigi in piena rivoluzione francese!

domenica 28 novembre 2010

sabato 27 novembre 2010

Harry Potter e i doni della morte - Parte I

Decisamente meno merdoso di quanto credessi.
Se L'Ordine della Fenice si rivelò tutto sommato guardabile, Il Principe Mezzosangue era talmente brutto che faceva perdere ogni speranza di vedere una conclusione decente per la saga cinematografica di Harry Potter.
Non serve che io citi porcate come l'assenza dei flashback su Tom Riddle, l'inesistente battaglia finale, la mancanza del funerale di Silente, la distruzione della Tana e la quantità enorme di cose che nella pellicola venivano spiegate male. Chiunque abbia letto il libro (che per la cronaca è forse il migliore della saga) si ricorderà di quanto il sesto film facesse cagare.

Fortunatamente con I Doni della Morte le cose vanno decisamente meglio, stavolta il regista ha saputo gestire il baraccone con maggiore abilità.
Prima di tutto bisogna dire che l'idea di dividere il libro in due film è stata ottima.
Con il senno di poi avrebbero dovuto attuare una scelta simile anche per i due libri precedenti.
Perchè diciamocelo, Yates gli adattamenti non li sa fare e infilare TUTTO un libro di Harry Potter in un film di due ore e mezza è praticamente impossibile.
Il risultato lo abbiamo visto con Il Principe Mezzosangue: un sacco di tagli, oltre a tantissima roba spiegata alla cazzo e totalmente incomprensibile da chi non avesse letto il libro.
Dividendo il tutto in due episodi Yates ha avuto la possibilità di tagliare meno cose e di spiegarne meglio altre, ergo I Doni della Morte ne ha guadagnato parecchio in qualità e comprensibilità.
Certo, anche qui rimangono buchi, parti del libro completamente segate o fatti che accadono in maniera leggermente diversa, ma tutto sommato siamo nei limiti dell'accettabile.

La cosa sorprendente è che stavolta Yates riesce a tirar fuori dal cilindro qualche idea carina.
Per dire, la parte del libro in cui Harry, Ron e Hermione vanno in giro per l'Inghilterra in fuga dai mangiamorte mi preoccupava non poco, temevo che in un film potesse risultare parecchio pallosa.
E in effetti in un certo senso lo è, visto che è lentissima e priva di eventi di particolare rilievo.
Tuttavia Yates è riuscito a raccontarla in maniera veramente suggestiva, trasformandola in una specie di road movie dal sapore post-apocalittico.
I protagonisti viaggiano soli e abbandonati in mezzo a paesaggi desolati. Hanno la consapevolezza di stare combattendo contro un nemico oscuro e al di là delle loro possibilità.
La sensazione che sia inutile tentare di resistere è trangibile.
L'atmosfera è sconfortante e priva di speranza, mentre la radio che i tre ragazzi si portano dietro porta poche e confuse notizie dal loro mondo che precipita inesorabilmente verso il baratro.
Bello, francamente da Yates una cosa del genere non me la sarei mai aspettata.
In alcuni momenti questo settimo film di Harry Potter mi ha ricordato più pellicole come The Road o La Guerra dei Mondi di Spielberg piuttosto che i due precedenti episodi.
Il che è un bene.
Perfino la caratterizzazione dei personaggi ne guadagna, sebbene le capacità recitative degli attori principali siano poca roba (Radcliffe poi è il peggiore del trio).
Non mancano purtroppo un paio di scene tranquillamente evitabili, in pieno stile Yates dei vecchi tempi, introdotte solo per allungare il brodo e strappare una risata alla fauna di rincoglioniti ruminatori di pop-corn che và al cinema solo per vedere troiate come Transformers 2.
Ma è poca roba e grazie a dio le porcate sono controbilanciate da svariate scene ottime.

Adrenalinici ed entusiasmanti i combattimenti magici, diventati ormai delle sparatorie degne di un action movie coi controcoglioni.
In generale questo settimo film, esattamente come faceva il libro, abbandona ogni rimasuglio di prodotto per bambini e non ha paura di mostrare roba decisamente violenta.
I combattimenti si risolvono spesso con un morto o gente ferita gravemente, si vede parecchio sangue (la scena in cui Ron si "spacca" non mi aspettavo di vederla anche nel film), un paio di torture e cattivi veramente stronzi e inquietanti (figata l'incontro con i ghermidori e relativo inseguimento).

Stupendo il corto animato che racconta la storia dei Tre Fratelli, altro guizzo di genialità che da Yates non mi sarei aspettato.
Non è esattamente paragonabile a una roba figa come la storia di O-Ren Ishii in Kill Bill Vol. I, ma comunque spacca, merito anche di uno stile vagamente Burtoniano.

In definitiva direi che stavolta Yates ha fatto un buon lavoro.
Certo, non siamo ancora ai livelli di un capolavoro indiscusso, ma il passo avanti rispetto al sesto film è stato nettissimo.
Speriamo che la seconda parte continui su questa falsariga e riesca a dare alla saga cinematografica di Harry Potter (che comunque nel complesso resta deludente) una conclusione degna.

mercoledì 24 novembre 2010

PAC-MAN Championship Edition DX

Mioddio, è stupendo.
Graficamente è delizioso, con la possibilità di personalizzare il tutto scegliendo tra varie skin che modificano l'aspetto dei labirinti, di PAC-MAN e dei fantasmi.
Stile che cola da tutte le parti.

Il gameplay è il solito, quindi granitico e collaudato. Rispetto al PAC-MAN classico ci sono comunque svariate novità gradevolissime che contribuiscono a svecchiare la giocabilità. E' poi possibile scegliere tra differenti modalità di gioco e un bordello di livelli diversi.

E' uno di quei titoli che ti prendono come una droga: inizi a giocarci per una partitella di cinque minuti e finisce che devono staccarti dal pad con un l'aiuto di un piede di porco.
Bello, bellissimo.

L'essenza primordiale del videogioco rivisitata con sapienza in chiave moderna.
Provatelo, amatelo e compratelo.
Gli 800 Microsoft Points meglio spesi degli ultimi mesi.
Lascio anche un video perchè in foto non rende altrettanto bene.

lunedì 22 novembre 2010

Scott Pilgrim vs. The World

Prima di tutto: UCI Cinemas vaffanculo!

Ok, adesso che mi sono sfogato posso cominciare la recensione.
Scott Pilgrim vs. The World è uno dei film più win di sempre, laddove per "win" si intende una cosa o un fatto capace di titillare gli organi di piacere di un nerd come farebbe un' ipotetica trilogia di Star Wars girata da Christopher Nolan.
No vabbè, forse così è un po' troppo, ma comunque ci siamo capiti: Scott Pilgrim è una figata devastante dal primo all'ultimo fotogramma. Anzi no, dal logo Universal all'ultimo fotogramma.

Il perchè è presto detto.
L'ultima fatica di Wright riesce infatti nell'intento di combinare cinema e cultura pop-nerd come mai un film aveva fatto prima.
Scott Pilgrim, come il fumetto da cui è tratto, contiene una vagonata di citazioni pescate da anime, manga, comics e videogiochi 8 e 16 bit.
Chi è appassionato di tutta questa roba non potrà non adorarlo all'inverosimile.
Il bello è che le citazioni non sono fini a sè stesse, se fosse così Scott Pilgrim non sarebbe nulla di speciale o di diverso da puttanate come (quella merda di) Shrek.
Le citazioni sono parte integrante della pellicola, senza di esse Scott Pilgrim probabilmente non avrebbe nemmeno senso di esistere.
Sono la struttura portante su cui, di fatto, viene costruito tutto il film, dallo humour devastante che caratterizza le gag fino alle meravigliose sequenze d'azione.

