martedì 29 settembre 2009

Super Street Fighter 4


Confermato l'arrivo di Super Street Fighter 4.
Di certo, almeno per il momento, si sa che ci saranno due nuovi personaggi.
Uno è T. Hawk, direttamente da Super Street Fighter 2.
L'altro è una gentil donzella, una certa Juri che francamente non ho idea di chi cazzo sia, probabilmente un personaggio nuovo.
Dovrei essere un po' incacchiato per questo continuo mungere la vacca da parte di Capcom, dovrei magari scrivere un post di lamentele sul fatto che cribbio, non è possibile annunciare l'edizione migliorata di un picchiaduro a neanche un anno dalla sua uscita.
Ma onestamente non me ne fotte una minchia, quindi beccatevi 'ste due immagini e bòn.
Poi oh...
SUPER Street Fighter 4.
Fa molto anni 90'.
Bello.

lunedì 28 settembre 2009

Le mie console: Game Boy

Inizia l'autunno e inizia anche una nuova rubrica.
Una rubrica che, a onor del vero, avevo in mente da un bel po' di tempo. Anzi, da un sacco di tempo, pensate che l'idea risale addirittura ai tempi del mio vecchio blog di MSN, vale a dire 2006 inoltrato.
Come potete capire dal nome, in questi post parlerò delle mie console.
Delle loro caratteristiche, dei loro giochi, ma soprattutto dei ricordi ad esse legati.
Perchè il videogiocatore è un'anima romantica dopotutto e la console è un oggetto che può riportarci alla mente un sacco di ricordi belli o brutti. Più belli che brutti, forse.
Ebbene, allora cominciamo!
Partiamo dall'inizio...

Il Game Boy.
Il Game Boy è stata, di fatto, la mia prima console.
Non la console che mi ha fatto appassionare ai videogiochi, ci mancherebbe altro, per quello c'è tempo, ma è stato sicuramente il primo videogioco serio su cui io abbia messo le mani.
Ricordo che la prima volta che vidi un Game Boy avevo tipo sei anni, era il 1991 e mi trovavo al rifugio dei Laghetti, sopra Bormio 2000.
Vidi una bambina di qualche anno più grande di me che teneva tra le mani uno strano coso grigio di forma rettangolare.
Mi avvicinai e le chiesi cosa fosse. Mi spiegò che era come il GIG Tiger, ma che su quello potevi cambiare i giochi.
Continuando a non capire un cazzo, le chiesi di spiegarmi meglio.
Lei allora, un po' spazientita da quel bimbetto rompicoglioni, spense la console ed estrasse la cartuccia del gioco a cui stava giocando.
"Sono queste cassette qua", mi disse, "ognuna è un gioco!"
La prima volta che vidi la cartuccia di un Game Boy fu una sensazione strana ora che ci penso, una cosa quasi mistica. E' bizzarro perchè quella sensazione lì la provo un po' ancora oggi, anche se in misura chiaramente minore, quando afferro un pad di una console nuova per la prima volta.

Qualche mese dopo mio padre, una sera, tornò da Milano con un pacchettino.
Avevo iniziato da poco la prima elementare e voleva farmi un regalo.
Nel pacchetto c'erano un Game Boy (con Tetris) e due giochi: Turtles (per cui all'epoca andavo matto) e Balloon Kid. Credo che all'epoca Super Mario Land non fosse ancora uscito in Europa, ma potrei dire una mostruosa cazzata. Ovviamente buttai tutte le scatole nella spazzatura, come era uso comune ai tempi. Deficiente.
Tetris lo snobbai completamente (ma avrei recuperato alla grande negli anni successivi) e mi gettai a pesce sulle tartarughe ninja.
Naturalmente a giocare ero una chiavica mostruosa, peggio del Milan di adesso.
Riuscivo a superare a stento il primo livello.
Però che bella serata che fu!

