lunedì 28 febbraio 2011

Oscar 2011: commenti veloci

Bene o male è andato tutto come mi aspettavo, a parte un paio di sorprese.
Quattro statuette per Il discorso del re.
Che dire, Colin Firth come migliore attore ci sta tutto.
Forse l'Oscar alla regia di Tom Hooper stona un po', considerando che il regista se la giocava con Fincher e Aronofsky.
E in effetti anche l'Oscar come miglior film farà parecchio discutere. Intendiamoci, Il discorso del re mi è piaciuto un sacco e lo reputo un gran film, ma bisogna anche dire che nel corso dell'anno appena trascorso sono uscite un sacco di pellicole altrettanto meritevoli.

Contento per i quattro Oscar a Inception, mentre sono abbastanza disgustato per i premi vinti da Alice in Wonderland, film bruttissimo che, per quanto mi riguarda, non si meritava un cazzo.
Ottimo il premio per la miglior colonna sonora assegnato a Trent Reznor per The Social Network e, parlando sempre del film di Fincher, doveroso anche l'Oscar ad Aaron Sorkin per la miglior sceneggiatura non originale.

Il miglior film d'animazione (chi l'avrebbe mai detto) è Toy Story 3 di Pixar.
Solo un Oscar per Black Swan invece, prevedibilmente quello di miglior attrice protagonista assegnato alla Portman.
Un solo premio è un po' poco però, in effetti Black Swan si meritava forse qualcosina in più.
Voglio andare a vedere The Fighter invece, più che altro per capire se la statuetta di Bale è meritata o meno.

venerdì 25 febbraio 2011

Il cigno nero

The Wrestler era un film strepitoso, perfetto nel suo saper tratteggiare la vita di un combattente giunto al termine della sua carriera, un lottatore incapace di arrendersi interpretato da un Mickey Rourke mai stato così in parte.
Con Il cigno nero tuttavia, Aronofsky ci propone un film ancora più intenso, un thriller psicologico viscerale e disturbante.

Così come il film precedente si reggeva quasi in toto sulle spalle di Rourke, anche Il cigno nero ruota principalmente intorno alla protagonista Nina, interpratata da una Natalie Portman in odore di Oscar.
Nina viene scelta come prima ballerina dal direttore della sua compagnia di balletto (uno straordinario Vincent Cassel) ed è così chiamata a impersonare sia il cigno bianco che il cigno nero nello spettacolo de Il lago dei cigni.
Estremamente dotata ma poco passionale, Nina è perfetta per ricoprire il ruolo del cigno bianco, mentre incontra serie difficoltà a immedesimarsi in quello del cigno nero.

La giovane ballerina deve quindi affrontare una lenta e ardua metamorfosi.
Una trasformazione dolorosa, autodistruttiva, che le chiede di scavare a fondo nel suo animo e di dare libero sfogo alle sue emozioni sopite, liberando una parte di sé stessa che fino ad allora non conosceva.
Il film è un lungo e appassionante viaggio nella psiche di Nina, la quale ci rende partecipi delle sue ansie e delle sue paure, facendoci quasi toccare con mano il suo desiderio di dare un senso compiuto alla sua esistenza, di autodeterminarsi, di scoprire e comprendere un lato di sé che la spaventa, ma che allo stesso tempo la attrae.

Questa trasformazione in cigno nero stravolge completamente le certezze di Nina.
Da una parte la ragazza si ritrova osteggiata da una madre iperprotettiva e opprimente, che proietta su di lei i suoi sogni infranti e che fa di tutto per scoraggiare ogni suo desiderio di maturazione.
Dall'altra deve fare i conti con Lily, una ballerina che rappresenta il suo opposto, tutto ciò che lei non è e non riesce ad essere.
Lily non è dotata come Nina, tuttavia vive facendosi trasportare dalle emozioni e dalle pulsioni, senza lasciarsi frenare o intimorire. Per questo motivo Nina la vede come l'incarnazione del cigno nero e la considera la sua rivale, il suo contraltare.

Il film di Aronofsky è stupendo anche per come riesce a rendere visivamente lo stato d'animo della protagonista.
Perchè il tutto si riflette sulle inquadrature, sul trucco, sulla scenografia e sulla colonna sonora.
Se è vero che Nina è comunque il perno centrale della pellicola, bisogna anche dire che Il cigno nero è un film che colpisce in ogni suo piccolo particolare, anche quello apparentemente più insignificante.