Ogni scena contiene almeno un riferimento alla cultura nerd. Riferimento che può essere dei più disparati. Si và dal semplice effetto visivo fino ad arrivare al gingle di Zelda, passando magari per la citazione "colta" che capiranno solo i nerd più rincoglioniti.
Per fare un paio di esempi sappiate che la band in cui suona Scott si chiama "The Sex Bob-Ombs" e che in questo film ci sono le vite extra!
Ma si và anche oltre, visto che sono presenti addirittura citazioni di Akira, di Final Fantasy II o Mortal Kombat.
E poi tanti giochi di parole, quasi sempre difficilmente traducibili in una lingua diversa dall'inglese.
Scott Pilgrim è pieno di queste robe e forse una sola visione non basta per cogliere veramente tutto.

Leggendo queste righe uno potrebbe chiedersi se 'sta cosa funzioni davvero, se Scott Pilgrim vs. The World diverta sul serio.
La risposta è sì.
Ci troviamo di fronte a uno dei film di intrattenimento migliori dell'anno, su questo non ci sono dubbi.
In Scott Pilgrim c'è tutto, e nulla appare mai banale o scontato: c'è azione (tanta azione), c'è uno humour assolutamente originale e ci sono personaggi ottimi.
Ecco, magari il fatto che tutti i protagonisti siano dei ventenni hipster potrebbe dar fastidio a qualcuno, ma alla fine stigrancazzi. Ognuno di loro è ben caratterizzato e interpretato da attori squisitamente in parte.
A dare vivacità al tutto ci pensano un montaggio e una fotografia dal taglio fumettoso che rendono questo film una delle cose più spaziali che si siano mai viste su uno schermo.
L'impressione è che d'ora in poi tutti i film tratti da un fumetto dovranno in qualche modo fare i conti con le particolari scelte stilistiche di Scott Pilgrim.
Avete presente Viewtiful Joe? Ecco, a livelli di stylish siamo da quelle parti.

In conclusione Scott Pilgrim vs. The World non delude le aspettative e si rivela un filmone imperdibile.
Qualcuno ha anche detto che è un po' il film simbolo della nostra generazione.
Io non sono del tutto d'accordo, ma quel che è certo è che pochi altri lungometraggi sono riusciti a rappresentare sul grande schermo in maniera tanto efficace quel tipo di sotto-cultura nerdosa propria di chi è cresciuto a pane, fumetti e videogiochi.

E' un crimine contro l'umanità che qui in Italia sia stato distribuito col contagocce, in pochissime sale e senza un minimo di campagna pubblicitaria.
Ed è un vero peccato che non se lo stia filando praticamente nessuno.
Poi bè, è inutile che ci prendiamo per il culo, lo sappiamo tutti che qui da noi ci saranno al massimo quattro gatti in grado di capire e apprezzare un film come Scott Pilgrim.
E ora tutti a recuperare il manga fumetto.

venerdì 19 novembre 2010

Fallout New Vegas





Le robe più belle di questi video comunque sono le espressioni da rincoglionito che tiro fuori nei fotogrammi d'anteprima!
E dire che ho scelto i due "meno peggio"!

Ah, questo discorso su New Vegas purtroppo l'ho dovuto dividere in due parti perchè youtube non mi fa uploadare video più lunghi di dieci minuti.
E in dieci minuti purtroppo non ci stavo dentro, quando parlo di Fallout mi viene la logorrea galoppante.
Il bello è che avevo fatto un primo video più lungo che durava circa tredici minuti, ma a smezzarlo in due parti veniva una merda, per cui ho preferito rigirare tutto da capo.
Due coglioni.
Tra l'altro il primo video era anche molto più divertente e sciolto di questo, a ripetere le stesse cose per la seconda volta si perde inevitabilmente gran parte della verve.
Va bè oh, le risate grasse con battute scurrili annesse saranno per la prossima volta!

martedì 16 novembre 2010

domenica 7 novembre 2010

Teoria fighissima su One Piece #2

Ok, andiamo avanti con la mia teoria, che nel frattempo mi sono venute altre ideuzze.
Nab, su Facebook, mi ha fatto notare come l'idea del loop temporale sia abbastanza improbabile, anche perchè ciò comporterebbe una durata del manga a dir poco oscena.
Chiaramente ha ragione.
Mettiamo che a Rufy servano altri trenta-quaranta numeri per arrivare a Raftel.
Raccontare TUTTA la storia di Roger come si deve richiederebbe come minimo un'altra cinquantina di numeri. Come minimo.
Ciò vorrebbe dire che One Piece finirebbe intorno al 2030.
E va bene tutto, ma francamente sarebbe davvero troppo una rottura di coglioni, anche perchè nel frattempo il baraccone finirebbe inevitabilmente per venire a noia.
Alla fine lo sappiamo già che fine fa Roger, no?

Io però sono riuscito a mettere una pezza anche a questa magagna.
Oda potrebbe risolvere il tutto adottando una narrazione "alla Lost".
Nei trenta-quaranta volumi che ci separano dalla fine di One Piece potrebbe inserire dei frequenti flashback sulla vita di Roger ad ogni saga che i Mugiwara dovranno affrontare.
Ed è altamente probabile che accada davvero.
Per dire, quando salterà fuori Shanks trovo scontato che assisteremo al flashback che ci spieghi come ha ricevuto il cappello di paglia da Roger.
Stesso discorso per Dragon: flashback che spiega che rapporti c'erano tra i due.
Cose simili potrebbero accadere per Jimbe e per tutti gli altri personaggi del Nuovo Mondo che, in qualche modo, hanno avuto a che fare con il Re dei Pirati.
La struttura dei flashback di One Piece rimarrebbe la stessa (personaggio chiave di una saga con flashback annesso), ma ognuno di essi dovrebbe essere legato a doppio filo a Roger.

Naturalmente in nessuno di questi flashback bisognerebbe lasciar intendere che Rufy e Roger siano in realtà la stessa persona.
Tante somiglianze, magari anche qualche indizio velato, ma nessuna prova concreta.
Il colpo di scena avverrebbe appunto solo alla fine, una volta arrivati a Raftel.
Qui assisteremo a un flashback in cui vediamo Roger sciogliere la ciurma dopo essere diventato Re dei Pirati, per andare a scontrarsi con Barbanera (come dicevo nel precedente post).
Nel presente invece Rufy troverà il biglietto lasciato da sè stesso e si renderà conto dell'incredibile verità.
Noi lettori ci renderemo conto di non aver assistito a dei flashback su Gold Roger, ma alla storia di Rufy adulto.

A questo punto accadrà qualcosa che porterà Rufy nel passato e inizierà la storia di Rufy/Roger, che ovviamente noi abbiamo già visto nei flashback (almeno i punti salienti di essa) e che quindi potrà essere tranquillamente time-skippata!
Ergo Oda potrà andare direttamente a raccontare l'agognato epilogo di One Piece.
La vicenda del manga riprenderà infatti dopo lo scioglimento della ciurma di Roger, con quest'ultimo che affronterà Barbanera nell'ultimissima saga del manga.
Ovviamente questa teoria presuppone che i Mugiwara non tornino nel passato insieme a Rufy.
Ciò non sarebbe un problema, visto che nei flashback la loro presenza non sarebbe necessaria.