In quegli anni il Game Boy fu un inseparabile compagno di viaggio.
Non era come le console portatili di adesso, che in spiaggia o al sole le puoi usare tranquillamente come specchio.
Col Game Boy ci potevi giocare veramente ovunque ed era ovviamente indistruttibile.
Poi va bè, all'epoca si era anche meno schizzinosi e feticisti, oggi se c'è un graffietto sullo schermo della PSP apriti cielo, ai tempi sullo schermo del mio Game Boy sembrava ci fosse passato Wolverine e ce ne sbattevamo il cazzo. Che tanto si riusciva a giocare lo stesso.
E poi sul Game Boy c'erano dei giochi a dir poco impressionanti.
Una console in bianco e nero, a 8 bit, non retroilluminata ma in grado di non sfigurare di fronte a niente.
Si pensi ai due meravigliosi Super Mario Land.
Giocati allo sfinimento per anni e anni.
Per non parlare dei Wario Land e dei tecnicamente impressionanti Donkey Kong Land (sì, il suffisso "Land" era decisamente in voga).
Roba a dir poco magnifica.
Avrei anche storielle interessanti da raccontare.
Alcune leggende metropolitane curiose, come una pellicola che, se applicata allo schermo, faceva diventare il portatile Nintendo una console a colori.
Oppure quell'altra che circolava, secondo la quale se prendevi una cartuccia del Game Gear e la tagliavi ai lati questa funzionava anche su un Game Boy. Chissà se qualcuno ci ha mai provato.
Ma anche roba vera.
Tipo mio padre che in giro per Como trovò in mezzo alla strada una cartuccia giapponese di Track and Field.

Tra una balla e l'altra il Game Boy è stata una console che ho consumato per quasi undici anni.
Fino al 2001, quando uscì il suo successore, il Game Boy Advance, console di cui parlerò a parte perchè ho quintali di cose da dire.
Se poi pensiamo che a Tetris qualche partitella saltuaria l'ho fatta fino all'uscita dell'episodio del DS, salta fuori che al Game Boy ci ho giocato dal 1991 fino al 2006. A dir poco impressionante.
Ovviamente il Game Boy ebbe diversi restyling estetici, tra cui il Game Boy Pocket e, soprattutto, il Game Boy Color.



Il mio Game Boy Color arrivò nel 1998 e ricordo che all'epoca fu una cosa abbastanza epocale.
Per la prima volta un portatile Nintendo era a colori!
In realtà la cosa era meno figa di quanto si potesse pensare visto che il Color non era neanche retroilluminato.

Tra l'altro è bizzarro pensare che il gioco simbolo del mio periodo "Color" sia stato un titolo nato per il vecchio Game Boy bicromatico: Pokèmon.
Agli inizi degli anni 2000 il fenomeno dei mostriciattoli tascabili iniziò a impazzare anche in Italia. All'epoca ero già grandicello in effetti, ciononostante non potevo ignorare questa mania dilagante che partiva proprio dal mondo dei videogiochi, in un titolo targato Nintendo tra l'altro.
Fu probabilmente il coinvolgimento della grande N che accese la mia curiosità, e così misi le mie manacce su Pokèmon Rosso. Quello che scoprii fu un jrpg dalle meccaniche di gioco semplici (e forse anche un po' vetuste) ma impreziosite dal fattore collezionismo.
Perchè cazzo, era veramente una figata "collezionarli tutti". O meglio, cercare di farlo.
E i due seguiti di Pokèmon Red e Blu, i fantastici Gold e Silver di cui a breve usciranno dei remake per Nintendo DS, erano ancora meglio (e finalmente, programmati per rendere al meglio sullo schermo a colori del Game Boy Color).
Ma la cosa veramente fantastica della saga Pokèmon era quella sorta di cameratismo che si creava con gli altri giocatori.
Per completare il gioco al 100% la socializzazione era fondamentale. Era basilare trovarsi con qualcun altro per eseguire scambi. Ed era bello farlo, parte integrante dell'esperienza di gioco.
Che figata poi quando si discuteva dei segreti e venivano fuori leggende metropolitane senza senso.
"Lo sai come si cattura Mew? Devi andare a sud della mappa usando Surf. Ecco, lì c'è un'isola! Arrivi lì, trovi una roccia. Usi Spaccaroccia cinque volte con intervalli di cinque secondi e trovi un passaggio! Entri nella grotta, vai in su, poi in giù, a destra, a sinistra, giri su te stesso saltellando su un piede solo cantando l'inno della Lazio, poi vai a destra. Ecco lì c'è Mew! Devi affrontarlo con un Pokèmon di livello multiplo di 5 e quando la sua energia è a metà gli lanci in successione quattro Pokè Ball, sei Ultra Ball e ancora quattro Pokè Ball. Poi lo paralizzi e SOLO a quel punto usi la Master Ball per catturarlo! A questo punto esci dalla grotta entro cinque secondi, se ci metti di più ti cancella i salvataggi!"
Che belle cose, ragazzi! E ovviamente c'era gente che ci provava! XD