Per quanto mi riguarda, un capolavoro.

mercoledì 23 febbraio 2011

Il discorso del re

Diciamo un paio di cose veloci su questo film, che sono quattro giorni che ne parlo con tutti e alla fine tanto vale scrivere le mie impressioni anche sul blog.

Bel filmone, d'altronde me lo aspettavo.
Chiaramente l'ho visto in italiano e purtroppo devo ammettere che i miei timori si sono rivelati fondati. Infatti, dopo cinque minuti, si capisce che si tratta di un'opera che per essere apprezzata appieno andrebbe vista in lingua originale.
Poi il doppiaggio è ottimo, per carità, ma è per la sua stessa natura che la pellicola, a mio avviso, esige una visione in lingua inglese.
Tra l'altro non so neanche quanto senso possa avere guardare un film del genere coi sottotitoli. Come si fa a sottotitolare in maniera decente uno che balbetta?

La visione doppiata purtroppo non consente nemmeno di dare un giudizio effettivo sulla prova degli attori. Attori che in ogni caso, per quel che ho potuto constatare, ho trovato a dir poco eccelsi.
Bravissimi tutti, ma in particolare non si riesce a decidere chi sia il più monumentale tra Colin Firth e Geoffrey Rush (tranquilli, è doppiato da Vairano, non da Ubaldi).

Insomma, posso ritenermi soddisfatto, anche se sicuramente mi sparerò una visione in lingua originale per togliermi lo sfizio.
Nel complesso posso dire che Il discorso del re è un film curatissimo in ogni suo aspetto (fotografia e scenografia sono da applausi), girato con sapienza e graziato da un'ottima sceneggiatura.
Ma soprattutto è un film che coinvolge e che non risulta per nulla pesante. Il che non è poco, perchè insomma, viste le premesse c'era magari il rischio che venisse fuori un mattone.

Certo che dodici nomination agli Oscar sono una bella vagonata.

lunedì 21 febbraio 2011

Marvel VS Capcom 3: prime impressioni

Il crossover targato Capcom è finalmente uscito e io ci sto giocando da qualche giorno.
L'attesa è stata spasmodica, da queste parti si sentiva proprio il bisogno di un bel picchiaduro casinaro e ignorante. Fortunatamente i lunghi mesi passati a sbavare sui trailer e sulle news che circolavano in rete sono stati ripagati da un titolo di qualità.

Marvel VS Capcom 3 è uno spettacolo.
Lasciati da parte i tecnicismi di Super Street Fighter 4, Capcom ci propone un picchiaduro molto più accessibile e che non si prende troppo sul serio, con tanti eroi e villain impegnati a menarsi in una caciara micidiale, riempiendo lo schermo di esplosioni, flash colorati, raggi laser ed effetti di qualunque tipo.
Non bisogna però commettere l'errore di pensare che Marvel VS Capcom 3 sia un gioco con poca ciccia attaccata, visto che in realtà il sistema di combattimento si rivela ben più interessante di quanto possa apparire.
Inizialmente ci si trova magari un po' disorientati da tutto il bordello che si vede sullo schermo, ma è solo una questione di tempo. Basta fare qualche partita per abituarsi al ritmo di gioco frenetico e iniziare a capire come giocare in maniera decente, concatenando combo e mosse speciali.

Una cosa che probabilmente farà piacere a molti è che Marvel VS Capcom 3 si rivela giocabilissimo anche con un normale pad XBOX 360. Chiaro che con un fightpad o un arcade stick si ottengano risultati migliori, ma personalmente fino ad ora ho sempre giocato con un normale pad del girobotolo e non ho mai avuto problemi. E io sono uno di quelli che ritiene Super Street Fighter 4 ingiocabile con il pad della console Microsoft, badate bene.

Da vedere Marvel VS Capcom 3 è splendido. Davvero, in foto o in video non rende.
E' coloratissimo, i fondali sono meravigliosi e pieni di citazioni, come ho già detto c'è un sacco di roba che si muove sullo schermo e le super mosse sono spesso un autentico orgasmo per gli occhi. Bellissimo, dico davvero.