Gestendo la cosa in questo modo Oda riuscirebbe senza problemi a far terminare One Piece in tempi ragionevoli.
Vedremo, vedremo.

Burrone Eastwood

Ma lo sapete che non ci avevo mai fatto caso?
Tra l'altro che figate che si scoprono grazie ai contenuti speciali dei blu-ray.
Tipo che il Biff del futuro, quando torna nel 2015 dopo essere stato nel 1955, doveva scomparire esattamente come fa Marty nel primo film perchè la Lorainne del 1985 alternativo gli avrebbe sparato intorno al 1996.
E in effetti nel film si vede che il Biff del futuro ha una specie di malore appena scende dalla Delorean rubata.
Che dire, questa trilogia è sempre troppo win!

sabato 6 novembre 2010

Teoria fighissima su One Piece

Nell'ultimo capitolo di One Piece abbiamo assistito a un breve flashback di Rayleigh che ci rivela due cose di incredibile importanza:
- L'aspetto di Gold Roger da giovane.
- Il fatto che il proprietario originale del cappello di paglia fosse proprio Roger.

A qualcuno l'incredibile somiglianza tra Rufy e il Re dei Pirati è sembrata un po' forzata.
Io francamente non mi sono stupito più di tanto. Più di una volta nel corso del manga si è posta enfasi su quanto i due si somigliassero e inoltre anche il Roger adulto mi ha sempre ricordato in qualche modo Rufy.
Se a Roger toglievi i baffoni la sua faccia era quella di Rufy, possibile che nessuno l'abbia mai notato? Cavolo, ci sono più somiglianze con lui che con Dragon!

Ora, questa somiglianza ha iniziato a far lavorare la parte del mio cervello dedita alle pippe mentali.
Nel corso di questa settimana ho elaborato una teoria.
Una roba malatissima, in confronto la pippa mentale che mi ero fatto su Lost era sobria.
Volevo bloggarla questa storia su One Piece ma mi son detto di no, che era una roba fin troppo fuori di testa.
Oggi però vado sul forum di gamesvillage e vedo che un tizio ha avuto un'idea molto simile alla mia.
Naturalmente tutti a parte me lo hanno preso a insulti 'sto poveretto (che si è pure preso la briga di spiegare meglio la cosa disegnando uno schemino, pensate che eroe), ma io mi sono complimentato dicendogli che anch'io avevo pensato una cosa del genere e che non è solo in questo mondo triste e grigio in cui le idee geniali vengono bollate come thrashate.

Quindi bè, spieghiamola questa teoria, che immagino che non starete più nella pelle di scoprire la verità su One Piece.
In sostanza Rufy arriva a Raftel e, al posto dello One Piece, trova un messaggio di Roger rivolto esplicitamente a lui.
Non a un ipotetico "futuro Re dei Pirati" eh, proprio a Monkey D. Rufy.
Nel messaggio vi è solo una criptica frase che recita: "Tu sei me!".
Rufy in un primo momento interpreta la cosa come un "Tu sei il mio erede!" e non ci bada più di tanto.
In seguito succede un enorme casino (che chiaramente non ho idea in cosa possa consistere, ma immagino qualcosa che abbia a che fare con la Civiltà Perduta, Barbanera e le armi ancestrali), e in sostanza Rufy si ritrova catapultato insieme alla sua ciurma indietro nel tempo.

Qui scopriamo la sconvolgente verità: Roger è Rufy tornato nel passato!
Il significato di "Tu sei me!" era proprio questo.
Tuttavia Rufy scopre che oltre ai mugiwara è finito nel passato anche Barbanera, intenzionato a cambiare il corso della storia.
Rufy a questo punto comprende la sua missione di salvatore del mondo (ehm..), và da Rayleigh e gli chiede di partire insieme a lui e ai suoi compagni (il flashback a cui assistiamo in questo capitolo).
Inizia così il viaggio di Rufy/Roger.

Come sappiamo a un certo punto della storia Roger si ammala.
La famosa malattia non è altro che la conseguenza dell'uso eccessivo del Gear Second e delle cure ormonali di Ivankov.
Chopper non è in grado di occuparsi da solo di questa malattia, quindi Rufy/Roger raccoglie a bordo anche Crocus.
La ciurma si allarga e tra i mozzi arriva anche il giovane Shanks, a cui ovviamente Rufy dona il suo cappello, dicendogli che un giorno il destino gli suggerirà a chi deve donarlo.
Giunto verso la fine del suo viaggio Rufy/Roger incontra Portuguese D. Rouge, concepisce Ace (che quindi in realtà è il figlio di Rufy, ecco spiegata anche la somiglianza tra i due), si scontra con Barbabianca e incontra il giovane marine che in futuro diverrà suo padre, Dragon, cambiandolo e facendolo diventare un rivoluzionario.

Rufy/Roger, dopo essere arrivato a Raftel ed essere diventato ufficialmente il Re dei Pirati, decide di sciogliere la sua ciurma e di partire insieme ai suoi vecchi compagni (i Mugiwara attuali) per lo scontro finale con Barbanera (nessuno sa cosa abbia fatto Roger in quell'anno che passa tra la separazione della sua ciurma e la sua esecuzione).
Dopo aver sconfitto Teach, Rufy/Roger capisce che la sua missione è conclusa e che il mondo è salvo.
I Mugiwara tornano nel futuro e supplicano Rufy di partire con loro.
Rufy tuttavia rifiuta e li saluta per l'ultima volta.
Si lascia quindi catturare dal suo futuro nonno (Garp) e viene giustiziato a Rogue Town, dove muore sorridendo ed esortando il mondo a cercare il suo tesoro.
Fine.

Chiaramente è una teoria con dei buchi grossi come una casa, ma a mio avviso una cosa del genere potrebbe essere figa.
Peccato che sia alquanto improbabile, visto che dall'unica immagine del giovane Roger che abbiamo a disposizione si nota la mancanza della cicatrice sul petto.
Però figata.

UPDATE:
Mi sono venute in mente un altro paio di cosette:
- Questione frutto Gom Gom: sono fermamente convinto che, prima di Rufy, il possessore del frutto Gom Gom fosse proprio Portuguese D. Rouge, la quale sarebbe riuscita a ritardare il parto proprio grazie ad esso.
E se Rufy/Roger stesso le avesse "trasmesso" in qualche modo il frutto (un po' come accade tra Barbanera e Barbabianca)?
- Il fatto che Roger sentisse la "voce delle cose". Il fantomatico potere di Gold Roger, di cui si sa poco o nulla. Potrebbe semplicemente significare che Rufy/Roger conosceva il futuro (oltre che la veritá sui cento anni bui).

venerdì 5 novembre 2010

venerdì 29 ottobre 2010

martedì 26 ottobre 2010

Naruto Shippuden Ultimate Ninja Storm 2

Oh, finalmente.
Un Naruto Shippuden per le console next-gen lo aspettavo da secoli e finalmente eccolo qua.
Intendiamoci, i due Naruto made in Ubisoft non erano male, Broken Bond in particolare era una discreta figata.
Ambedue non brillavano certo per una componente picchiaduro particolarmente evoluta, tuttavia offrivano una parte adventure curata e parecchio entusiasmante. Esplorare liberamente Konoha era estremamente appagante per il fan del manga di Kishimoto. Merito pure delle musiche, le stesse dell'anime, che contribuivano non poco a ricreare la giusta atmosfera.

