sabato 30 giugno 2007

Heroes

Chiariamo subito una cosa.
Se siete appassionati di supereoroi Heroes è IL telefilm.
Cercherò di non spoilerare troppo, dato che la serie televisiva in questione non è ancora arrivata qua da noi.
Come avevo già accennato nelle considerazioni fatte dopo aver visto la prima metà della prima stagione (le potete leggere qui http://mugiwarablog.blogspot.com/2007/06/heroes-qualche-considerazione.html), la forza di questa serie televisiva sta proprio nel saper prendere situazioni e personaggi tipicamente da comic americano e miscelarle con la struttura di una serie TV che ricorda vagamente un ottimo prodotto come Lost.
Certe citazioni sembrano quasi un complotto per farmi esaltare come una teenager davanti a un film di Scamarcio (una di queste è l'arrivo dell'Hiro del futuro, palesemente ispirato a Trunks di Dragon Ball Z anche per quanto riguarda l'aspetto del personaggio).
Ora ho visto anche la seconda parte della prima stagione e devo dire che le impressioni che ho avuto all'inizio sono state confermate dalla parte finale, davvero ben girata e soprattutto appassionante. Anche i ritmi sono molto più incalzanti e (cosa importante) non mancano i colpi di scena di quelli che "mammamiachiselosarebbeaspettato".
Ah, tra le altre cose ho trovato piuttosto ben sviluppato anche il villain di questa prima stagione. Cazzuto, bastardo e rompicoglioni al punto giusto. Anche se, per quanto mi riguarda, il mio debole và come al solito ai personaggi enigmatici dal ruolo piuttosto indefinito che avranno probabilmente più spazio nella serie successiva (non faccio nomi o riferimenti a particolari eventi dato che rischierei seriamente di rovinare la visione a qualcuno).
Il Season Finale poi, pur non essendo scioccante come quello della terza serie di Lost (e meno male, altrimenti dubito avrei retto il colpo), è sicuramente interessante e lascia spazio a sviluppi decisamente interessanti per quanto riguarda la seconda serie (soprattutto per quanto riguarda Hiro).
Questa prima serie verrà comunque trasmessa in italiano da mediaset a partire da Settembre. Il mio consiglio è comunque quello di gustarvi Heroes in lingua originale. Stiamo infatti parlando di un telefilm che secondo me perderà tantissimo con il doppiaggio italiano.
Per quanto mi riguarda io a Settembre mi guarderò al cento per cento la seconda serie, dato che sono veramente curiosissimo di vedere come va avanti 'sta storia.
Save the Cheerleader, save the world!

sabato 16 giugno 2007

F-Zero X

Nel lontano 1998 il Nintendo 64 non stava vivendo un periodo facilissimo.
Nonostante la sua ludoteca offrisse una gran quantità di titoli capolavoro il bestione nero della grande N faticava a tenere il passo del cosidetto "fenomeno Playstation" che in quei tempi iniziava a raggiungere proporzioni a dir poco titaniche.
Ricordo che all'epoca facevo la seconda media e i miei compagni di classe iniziavano a comprare o a farsi regalare una pleistescion. Tutti la conoscevano, tutti la volevano. Il Nintendo 64? Roba vecchia che va ancora a cartuccioni.
Non sono uno di quelli che condanna in tutti i suoi aspetti la diffusione del marchio Playstation, pur riconoscendo che questo fenomeno commerciale ebbe alcune conseguenze negative. Prima di tutto un'impressionante diffusione della pirateria (soprattutto qui in Italia). In secondo luogo il medium videogioco iniziò a diventare una cosa alla portata di tutti e non più di un'elitaria classe di nerd e hardcore gamer. Se questo da un certo punto di vista può essere visto come una cosa positiva, dall'altra bisogna osservare che questa massificazione portò la nascita di una notevole ignoranza videoludica. Tanti videogiocatori nuovi quindi, ma pochi di essi realmente appassionati informati sul mondo dei videogiochi. Molti, lo sappiamo, acquistarono una Playstation soltanto per moda o perchè il marocchino della piazzetta sotto casa gli permetteva di comprare 20 giochi masterizzati al prezzo di diecimila lire.