Parliamo adesso del controverso roster di combattenti.
I personaggi selezionabili non sono una mezza infinità come in Marvel VS Capcom 2, ciononostante non mancano volti interessanti.
Dante e Trish di Devil May Cry sono due ottime new entry, così come Viewtiful Joe o Arthur di Ghosts 'n Goblins.
Sul fronte Marvel si segnalano Thor e quel coglione di Deadpool, che senza alcun dubbio possiede la Iper-Combo più spassosa del gioco (in pratica mena l'avversario utilizzando la propria barra di energia. Così, tanto per infrangere ancora una volta la "quarta parete".).
Per quanto riguarda le donne và sottolineata la presenza di Phoenix e di X-23, clone femminile di Wolverine.
Il roster, dicevo, è comunque abbastanza controverso in quanto si nota la mancanza di alcuni personaggi importanti. Viene da chiedersi ad esempio che senso abbia aver messo nel gioco Zero e non Mega Man.
Oppure è inevitabile domandarsi perchè tra i villain Marvel abbiano inserito gente come M.O.D.O.K. al posto di qualche nemico più popolare (chessò, Carnage).
Tuttavia, a far supporre che l'attuale roster di Marvel VS Capcom 3 sia "provvisorio" ci pensa il fatto che a breve dovrebbe essere disponibile a pagamento un DLC con Jill Valentine e Shuma Gorath. Questo fa pensare che con ogni probabilità Capcom sia intenzionata ad ampliare la rosa dei combattenti rilasciando periodicamente nuovi personaggi.

Come vuole la tradizione Capcom, il boss finale (nientepopodimeno che Galactus) può rivelarsi una discreta rottura di palle, soprattutto per via di un paio di mosse che tolgono un bordello di energia e che risultano pure difficili da schivare.
Questo avviene almeno a difficoltà "normal".
Per quanto mi riguarda, giocando a livelli di difficoltà più bassi, non ho trovato Galactus una roba così impossibile come si legge in giro.
A livello "facile" o "molto facile" non dovreste avere particolari problemi a usarlo come sacco da boxe e metterlo al tappeto, sbloccando così i finali di tutti i personaggi e il relativo achievement.
Un consiglio che posso dare è di cercare di superare la prima fase con tutti e tre i vostri combattenti vivi e vegeti, per poi stargli addosso e riempirlo di mazzate senza lasciarlo respirare. Possibilmente, insieme al personaggio con cui volete finire il gioco, utilizzate due personaggi di quelli powah (tipo Dante, Chris, Cap, Iron Man o Magneto) e non avrete problemi.
Del tipo, mettiamo che vogliate portare a termine la modalità arcade con Phoenix (che è la combattente più vulnerabile del gioco e con due cazzotti è morta): affiancatele due picchiatori a vostro piacimento e usate questi due per sfiancare Galactus in breve tempo. Quando avrete quasi svuotato la barra di energia del divoratore di mondi fate entrare in campo Phoenix e usatela per dargli il colpo di grazia, magari attivando l'x-factor o utilizzando una bella crossover combo.
Insomma, per farla breve: Galactus può scassare la minchia, ma di sicuro non è una roba rognosa come il terrificante Seth dello Street Fighter 4 liscio. Anche perchè quello era sgravo in maniera allucinante anche al livello di difficoltà "seghetta".

Ecco, volevo scrivere due cose in croce ma come prevedibile mi sono lasciato prendere dal delirio logorroico.
In ogni caso Marvel VS Capcom 3 è un gioco che ogni appassionato di picchiaduro fracassoni (e di roba Marvel e Capcom) non dovrebbe farsi scappare.
L'unica cosa che potrebbe frenare dall'acquisto è che la modalità single player risulta piuttosto scarna, ma del resto stiamo parlando di un tipo di gioco pensato per essere goduto soprattutto in multi, quindi immagino che chi sia interessato a comprarlo sappia cosa aspettarsi.
Io comunque ribadisco che il giorno in cui mi faranno un Jump VS Marvel VS Capcom potrò morire felice.
Non succederà mai, ma sognare non costa niente.

venerdì 18 febbraio 2011

Bizarre Creations chiude

Oggi, 18 Febbraio 2011, Bizarre Creations chiude i battenti.
Per quanto mi riguarda è un giorno triste.
E' un giorno triste perchè i ragazzi di Bizarre hanno segnato la mia carriera videoludica con alcuni titoli meravigliosi.
Bizarre Creations mi ha fatto godere con i suoi giochi. E anche parecchio.