Questo Ninja Storm 2 non c'entra comunque una fava con i giochi Ubisoft. E' infatti sviluppato da Namco Bandai ed è il seguito del primo Naruto Ultimate Ninja Storm, titolo uscito solo su PS3.
La storia del gioco riparte comunque esattamente da dove era finito Broken Bond, vale a dire dall'inizio della serie Shippuden.
Sono passati due anni dallo scontro con Sasuke: Naruto torna a Konoha insieme a Jiraiya, intenzionato a riportare indietro il suo vecchio amico e a spaccare il culo a quei fetenti di Alba.
Ninja Storm 2 coprirà quindi la storia della serie Shippuden fino allo scontro tra Naruto e Pain.
Figata tra l'altro che il gioco inizi proprio da qui, in una sorta di flashforward. Escamotage narrativo usato anche nell'anime, che se non erro cominciava proprio dall'incontro con Sasuke presso il covo di Orochimaru.

Il gioco vero e proprio è abbastanza curato.
La parte adventure, pur presente, non è ai livelli dei titoli Ubisoft. Anche qui si può girare per i vari luoghi visti nel manga, ma c'è decisamente meno libertà e il più delle volte fare avanti e indietro da una zona all'altra è una rottura di palle.
Ninja Storm 2 infatti non ha una struttura free roaming e le varie location sono composte da schermate fisse in cui i personaggi si muovono in quella che sembra una specie di versione anime dei vecchi Resident Evil per PSOne (o dei vecchi Final Fantasy).
Sì, insomma, nulla di esaltante.

Discorso diverso per i combattimenti, realizzati molto bene. Nulla di eccessivamente profondo chiaramente, ma per fortuna tutto funziona a dovere e il combat system riesce ad essere semplice ma allo stesso tempo interessante.
Gli scontri più importanti sono qui riproposti come boss battle. In queste, dopo un'iniziale fase di scazzottata canonica, si attivano delle sequenze molto scenografiche, con cui potremo interagire tramite QTE o alcuni "minigiochi" che contribuiscono a variare in qualche modo il gameplay.
Detto così sembra lammerda, ma vi assicuro che queste boss battle sono in realtà fighissime. Riproducono infatti alla perfezione gli scontri più importanti del manga di Kishimoto, con un occhio di riguardo alla spettacolarizzazione, portata veramente all'estremo. Gli appassionati di Naruto non potranno non adorarle.

Dispiace solo che in certi casi gli sviluppatori si siano lasciati andare a qualche licenza poetica di troppo nei confronti del manga. In alcuni casi il risultato è godibile (lo scontro prolungato tra Naruto e Sasuke nel covo di Orochimaru è bellissimo), in altri invece è inevitabile storcere il naso.
E' ad esempio abbastanza incomprensibile che lo spettacolare combattimento tra Sasuke e Deidara sia qui riproposto come un normale scontro e non come boss battle.
Poi bè, gli scontri veramente importanti (Sasuke VS Itachi, Jiraiya VS Pain ecc) non deludono quasi mai, ma è ovvio che l'appassionato ha la tendenza a cercare il pelo nell'uovo.

Ninja Storm 2 non è il gioco di Naruto perfetto o quello che tutti noi lettori del manga sognavamo.
No, quello sarebbe un gioco con la parte esplorativa dei due Naruto made in Ubisoft e la parte picchiaduro di questo Ninja Storm 2. Ecco, quello sì che sarebbe la figata definitiva.
Sfortunatamente non si può avere tutto e quindi dobbiamo "accontentarci". Le virgolette sono d'obbligo perchè comunque stiamo parlando di un gioco validissimo ed imperdibile per chiunque segua le avventure del ninja biondo.
Cioè, parliamoci chiaramente: se mi fanno un gioco così su One Piece corro in piazza nudo a festeggiare, dando magari fuoco a qualche bandiera dell'Inter in preda all'eccitazione.
Ma per davvero, eh!
E visto che abbiamo toccato questo tasto: ma quand'è che mi tirerenno fuori un gioco su One Piece veramente serio su una console next-gen?

lunedì 25 ottobre 2010

Enslaved

Non ci siamo.
Avevo iniziato Enslaved con la volontà di apprezzarlo per ciò che di buono aveva da offrire, ma proprio non ci siamo.
Le premesse per un titolo interessante a mio avviso c'erano, ma l'ambizioso baraccone targato Ninja Theory crolla su sè stesso in maniera piuttosto plateale.

Il gameplay, come già si intuiva giocando la demo, è atroce. Il sistema di combattimento è impreciso, raffazzonato e caotico, mentre le fasi platform sono telefonatissime e prive di qualsiasi tipo di sfida.
Le scalate si riducono alla pressione di un tasto. Impossibile cadere, impossibile sbagliare.
Ma questo lo si era già capito giocando la demo.

La nota dolente è che Enslaved non brilla neanche per il resto.
Le ambientazioni sono per lo più anonime e sottosfruttate. Potenzialmente infatti si potevano vedere cose interessanti viste le premesse narrative, ma di momenti come lo schianto contro la statua della libertà a cui si assiste nella demo non se ne vedono quasi più per il resto del gioco.
Anzi, a onor del vero mancano proprio location visivamente impressionanti come l'aeronave del tutorial.
Un peccato, una vera occasione sprecata a mio avviso perchè l'idea di partenza pareva garantire ottime cose.

Dal punto di vista narrativo il titolo Ninja Theory è un palese rifacimento in chiave post-apocalittica del racconto Viaggio in Occidente (fonte d'ispirazione, tra le altre cose, dello stesso Dragon Ball). Anche qui in teoria le premesse ci sarebbero, il guaio è che nell'avventura di Monkey e Trip di indimenticabile c'è proprio poco.
Poi certo, come in Heavenly Sword la qualità delle animazioni facciali è da capogiro, i dialoghi sono recitati bene e la caratterizzazione dei protagonisti è buona.
Ma davvero, in Enslaved non c'è nulla che ti rimanga dentro, il coinvolgimento per quanto mi riguarda è sempre rimasto a livelli bassissimi, finale con colpo di scena compreso.

Vogliamo fare un paragone con un gioco "cinematografico" che riesce nel suo intento di mettere la giocabilità in secondo piano rispetto alla storia e all'atmosfera?
Alan Wake.
Il titolo Remedy non offriva esattamente un gameplay profondissimo ma, pur con tutte le sue magagne, almeno ti teneva incollato al pad grazie a un comparto narrativo che funzionava egregiamente.
Enslaved invece non riesce a fare neanche questo.
L'impressione è che ciò che c'è di buono vada sprecato, castrato da un gameplay insipido e da una storia priva di mordente incapace di offrire emozioni.
Tanto potenziale inespresso, per riassumere la questione in parole povere.