Questa situazione ebbe qualche ripercussione anche su di me (all'epoca dodicenne) che avevo iniziato a giocare con Super Mario World su SNES. Avevo una Playstation dal Natale 1995, ben prima che diventasse la console delle grandi masse, e fui uno dei primi a gustarmi giochi notevoli come Wipeout 2097, Tekken 2, V-Rally o Rage Racer. Avevo anche un Nintendo 64, certo, ma visto che intorno al 1998 tutti i miei compagni di classe iniziarono a dotarsi di una console Sony la mia attenzione iniziò a rivolgersi prevalentemente sui prodotti Playstation, dato che potevo discutere quotidianamente di essi con i miei amici a scuola (nonchè iniziare una serie di scambi che mi portarono a scoprire giochi fantastici come Ace Combat 2). Ho un sacco di bei ricordi di quel periodo, ma ciò non toglie che questa smodata attenzione per la console Sony rese la mia "seconda console" un casino sottosfruttata... Il mio Nintendo Sessantaquacchio iniziò infatti ad avere una posizione di secondo piano e così accadde che mi persi diversi titoli importanti che uscirono nel periodo 1998-1999 (tra cui addirittura Zelda OOT che però recuperai nel 2000 facendo penitenza in ginocchio sui ceci).

Uno dei giochi pubblicati nel 1998 per N64 che mi lasciai sfuggire perchè ero troppo occupato a pestarmi con Belli a Tekken 3 (bei tempi, cazzo, bei tempi!) è, appunto, F-Zero X. Fortunatamente ieri ho potuto porre rimedio a questa mia lacuna grazie alla Virtual Console del Wii.
Il primo commento dopo aver avviato il gioco e aver finito la prima gara è stato (senza censure): "Porca troia che cazzo di giocone che mi ero perso!"
Non sto nemmeno a dirvi che F-Zero X è il seguito dell'originale F-Zero per SNES perchè se siete arrivati a leggere fin qui senza rompervi le balle vuol dire che non vi chiamate Base, per cui dò per scontato che certe cose le sappiate già. Comunque sia, F-Zero per SNES nel lontano 1992 (o era 91 boh...) stupì per la sua velocità assurda e per l'uso del Mode-7 che ricreava una sorta di simil 3D.
La potenza del Nintendo 64 permise ovviamente di creare vetture e piste in vero 3D, utilizzando poligoni veri e propri.
A dire il vero visto in foto F-Zero X non fa poi molta impressione. I modelli poligonali delle monoposto appaiono spogli e privi di dettagli, mentre i circuiti sembrano sospesi nel vuoto. Niente scenari evocativi o cyberpunk alla Wipeot per intenderci. Solo la pista e il nulla.
Ma F-Zero X stupisce (anche oggi) una volta che lo si vede in movimento. Prima di tutto la velocità, la fottuta velocità. Laddove Wipeout pone enfasi sulle armi e i power-up più che sulla velocità vera e propria, F-Zero getta il giocatore su un circuito lanciato a 1000 Km/h contro altri 29 avversari (29, avete letto bene, e per l'epoca trenta avversari erano un numero pazzesco). E non ci saranno armi ad aiutarlo. Il giocatore potrà fare affidamento solo sulla capacità di guida e sulla conoscenza del circuito. In più dovrà stare attento a non danneggiare troppo la sua navicella altrimente KRAKABOOM e game over.
Rispetto a F-Zero per SNES le innovazioni potrebbero sembrare poche, ma non è così. Prima di tutto ora il sistema di controllo della monoposto è più complesso. Il controllo analogico permette una precisione che il D-Pad del SNES non consentiva e durante i numerosi salti si può modificare l'inclinazione del muso per guadagnare o diminuire velocità. Una cosa che in un certo senso ricorda vagamente Excitebike o il più moderno Excitetruck.
Senza contare che i numerosi circuiti presenti contengono un sacco di nuove idee come corse all'interno (o all'esterno) di tubi.
Per non parlare del numero spropositato di vetture e piloti disponibili e della favolosa colonna sonora che pur non potendo arrivare ai livelli qualitativi delle produzioni per Playstation (soprattutto a causa del supporto su cartuccia) si difende benissimo.
Insomma, qui stiamo parlando di un gioco di corse futuristiche validissimo che nel 1998 incarnava l'essenza della cosidetta Nintendo Difference (espressione che proprio in quel periodo iniziava a nascere tra i videogiocatori) e che contribuì a tenere alta la bandiera della grande N in un mondo che ormai sembrava dominato dalla Stazione Gioco di Kutaragi.
Playstation all'epoca aveva Wipeout 2097, mentre Nintendo gli contrapponeva F-Zero. Due giochi dello stesso genere, ma anche due giochi con una filosofia dannatamente differente.
F-Zero X è un titolo che, fra parentesi, oltre ad essere invecchiato benissimo, ha anche gettato le basi per quel capolavoro che è stato F-Zero GX per GameCube.
Poche balle, da scaricare, da giocare e da amare.

martedì 5 giugno 2007

Heroes [qualche considerazione]