Tutto iniziò nel 1996, con l'ottimo Formula 1 per PSOne, giocone della madonna.
Ma l'amore vero per Bizarre sbocciò qualche anno dopo, con Project Gotham Racing.
Seguito di Metropolis Street Racer per Dreamcast, il primo Project Gotham fu, insieme ad Halo, il gioco che mi convinse a comprare un XBOX al lancio, in quel lontano Marzo 2002.
PGR era bello, cazzo se era bello.
E un paio di anni dopo arrivò pure il suo seguito, un titolo ancora più spettacolare, nel quale era presente un minigioco chiamato Geometry Wars, una specie di riuscitissimo ed assuefacente clone di Asteroids.

Ma fu con Project Gotham 3 che Bizarre divenne leggendaria ai miei occhi.
Credo che PGR3 sia stato uno tra i titoli di lancio migliori di sempre.
Il racing game Bizarre Creations era il titolo che più di ogni altro mostrava le capacità grafiche della neonata XBOX 360. Divertentissimo, visivamente sontuoso e con una visuale interna che fino ad allora non si era mai vista.
PGR3 è stato il primo gioco in assoluto che io abbia giocato su XBOX 360.
Ma non solo.
E' stato il primo gioco in cui io abbia sbloccato un achievement (!!!) ed è stato anche il primissimo titolo a cui io abbia giocato su XBOX Live (divertendomi tra l'altro come un pazzo).
Insomma, a PGR3 sono legato proprio a livello emotivo. Al di là dei meriti ludici, il titolo Bizarre è un gioco che ricorderò anche per motivi personali. Perchè in fin dei conti mi ha introdotto a una nuova era, quella in cui ci troviamo ancora oggi, quella delle console connesse ad internet, degli obiettivi, delle liste amici, dell'alta definizione, delle classifiche online e di tutti i vari cazzi e mazzi social.
Per me PGR3 è stato importante come lo furono Super Mario World o il primo Ridge Racer.

E a proposito di giochi che aprono ere.
Geometry Wars Retro Evolved: non solo fu il primo Live Arcade che acquistai, ma fu proprio il primo gioco che comprai in digital delivery.
Retro Evolved era un Geometry Wars ancora più bello, ma soprattutto una droga. Spesso sembrava strano accendere una console next-gen potentissima e passare le ore attaccati a un giochino del genere. Un giochino semplice, che di next-gen aveva apparentemente poco, ma con una giocabilità che levati.
Retro Evolved
aprì la gloriosa epoca dei Live Arcade di XBOX 360 che, dopo oltre cinque anni, ci hanno regalato delle perle meravigiose.

Ma la storia di Bizarre non si ferma qui.
Qualche anno dopo tornò con Project Gotham Racing 4, che ancora oggi ritengo uno dei migliori racing game disponibili sulla console Microsoft.
Anche quando divenne una software house multipiattaforma, Bizarre continuò a sfornare giochi interessanti come Blur o The Club.
Ma purtroppo, complici probabilmente dati di vendita non esaltanti, oggi Bizarre Creations chiude, congedandosi con un video d'addio.
Da parte mia non posso che dire un grazie grosso come una casa per tutti i capolavori con cui questa gente ci ha fatto divertire negli ultimi anni.
Grandissimi, ragazzi. Kudos a voi!
Una gara a PGR per rendervi onore uno di questi giorni me la faccio.

giovedì 17 febbraio 2011

Dead Space

Ho avuto questa meravigliosa idea di recuperare il primo Dead Space.
Il sequel, uscito qualche settimana fa, mi attirava un casino e così ho deciso di prendere anche il primo capitolo. Che insomma, mi pareva brutto giocare il due senza aver mai visto l'uno, anche e soprattutto perchè sono tre anni che ne sento parlare discretamente bene (inoltre non costa veramente un cazzo).

E in effetti Dead Space è figo ancora oggi.
Prima di tutto perchè è il gioco che più si avvicina alla mia idea di "survival horror moderno".
Dead Space è in buona sostanza un third person shooter ad ambientazione fantascientifica. Per farla breve è Resident Evil 4 che incontra Alien. Una discreta figata, insomma.

Dead Space è probabilmente uno dei titoli più disturbanti che mi sia capitato di provare negli ultimi anni.
Facendo le dovute proporzioni posso dire che giocarci mi ha dato le stesse emozioni che, ai tempi, mi diede Resident Evil 2. E non è una cosa da poco, considerando che sono anni che mi lamento di non riuscire a trovare un survival horror coi contromaroni.