In sostanza Enslaved è un gioco tranquillamente evitabile.
Ed è un peccato, perchè francamente un po' ci speravo che potesse uscir fuori qualcosa di veramente buono da questo progetto.
Restiamo a vedere cosa combineranno i Ninja Theory con Devil May Cry, ma a questo punto le mie aspettative sono veramente bassissime.

venerdì 15 ottobre 2010

Sonic 4

Sì, lo so, il titolo corretto sarebbe Sonic the Edgehog 4, ma parliamoci chiaro: nel 1993 in quanti dicevamo "Oggi ho giocato a Sonic the Edgehog 2"?
Nessuno, dai.
I vari Sonic li chiamavamo Sonic 1, Sonic 2 e Sonic 3.
E visto che la carica nostalgica di Sonic 4 è qualcosa di micidiale, trovo sia giusto chiamarlo come avrei fatto all'epoca.
E come d'altronde farei anche oggi al di fuori di questo blog, visto che "SonictheEdgehogquattro" è una roba talmente cacofonica che non si può sentire.

Dunque iniziamo dicendo che Sonic 4 è bellissimo.
No, davvero.
Bellissimo.
Questo gioco segna, sedici anni dopo, il ritorno di Sonic al platform bidimensionale. Molto più dei Sonic Advance e di Sonic Rush.
Sì, perchè Sonic 4 è un ritorno al feeling degli episodi a 16 bit. Un feeling che nessun altro gioco avente come protagonista il porcospino blu era riuscito a riproporre.
Un feeling che sembrava dimenticato dai tempi di Sonic & Knuckles.

Sonic 4 ha tutto ciò che rendeva grandi i suoi predecessori per Mega Drive.
E in particolare parlo di un ottimo level design.
Sonic 4 alterna fasi di gioco veloci ad altre più ragionate, fatte di platforming duro e puro. In questo ricorda molto il primo capitolo uscito all'inizio degli anni 90', che era tutt'altro che un gioco in cui non bisognava mai fermarsi a pensare.
Aggiungiamoci poi una colonna sonora azzeccata, con alcuni motivetti che ti entrano in testa e non escono più, ed ecco che la Splash Hill Zone diventa la degna erede della Green Hill Zone.
Purtroppo non tutti i jingle sono indimenticabili e sfortunatamente nessuno di essi raggiunge le vette allucinanti di quelli di Sonic 2, ma nel complesso trovo che anche musicalmente sia stato fatto un discreto lavoro.

Certo, qualcuno dirà che a Sonic 4 manca una propria identità, che forse è davvero fin troppo derivativo e che i suoi livelli sono la fiera del fan-service. E probabilmente non avrà neanche tutti i torti.
In generale sembra davvero che il Sonic Team si sia semplicemente limitato a riproporre il meglio degli episodi 16 bit con una veste grafica al passo coi tempi (che io trovo molto gradevole tra l'altro).
Da questo punto di vista siamo ben lontani dalla qualità di un altro titolo dal sapore nostalgico come New Super Mario Bros Wii.
Ma è anche vero che comunque si sta parlando di due operazioni dalla portata diversa. E soprattutto di un gioco retail e di uno distribuito a episodi in digital delivery.
E poi bè, anche all'epoca Super Mario World era cento volte meglio di Sonic, quindi possiamo dire che sia stato mantenuto un certo equilibrio cosmico.

Un problema fastidioso di Sonic 4 potrebbe invece essere la fisica dei movimenti e dei salti del porcospino blu, veramente diversa e ben più goffa di quella presente nei titoli per Mega Drive.
In compenso, a dispetto di quel che pensavo, ho trovato interessante l'introduzione dell'homing attack. Trovo infatti che funzioni bene e che in determinati frangenti contribuisca anche ad approfondire il gameplay.
E dire che inizialmente mi aveva fatto storcere il naso.
Belli anche i livelli bonus, simili a quelli di Sonic 1 ma migliorati in tutto e per tutto.

Per una volta, insomma, ci troviamo fra le mani un Sonic realizzato come Dio comanda.
Un salto nel passato e un ritorno alla vera natura della saga, senza livelli assurdamente veloci, telecamere da vomito e trasformazioni in porcospini mannari.
Un gioco più che rispettoso, ma soprattutto un platform colorato e divertente.
Ben fatto, SEGA.

venerdì 8 ottobre 2010

Giochi giocati

E' da un po' che non parlo di videogiochi sul blog.
Di roba in realtà ne ho giocata, e parecchia anche, il fatto è che non ho avuto voglia e tempo di parlarne in questa sede.
Rimedio ora comunque, con un bel post massivo!
Velocemente però, che sono di fretta.

Spiderman Dimensions
Carino.
Penso che sia il primo gioco di Spidey decente da qualche anno a questa parte.
Dimensions abbandona la struttura free roaming per adottarne una a livelli.
Le quattro dimensioni presenti garantiscono tre stili di gioco differenti e una discreta varietà di gameplay.
Non è il nuovo Arkham Asylum, ma questo Spiderman non è niente male.
Gradevole anche graficamente, peccato solo che la storia, per quanto interessante sulla carta, sia abbastanza priva di mordente.
Prendere appunti, eh. I fumetti di Spidey sono belli anche per il pathos, non solo per le scazzottate e la logorrea dell'arrampicamuri.

Halo: Reach
Il nuovo Halo e non è che ci sia troppo da dire.
Sicuramente più interessante di quella mezza schifezza di ODST, Reach propone una campagna in singolo piuttosto figa (un paio di missioni sono eccezionali) e un online coi controcazzi.
L'addio di Bungie alla saga che la ha resa famosa non poteva essere migliore.
Il finale (che non spoilero) probabilmente vi farà venir voglia di rigiocare Halo 1. Ma non fatelo, è invecchiato veramente malissimo.

FIFA 11
Dietro allo scimmiesco Chiellini che campeggia sulla copertina si nasconde ancora una volta IL gioco di calcio.
Curatissimo sotto tutti gli aspetti, con un sacco di migliorie (come il fallo di mano), un aspetto grafico curatissimo (animazioni stupende) e una parte online sempre ben realizzata. Oddio, su XBOX 360 ogni tanto ci metto delle ore a trovare una partita utilizzando il matchmaking, ma penso che la cosa possa essere risolta con una patch.
Stavolta poi si può giocare nel ruolo di portiere. E il bello è che la cosa funziona pure, anche se non so quanto possa essere divertente farsi un'intera carriera in porta.

Altra roba
Dunque, ho nuovamente finito Sonic Adventure, uscito su XBLA.
Che dire, altro gioco che mostra un po' gli anni che ha sul groppone.
Ho giocato il DLC di Dragon Age "Caccia alle Streghe" che è una merda ed è indegno del fantastico personaggio di Morrigan.
Oggi ho deciso di pigliare Enslaved, il nuovo gioco di Ninja Theory, ma non lo inizierò prima della prossima settimana.
Sono moderatamente curioso di vedere che roba è venuta fuori. La demo lasciava intendere un gameplay abbastanza grezzo, ma il gioco nel suo complesso mi intrigava.
Ne parlerò meglio in seguito.
Ah, sarebbe uscito pure il nuovo Guitar Hero, ma quest'anno passo. Ultimamente ho una specie di rigetto per i giochi musicali.

martedì 28 settembre 2010

L'attesa è finita!

Ecco i mugiwara dopo il time skip di due anni!
Nel complesso, per quanto possiamo vedere da questa immagine, si nota che Oda ha scelto di non stravolgere troppo, anche se ci sono un paio di cosette abbastanza interessanti.
Aspettiamo il capitolo completo per saperne di più, ad ogni modo facciamo un paio di osservazioni.