In questi giorni mi sto guardando la prima stagione di Heroes, serie TV che oltreoceano ha riscosso un discreto successo e che qui in Italia verrà trasmessa da Mediaset a partire dal prossimo autunno.
Sono arrivato all'undicesimo episodio e devo dire che per ora la serie merita parecchio, soprattutto se, come me, siete appassionati di supereroi e fumetti in generale.
Heroes ricorda infatti una bizzarra via di mezzo tra Lost (da cui eredita una trama intricata e misteriosa) e un numero di X-Men.
I protagonisti sono tutti delle persone che scoprono di possedere superpoteri (c'è chi vola, chi si rigenera, chi viaggia nel tempo e così via) e, per un motivo o per l'altro, si ritrovano a dover salvare il mondo, coinvolti in una storia che è immensamente più grande di loro.
Numerosissime le citazioni fumettistiche.
A presto (ovvero quando avrò visto tutti e 23 gli episodi) per dei commenti più approfonditi.

venerdì 1 giugno 2007

Conan il Ragazzo del Futuro

Titolo originale: Mirai Shonen Conan
Regia: Hayao Miyazaki
Studio: Nippon Animation
Anno: 1978
Episodi: 26
Genere: Fantascienza

Miyazaki è un genio.
Basta.
Il guru dell'animazione giapponese, che recentemente è diventato piuttosto famoso anche in occidente grazie a La Città Incantata e al Castello Errante di Howl, è infatti il diretto responsabile di quella che è, forse, una delle serie animate migliori che io abbia mai visto.

In Conan c'è tutto. Una storia d'amicizia che scalda il cuore, una morale di fondo, tanta avventura e tanta ironia. In 26 episodi Miyazaki concentra quella che è l'essenza del cartone animato giapponese. Un'essenza che non è composta solo da combattimenti violenti, robottoni che se le danno di santa ragione e raggi di energia cosmica, ma anche da qualcosa di più semplice, qualcosa di dannatamente semplice che però solo i grandi registi e sceneggiatori sanno raccontare.

E' così che assistiamo alla storia di Conan e di Lana. Due bambini che, in un futuro non troppo lontano, rappresentano la speranza di un'umanità decimata da una guerra. Un'umanità che però sembra non riuscire del tutto a imparare dagli errori del passato e che rischia di darsi il definitivo colpo di grazia.
Ma Conan e i suoi amici riusciranno, con la loro purezza e la loro voglia di vivere, a cambiare la sorte del mondo.
Riusciranno a far capire alla gente che con la violenza, la guerra e l'odio non si va da nessuna parte e che l'unico modo per costruire un mondo migliore è collaborare insieme rispettando gli altri e la natura.

Volendo ben guardare Conan rispetta i clichè tipici degli anime: un protagonista ingenuo con una forza smisurata, la ragazzina da salvare, l'amico imbecille, l'amico ancora più imbecille, la nemica che a un certo punto si ravvede, il cattivo bastardo privo di qualunque inibizione morale che farà la fine che si merita... Tutto già visto ok. Anche i temi affrontati potrebbero sembrare un po' troppo zuccherosi e già visti. Qualcuno potrebbe insomma obiettare che, nel 2007, la visione di un anime come Conan può risultare pallosa, già vista.
Niente di più sbagliato.
Qui ci troviamo di fronte, come ho già detto, all'essenza del cartone animato giapponese. Miyazaki ha curato con amore lo sviluppo della trama e la caratterizzazione dei personaggi. Li ha resi vivi, indimenticabili. E i rapporti di amicizia o rivalità che li legano sono senza dubbio interessantissimi e tutt'altro che infantili. Lasciando un attimo da parte il rapporto tra Conan e Lana, che per quanto bello e commovente è forse il più scontato, colpisce molto il modo in cui Monsley è combattuta su quale sia la cosa giusta da fare. Tutto molto bello quindi. Non solo i due protagonisti sono interessanti, ma anche tutti gli altri sono tratteggiati splendidamente.

Senza dimenticare le ambientazioni, scenograficamente da urlo per i tempi: si va dal tocco di classe dell'Isola Perduta, con il missile schiantato sulla cima della montagna, fino ai claustrofobici cunicoli della torre di Indastria. Per non parlare della maestosità dell'Aereo Gigante di Lepka che per certi versi mi ha ricordato il Castello semovente di Howl. Non ho potuto infatti fare a meno di immaginare come sarebbe stato se fosse stato disegnato con la stessa (moderna) cura con cui è stato dipinto il castello. Da sbavo.

Vedere Conan era un piacere nel 1978 come lo è oggi. Come il buon vino più invecchia più le sue qualità vengono a galla.
Non si può fare a meno di affezionarsi a certe a certi personaggi. E non si può fare a meno di ringraziare Miyazaki-san per averci regalato una perla del genere.
E grazie anche a Carcanella và, che mi ha fatto scoprire questo anime.