E il titolo Visceral Games ce li ha sul serio i contromaroni, nel senso che è tosto, spaventoso e centra in pieno l'obiettivo di mettere chi gioca a disagio, di farlo sentire dentro un film horror.
Al di là dei difetti che si porta dietro (che sono comunque svariati, in primis una certa ripetitività), Dead Space stupisce per la sua componente ansiogena.
L'ansia attanaglia il giocatore anche grazie a un comparto sonoro da sballo, capace di farci sentire veramente a bordo di una nave spaziale infestata da spaventosi necromorfi.
Siamo soli e abbandonati in un ambiente ostile. Appena girato l'angolo potremmo trovare qualche mostro pronto a farci la pelle.
La tensione è palpabile e giocando si percepisce davvero quella sensazione di sopravvivenza precaria che contraddistingue tutti i migliori survival horror.

L'atmosfera.
E' probabilmente questa la cosa che più colpisce di Dead Space.
Si tratta di un titolo immersivo come pochi.
Anche i tocchi di classe fanno la loro parte per contribuire a questa strepitosa sensazione di immersione. Per dire, sembrerà una cazzata, ma il fatto che nel gioco manchino delle indicazioni a schermo e che tutte le informazioni relative alla barra di energia o alle puttanate varie siano visibili direttamente sulla corazza di Isaac è una figata grossa come una casa.
Lo stesso dicasi per i vari menu e i video, proiettati olograficamente davanti al personaggio. Bellissimo, son cose che fanno la differenza tra un gioco che si fa ricordare e una roba anonima.

Ma pure nel gameplay Dead Space convince. Bella la cosa che i necromorfi vadano mutilati per essere uccisi ad esempio.
Staccare gambe e braccia ai nemici, rendendoli inermi e inoffensivi prima di dargli il colpo di grazia, dà sempre enormi soddisfazioni.
E carina anche l'idea delle sezioni a gravità zero o nello spazio (anche se forse queste ultime sono state un pelo sotto sfruttate).

E vi dirò, parlando di scelte narrative spezzo una lancia anche in favore del protagonista muto.
Il fatto che Isaac non dica una parola in tutto il gioco secondo me contribuisce parecchio a incrementare quel fattore di "solitudine e claustrofobia nello spazio" che fa tanto Metroid.
Lo dico perchè ho iniziato Dead Space 2, in cui Isaac parla, e a mio avviso 'sta cosa và un po' persa. Ma ho giocato solo il primo capitolo, quindi magari avrò occasione di ricredermi.
E tra l'altro anche così Dead Space 2 mi ha già fatto saltare sulla sedia un paio di volte, quindi chissenefrega.

In conclusione: se amate i survival horror dovete assolutamente giocarvi Dead Space, perchè è la cosa migliore che il genere abbia da offrire sulle console HD.
Se poi Alien è uno dei vostri film preferiti non avete assolutamente scusanti.

Nota a margine: il personaggio doppiato da Dario Argento è qualcosa di agghiacciante. Fa quasi rimpiangere la gente doppiata da Pietro Ubaldi. Quasi.

venerdì 4 febbraio 2011

Che bella giornata

Non ero uno di quelli che smaniavano per andare a vedere il nuovo film di Zalone.
Prima di tutto a causa della mia allergia ai film natalizi attira-cagnara, ma anche perchè, in tutta sincerità, non sono neanche un così grande fan del personaggio.

Intendiamoci, non è che Zalone mi stia antipatico, semplicemente tutti i comici che arrivano da Zelig mi risultano abbastanza indifferenti. E in fondo non c'è nulla di strano in questo, considerando che l'ultima volta che ho visto una puntata di Zelig per intero correva l'anno 1999 e mi apprestavo a dare l'esame di licenza media.
Oltre a tutto ciò, bisogna aggiungere che il primo film del comico pugliese (Cado dalle nubi) mi aveva provocato lo stesso effetto soporifero delle pellicole con Ficarra e Picone.

Ma alla fine svariati giudizi insospettabilmente positivi mi hanno convinto a mandare affanculo le mie remore e ad andare a vederlo, 'sto film.
E vi dirò, entrato in sala ero anche moderatamente curioso, visto che in sostanza me lo avevano descritto come una tra le migliori commedie italiane degli ultimi anni.