Rufy: è uguale a prima se si esclude la grossa cicatrice che ha sul petto. Persino la muscolatura è rimasta invariata. Abbastanza sorprendente in effetti, mi sarei aspettato un fisico più simile a quello di Ace e un po' di barba incolta come Shanks. Nel complesso comunque l'idea di non stravolgere troppo il protagonista ci può stare. La camicia però è veramente brutta.

Nami: capelli più lunghi e tette più grosse. E' una rossa, quindi win a prescindere.

Robin: cambio di pettinatura e aria da milf.

Sanji: frangia dei capelli dalla parte opposta rispetto a prima e pizzetto. Figo, dai.

Usop: capelli più lunghi (sembra), barba incolta e massa muscolare maggiore. Faccia da coglione invariata.

Brook: uguale, ma con una chitarra elettrica.

Franky: sembra molto più grosso di prima, è pelato e ha una mano identica a quella di Hell Boy. Woah.

Chopper: c'era chi pensava che sarebbe cambiato parecchio, e invece è come prima. Solo il cappello è diverso.

Zoro: ho tenuto il più interessante per ultimo. Apparentemente non sembra cambiato molto, se non fosse che... Ha una cicatrice sull'occhio destro simile a quella di Rayleigh e, guardando attentamente questa immagine, sembra che gli manchi un braccio!

lunedì 27 settembre 2010

Inception

Christopher Nolan non delude mai.
E' incredibile come per ogni suo film ci siano sempre aspettative assurdamente alte. Così alte che in effetti chiunque si aspetterebbe di andare al cinema e di uscire dalla sala inevitabilmente un po' deluso, perchè quando c'è un hype esagerato succede sempre così.
E invece no.
I film di Nolan le aspettative le rispettano sempre e in alcuni casi riescono addirittura a superarle.
E' stato così per The Dark Knight.
Ed è così per Inception.
Parlare a mente fredda di questo film , che in effetti meriterebbe almeno un paio di visioni per essere assimilato appieno, non è facilissimo, ma ci proverò.

Inception è un capolavoro di regia e di sceneggiatura.
L'idea alla sua base, vale a dire la possibilità di entrare nei sogni, viene sviluppata con grande maestria per tutta la durata del film, tramite scelte registiche e tocchi di classe a dir poco geniali.

Inception è spettacolare.
Il film di Nolan è anche e soprattutto una goduria per gli occhi.
Effetti speciali mai invasivi ma ugualmente notevoli e un'estetica generale meravigliosa. Pur essendo di fatto un film fantascientifico, Inception mantiene sempre quel taglio realistico tipico dei film di Nolan che contribuisce a conferirgli uno stile senza pari.

Inception è profondo.
Le tematiche affrontate sono interessanti e offrono parecchi spunti di riflessione.
La complessità di questo film è uno dei suoi punti di forza più grandi.
Inception può essere visto senza farsi troppe pare ovviamente, ma Nolan sembra quasi invogliare lo spettatore a rimuginarci su, a prestare attenzione ai particolari e a trovare una propria interpretazione che può essere radicalmente diversa da quella di un altro spettatore.
Bellissimo.
Insomma, lo hanno già detto in tanti ma lo ribadisco anch'io: Inception dimostra che un blockbuster non deve essere per forza di cose un filmetto insulso per un pubblico deficiente.

Inception ha un cast stellare.
Nolan ci ha sempre abituati bene e anche stavolta siamo alle solite.
Inception è recitato da Dio da un cast eccezionale.
DiCaprio, nel ruolo di protagonista, è ottimo come al solito. A molti sta ancora sul cazzo dai tempi di Titanic, ma d'altronde se certa gente ha dei complessi che ci posso fare?
La verità è che DiCaprio oggi è un attore coi controcazzi, ben lontano dallo sbarbatello dei tempi del film di Cameron. Che poi intendiamoci, già allora cagava in testa agli sbarbatelli di oggi, ma questo è un altro discorso.
Al di là di DiCaprio, che comunque svetta, è ad ogni modo tutto il cast ad essere dannatamente convincente. Bravi tutti, dal primo all'ultimo.
Inoltre il doppiaggio italiano mi è sembrato più che discreto, quindi anche da questo punto di vista siamo salvi.

Tirando le somme, Inception mi è veramente piaciuto da matti.
Un film senza difetti evidenti che ha il pregio di essere una delle cose più originali e meno banali che si siano viste al cinema da parecchio tempo a questa parte.
In un certo senso mi ha ricordato, per impatto e potenza evocativa, il primo Matrix.
Ecco, se siete fra quelli che stanno ancora aspettando il "secondo Matrix" preparatevi a godere.
Tutti gli altri si preparino semplicemente a un filmone assurdo che li sconvolgerà.

lunedì 20 settembre 2010

Hardcore City


E poi dicono che Como è una città videoludicamente arretrata.
Cazzate.
Pure le nostre statue sono pro!

mercoledì 15 settembre 2010

Il nuovo Devil May Cry: vediamo i lati positivi


Quantomeno stanno iniziando a fioccare immagini ritoccate spettacolari.

Che poi oh, bisogna comunque dire che per avere il coraggio di rebootare in questa maniera un personaggio icona come Dante ci vogliono veramente due coglioni così.
Da questo punto di vista pacche sulle spalle ai Ninja Theory per il coraggio dimostrato. Alla fine mi auguro che non vengano linciati da un'orda di nerd incazzati, che un po' son curioso di vedere come verrà fuori 'sto nuovo DmC.

Ah, và comunque detto che la scena in cui il coso lì Dante spegne la sigaretta in faccia a un demone è discretamente win.
Per il resto rimando ulteriori commenti a quando si vedrà qualcosa di più su gameplay, che alla fine in un action è la cosa che conta di più.

sabato 11 settembre 2010

Lair of the Shadow Broker

Giusto l'altro giorno dicevo che in genere non sono un assiduo giocatore di DLC, salvo rarissime eccezioni.
Una di queste eccezioni è appunto Mass Effect 2, di cui mi sono sparato praticamente tutti i contenuti scaricabili (ad eccezione dei costumi alternativi o delle armi bonus, quelli possono tranquillamente morire).
I DLC di Mass Effect 2 più recenti inoltre, oltre ad essere tutti abbastanza interessanti, fungono da collegamento con il futuro terzo capitolo della serie. Non sono robetta da poco quindi, ma tasselli di questa grande epopea science-fiction targata Bioware.
Quindi, se come me vi siete letteralmente innamorati dell'universo di Mass Effect, non potrete fare a meno di giocarli, anche solo per una questione di curiosità.

Lair of the Shadow Broker è un DLC coi controcoglioni.
Prima di tutto perchè ripesca Liara, uno dei migliori personaggi del primo Mass Effect. Personaggio tra l'altro abbastanza importante per quanto mi riguarda, visto che a suo tempo il mio Shepard aveva avuto una relazione con lei.
In questo DLC dovremo appunto aiutare la nostra vecchia fiamma dalla pelle blu in una pericolosa missione dall'epilogo abbastanza imprevedibile e che lascia spazio a scenari interessanti per quel che sarà Mass Effect 3.
Lair of the Shadow Broker spacca anche per una serie di altri motivi, tipo un inseguimento a bordo di un aerotaxi, una location particolarmente suggestiva e alcune cosette interessanti che verranno sbloccate una volta che lo avrete completato.

Un DLC di qualità insomma, che vale il prezzo che costa e che ogni appassionato di questa saga non dovrebbe assolutamente perdersi.
Ah, a proposito, ricordiamolo: recentemente è stato annunciato che Mass Effect 2 uscirà l'anno prossimo anche su PS3.
Questa versione per la console Sony dovrebbe essere da quanto ho capito una sorta di GOTY contenente i DLC rilasciati su XBOX 360 e PC.
Il che è abbastanza una figata, considerando che questi contenuti aggiuntivi garantiscono ore e ore di gioco in più e contribuiscono a rendere Mass Effect 2 un'esperienza ancora migliore di quella che è.

giovedì 9 settembre 2010

mercoledì 8 settembre 2010

Dead Rising 2: Case 0

Questo Case 0 non è altro che il prologo di Dead Rising 2, sequel del survival horror cazzaro che uscì circa quattro anni fa.
Dead Rising 2 arriverà nei negozi a fine mese, mentre Case 0 è già scaricabile da qualche giorno da XBOX Live al modico prezzo di 400 Microsoft Points (all'incirca 5 € o giù di lì).
Una sorta di demo a pagamento, penserete, bella merda!
In realtà non proprio.

Case 0 è più che altro una specie di "DLC a sè stante" che viene fatto uscire prima del gioco completo (e si avvia senza di esso chiaramente).
Ben più di una demo insomma, considerando che:
- Racconta una parte di storia che nel gioco non ci sarà (comunque trascurabile per chi non fosse interessato a questo prologo).
- E' ambientato in un'area di gioco inedita.
- Possiede i propri achievement. 200 punti di gamerscore suddivisi in 12 obiettivi, come accade per i giochi Live Arcade. Tra l'altro sono anche achievement abbastanza fattibili per chi fosse drogato di 'sta roba come il sottoscritto.

Per il resto Case 0 fa tutto quello che dovrebbe fare una demo: aiuta a capire come sarà Dead Rising 2, in cosa è migliorato rispetto al prequel, in cosa è rimasto uguale e così via.
Con il valore aggiuntivo che offre stimoli maggiori rispetto a una normale demo e sicuramente dei contenuti più interessanti.

Ora, la cosa può puzzare chiaramente di manovra commerciale, ma se tutte le demo a pagamento di cui si è spesso parlato fossero come questa sarei felice come una pasqua.
In primis perchè Case 0 non è assolutamente una parte di Dead Rising 2 che è stata tagliata e infilata a forza in un pre-DLC furbo. E' un vero e proprio prologo, come ho detto, tranquillamente trascurabile dal giocatore a cui non gliene fregasse nulla, che quindi non rischia di perdersi parti importanti della trama.
In secondo luogo perchè lo trovo veramente ben fatto e in grado di metterti l'acquolina in bocca per quel che sarà Dead Rising 2.

Tra l'altro credo che Case 0 venderà anche discretamente.
Di sicuro più di un normale DLC che esce mesi dopo il gioco boxato.
Perchè il giocatore medio è sempre vittima dell'hype anche se non lo dà a vedere, e 400 Microsoft Points per giocare al prologo di un gioco che attende da anni li spende più che volentieri.
Non sempre invece è interessato a comprare un DLC che viene cagato fuori un mese o due dopo che questo gioco lo ha finito.
Io, per dire, salvo rari casi, non lo sono quasi mai.

Ah, ultima cosa: volendo è possibile scaricare anche una versione di prova gratuita di Case 0 (come accade per tutti i Live Arcade), quindi chi volesse vedere qualcosina del nuovo Dead Rising e non avesse proprio voglia di spendere una lira può ovviare scaricandosi quella.
Direi che non ci si può lamentare.

martedì 7 settembre 2010

Metroid: Other M

Ok, arrivato ai titoli di coda ieri sera.
Ora ci sarebbe da affrontare un corposo postgame, ma penso di aver visto abbastanza per poter dire due parole.

Nel complesso mi ritengo abbastanza soddisfatto.
Intendiamoci, le primissime ore di gioco di questo Metroid le ho trovate traumatiche.
E' strano trovarsi davanti a una componente narrativa così marcata in un nuovo capitolo di questa saga. Ed è ancora più strano sentire un eroe Nintendo che parla e si lascia andare a segoni mentali non indifferenti.
Non fraintendete, non trovo che questi aspetti siano difetti. Non sono un integralista assolutamente contrario ai giochi dal taglio cinematografico e non sono neanche un grande amante dei personaggi muti.
La nuova direzione intrapresa dalla serie non mi ha dato particolarmente fastidio insomma, anche se sicuramente ho amato tantissimo il tipo di narrazione utilizzato nei vecchi Metroid Prime.

I problemi dei primi momenti di gioco arrivano più che altro dal lato della giocabilità.
Effettivamente ci vuole un po' per abituarsi al sistema di controllo, che in partenza appare contorto, poco intuitivo ed inutilmente macchinoso. Ma la perseveranza viene premiata, poichè una volta che ci si è abituati il gioco scorre via liscio e senza intoppi.
Per dire, il passaggio di visuale tramite il cambio di impugnatura (argh) del wiimote, che inizialmente mi era parso agghiacciante, ora mi viene naturale.

Il fatto che questo Other M sia un Metroid lineare e poco dispersivo poi non mi sta dando troppo fastidio. Resta da dire che un level design leggermente più coraggioso e frizzante gli avrebbe fatto guadagnare qualche punto di stima.
Abbastanza infelice poi l'espediente narrativo utilizzato per l'acquisizione progressiva dei power-up, ma vabbè, si può chiudere un occhio.

Se c'è una cosa di Other M che mi ha deluso in toto però, sono le ambientazioni. Le ho trovate veramente poco ispirate e decisamente meno suggestive rispetto a quelle dei Prime.
Qui non ho trovato nulla neanche di lontanamente paragonabile a Etra Elysia di Corruption, a mio avviso la location migliore della saga. Un peccato.

Pure dal punto di vista tecnico (filmati a parte, che sono bellissimi) lo sto trovando piuttosto sciatto. Sarà che questo particolare stile grafico su Wii rende veramente poco, sarà la mia tv, saranno appunto le ambientazioni un po' anonime che mi rovinano il tutto, ma boh, mi pare veramente un passo indietro anche rispetto ai titoli Retro Studios.

In ogni caso trovo che questo titolo debba essere visto come base per costruire gli episodi futuri, correggendo ovviamente le varie magagne. Visto da questo punto di vista Other M è un esperimento interessante e riuscito.
Perchè, pur con tutti i difetti del caso, il gioco c'è e merita.
Il segreto per goderselo appieno è non lasciarsi scoraggiare dall' incipit, veramente poco impattante rispetto ad altri episodi della serie. Superato questo e fatta amicizia coi controlli ciò che resterà sarà un gioco molto divertente e in grado di regalare grosse soddisfazioni.
Si può fare di meglio comunque. E voglio crederci, perchè a mio avviso questa formula di gioco ha del potenziale.
Sono curioso di vedere cosa tireranno fuori su 3DS, sperando che non sfornino un'altra cagata come Hunters.

sabato 4 settembre 2010

The Expendables

Tamarrata dell'anno.
Punto.
Un film casinaro, fracassone, spaccone, sopra le righe e capace di ridefinire il concetto di bordello cinematografico da gustarsi con il cervello completamente staccato.
Ma non si vive di solo Nanni Moretti dirà qualcuno (e meno male, gli farà eco qualcun altro), quindi parliamone.
Perchè alla fine The Expendables è un cazzatone che funziona.
Oddio, sinceramente viste le premesse mi aspettavo qualcosina di più.
Non dico di esserne rimasto deluso, ma da una pellicola con un cast del genere mi aspettavo come minimo il film action di fine mondo.
Invece quel che abbiamo tra le mani è semplicemente un buon film d'azione che si limita a giocarsela con il recente (e ottimo) A-Team, rivelatosi una graditissima sorpresa.