E bisogna ammetterlo, Che bella giornata è davvero una bella commedia, un notevole passo avanti rispetto a Cado dalle nubi.
Non siamo ancora ai livelli dei migliori film di Aldo, Giovanni e Giacomo, ciononostante Zalone convince e strappa ben più di una risata.
La sua comicità ruspante diverte e si vede che non c'è la paura di rompere un po' le palle.
Perchè sì, la cosa bella è che in questo film vengono pigliati per il culo un po' tutti, a volte anche con una discreta dose di coraggio. Senza spoilerare, mi limito a dire che tra gli altri vengono presi di mira persino i militari italiani, a cui ormai non si può torcere un capello.

Poi è chiaro, non si sta parlando di una satira pungente e senza peli sulla lingua, alla fine più che di battute "cattive" si parla di frecciatine. Nessuno esce da questo film veramente distrutto, tanto per capirci.
Ma purtroppo questo è un difetto cronico di molti film comici italiani. Si tende a non infierire mai in modo veramente pesante, forse anche per paura di qualche polemica di troppo che potrebbe influenzare negativamente gli incassi.

Che bella giornata resta comunque un ottimo film e il comico pugliese si dimostra ben più capace di quanto si potrebbe pensare.
Sicuramente una pellicola migliore di molta altra spazzatura che si è vista nel periodo natalizio.
Chiaro, non è che ci voglia tanto in effetti.
Ma guardiamo il lato positivo, almeno IL film comico di questo Natale non è il solito cinepanettone che incassa solo perchè c'è Belen Rodriguez in bikini.
Che poi secondo me Belen Rodriguez è un cesso, ma di questo ne parlerò un'altra volta.

giovedì 3 febbraio 2011

Little Big Planet 2: i livelli consigliati dal Teo

Avete appena comprato Little Big Planet 2 e sentite un'irrefrenabile voglia di spararvi qualche bel livello della community?
Beh, in teoria non dovreste aver bisogno del mio aiuto, dopo tutto in questo sequel l'interfaccia che permette di navigare tra i livelli creati dagli utenti è migliorata dibbrutto e, per scovare le cose migliori, basta andare tra i "Preferiti Media Molecule" e provare roba a caso.

Tuttavia, nel caso siate pigri e abbiate bisogno di qualche consiglio più diretto, ecco a voi una bella selezione di livelli scelti dal sottoscritto.
Sono quelli che (fino ad ora) mi hanno convinto maggiormente. Senza ombra di dubbio nelle prossime settimane verranno pubblicate decine di altri livelli altrettanto meritevoli e non escludo di potervene consigliare altri a breve.

Buona lettura, ma soprattutto buon divertimento!


Classic Zelda 1-1


Avete presente The Legend of Zelda per NES?
Ecco, questo livello è uguale. Impressionante dimostrazione delle cose che si possono fare con l'editor di questo gioco.
Da provare.


Blast Radius

Twin Stick shooter ispirato a Super Stardust HD.
E' talmente fatto bene che potrebbe essere venduto sul Playstation Network. E probabilmente io lo comprerei anche.


The Cake Factory

Livello a tema dolciario che potrebbe farvi venire il diabete.
Stilisticamente è a dir poco impressionante. Inoltre è divertente e sfrutta alcuni dei nuovi gadget.


The Block Planet

L'autore è lo stesso di The Cake Factory e si vede. Anche qui ci troviamo di fronte a un livello caratterizzato da uno stile eccelso.
Non particolarmente impegnativo, The Block Planet propone una scampagnata in un'ambientazione blocchettosa e pure un giretto su una nave spaziale. E c'è addirittura una spruzzatina di TRON.


Rogue Panda Rescue

Livello a dir poco spettacolare, con un concept di gioco particolarmente interessante.
Dovrete attraversare il livello cercando di scovare tutti i sackbot panda nascosti.
L'impresa non è facilissima.


Black & White Planet 3


Altro livello artisticamente totale.
Completamente in bianco e nero, Black & White Planet 3 garantisce pure un discreto livello di sfida.
Straconsigliato.


Vietnam: FPS Advanced (With Co-Op Support)


Una specie di sparatutto in prima persona nel quale dovrete sbarazzarvi di un esercito di sackbot vietcong.
Ebbene sì, anche in Little Big Planet si esporta democrazia.
Questo livello è in realtà più simile a un Time Crisis che a un Call of Duty (non potrete muovere il personaggio, praticamente si può solo prendere la mira) ma, esattamente come Classic Zelda, aiuta a farsi un'idea delle potenzialità dell'editor.


The 2nd Li'l Platformer

Livello stilisticamente molto curato e realizzato in maniera certosina.
Un ottimo level design e una difficoltà non eccessiva lo rendono un vero piacere da giocare.