Non è che ci sia troppo da scrivere su The Expendables, diciamo che basta dire che l'accoppiata Stallone-Statham funziona, che Mickey Rourke è sempre più grezzo e che il film presenta un paio di sequenze d'azione veramente (ma veramente) da mascella slogata.
Notevoli le scazzottate corpo a corpo, anche se forse a tratti troppo confusionarie. Sparatorie assurde poi, con alcune armi che... No, non vi anticipo niente, guardate il film!

Avrei poi gradito che almeno Bruce Willis avesse avuto un ruolo più incisivo in tutta la vicenda. Se infatti mi aspettavo che il buon Governator ricoprisse una particina marginale, pensavo che almeno McClane avesse qualcosa in più da dire.
Resta il fatto che il dialogo tra Willis, Schwarzy e Stallone valga da solo il prezzo del biglietto.

C'è poi quell'altra cosa, quella cosa che accomuna ai miei occhi tutti i film di questo genere usciti negli ultimi anni. Vale a dire la sensazione di star guardando un film un po' svogliato, che magari è anche spettacolare e divertente, ma a cui sembra manchi qualcosa, che non riesce a coinvolgerti e a gasarti come dovrebbe.
Tutto bello, ma manca quella scintilla lì, non so se mi spiego.
Magari è un limite mio eh, forse dovuto al fatto che i miei gusti si sono un attimino evoluti rispetto ai tempi in cui praticamente guardavo SOLO film d'azione.
Però boh, d'altra parte trovo innegabile che ci sia una bella differenza tra qualsiasi action uscito a cavallo tra gli anni 80-90 e questo The Expendables.
Che, ribadisco, è in ogni caso un signor action movie, capace di svolgere alla grande il suo sporchissimo dovere.

Note a margine:
- Pretendo un sequel con Steven Seagal e Van Damme.
- Momento epic win: io, Salvo e Rikky che discutiamo di balistica terminale dopo i titoli di coda.
- Conto di rivedermelo in lingua originale perchè il doppiaggio italiano FA CAGARE.

giovedì 2 settembre 2010

Dragon Quest IX: Le Sentinelle del Cielo

Quando nel lontano Dicembre 2006 (almeno mi pare che fosse Dicembre 2006) venne annunciato che il nuovo episodio della serie Dragon Quest sarebbe uscito per Nintendo DS, in Giappone venne letteralmente giù il mondo.
La portata della notizia in terra nipponica era più o meno al livello dell'Inter che vince la Champions League dopo più di quarant'anni.
Essì perchè in nippolandia Dragon Quest è un vero e proprio fenomeno culturale, una sorta di istituzione, oltre che la serie che ha praticamente dato il via alla diffusione dei jrpg.
Per farvi capire il livello di degenero, sappiate che nella terra delle fighe a quadretti esiste addirittura una legge che proibisce a Square-Enix di far uscire un nuovo Dragon Quest durante i giorni lavorativi, che sennò poi la gente non và a lavorare per andare a comprarlo.

Non c'è quindi da stupirsi che l'annuncio di Dragon Quest IX su DS venga considerato uno dei megaton della storia videoludica recente, un colpo di scena paragonabile a quello in cui Square dirottò lo sviluppo di Final Fantasy VII su Playstation, a discapito della Nintendo di Yamauchi.

In realtà, ragionando un attimo a posteriori, la notizia di un Dragon Quest su DS era anche abbastanza prevedibile.
I Dragon Quest sono infatti usciti sempre sulla console più venduta in Giappone, e quale console vendeva più del DS all'epoca? Il Wii era appena uscito, ma in ogni caso la notizia dello sviluppo del decimo capitolo per quella che fino allo scorso E3 era la regina delle console casualotte sarebbe arrivata un paio di anni dopo, a Dicembre 2008.
Insomma, il trasbordo della serie Dragon Quest da console Sony a console Nintendo è stato l'ennesimo, lampante, segno dell'egemonia Nintendara in questa generazione videoludica.

Ora, dopo i soliti due secoli di attesa, Dragon Quest IX è uscito anche in Italia e i possessori di DS italioti che non perdono tempo con le minchiate da casualotti hanno preparato le R4 e avviato i torrent.
Io no ovviamente, io sono un giocatore serio e Dragon Quest IX ci tengo ad averlo originale, checcazzo. Ergo me lo sono comprato a Livigno insieme a una stecca di Marlboro.

Approcciarsi a un jrpg così classico dopo le """"""meraviglie"""""" di Final Fantasy XIII è stato un po' straniante.
Ci vuole un po' l'animo del retrogamer per avvicinarsi a Dragon Quest IX.
Non tanto per lo stile grafico, che come al solito ho trovato delizioso ed ispirato (vuoi perchè adoro Akira Toriyama e vuoi perchè il monster design di questa serie è a dir poco eccezionale), quanto proprio per la struttura di gioco, che è veramente quella di un jrpg duro e puro.

Nonostante questo stiamo comunque parlando di un titolo fresco e piacevole da giocare, perfettamente adattato al ritmo di gioco di una console portatile tra l'altro.
Sebbene infatti, come la tradizione della serie impone, si possa salvare solo nelle Chiese, Dragon Quest IX è strutturato in modo che il giocatore possa affrontare sessioni di gioco non troppo lunghe. Almeno fino al punto in cui sono arrivato ora. E spero che la cosa non cambi, perchè francamente l'idea di spararmi dungeon che durano cinque ore su DS senza la possibilità di salvare mi attira come un altro campionato vinto dall'Inter.

La storia del gioco viene poi raccontata attraverso i personaggi secondari lungo una serie di quest autoconclusive legate da un filo conduttore che fa da collante per tutta l'avventura.
Storia che, complice questa sua struttura "a episodi", sto trovando molto piacevole, poco pretenziosa ma allo stesso tempo interessante e ben raccontata. Una roba semplice ma immensamente più godibile di quel polpettone di Final Fantasy XIII (che sicuramente non brillava per quanto riguarda il comparto narrativo).
A qualcuno potrà dar fastidio che il party di Dragon Quest IX sia "impersonale" (tutti i personaggi sono customizzabili a discrezione del giocatore, sia nell'aspetto che nella classe, e non parlano MAI), soprattutto a chi ha amato Jessica, Angelo e Yangus di Dragon Quest VIII, ma francamente la cosa non mi sta dando per nulla fastidio.

Tirando le somme direi che Dragon Quest IX è al momento uno dei migliori esponenti del genere a cui appartiene. Se ancora i jrpg non vi hanno fracassato i coglioni dovete giocarlo.
Sono curioso anche di vedere cosa tireranno fuori con l'episodio per Wii, di cui ancora non si è visto un tubo.