Pokèmon a parte, comunque, su Game Boy Color si vide anche altra roba discretamente interessante.
Venne fatto ad esempio un remake a colori del bellissimo Zelda: Link's Awakening e uscì anche una sorta di interessantissimo episodio apocrifo di Metal Gear, il famoso Metal Gear Solid: Ghost Babel.
E poi ci sarebbe anche altra roba che purtroppo non ho mai giocato. I due Zelda Oracle of Ages e Oracle of Seasons ad esempio, ma anche Mario Golf e Mario tennis.
Sì, effettivamente devo ammettere che la mia ludoteca Game Boy Color fa abbastanza cacare il cazzo. Robaccia come Mortal Kombat 4, Gex, addirittura quella troiata epocale di Carmageddon... Una roba quasi imperdonabile, visto e considerato che all'epoca di videogiochi un po' ne sapevo ormai. Consideriamo poi che ho perso la cartuccia di Pokèmon Gold e il quadretto è completo! XD
Nel 2001 comunque il vecchio e glorioso Game Boy, anche se a colori, iniziava a sentire il peso degli anni ed era inevitabile che a breve sarebbe stato sostituito. Ma questa è un'altra storia, che racconterò moooolto più in là.
Nel prossimo episodio, se tutto va bene: Super Nintendo!

domenica 27 settembre 2009

District 9

Visto ieri pomeriggio, in condizioni a dir poco ottimali.
Sala quasi completamente vuota a parte me, un tizio sui sessant'anni e un ragazzo con la fidanzata.
Nessun marmocchio urlante, nessuna combriccola di adolescenti casinari, zero ruminatori di pop corn, neanche una ragazzina intenta a messaggiare per tutta la durata del film.
Uno sballo, praticamente la tranquillità del salotto di casa con la qualità del cinema.
Fosse sempre così sarei disposto a pagare anche dieci euro di biglietto per tutte le volte che vado a vedere un film.
Peccato che 'sta calma è una cosa più unica che rara, propria probabilmente degli spettacoli delle 14.30 di film di fantascienza un po' di nicchia. E peccato anche che in genere setteeuroesessanta di biglietto sono anche troppi per il bordello che c'è.
Già immagino la cagnara che ci sarà la settimana prossima per Bastardi Senza Gloria. Brrrr...

Ma parliamo di District 9.
Un film di fantascienza sui generis, che come saprete inizialmente doveva essere il famoso film di Halo, almeno prima che il progetto saltasse per aria.
District 9 non ha infatti nulla a che vedere con Spartan, Covenant, Flood e tutto l'universo creato da Bungie.

Ad ogni modo District 9 è una pellicola estremamente interessante ed è forse uno dei migliori prodotti fantascientifici degli ultimi anni.
In realtà i giudizi entusiastici stanno fioccando un po' da ogni dove, qualcuno si è anche sbilanciato pesantamente dicendo che District 9 è il nuovo metro di paragone della fantascienza moderna, come poteva esserlo stato Blade Runner prima di lui.
Io non mi pronuncio, preferisco andarci piano con i giudizi, anche perchè detronizzare mostri sacri come Blade Runner non è una cosa che si può fare così su due piedi.
Il film di Blomkamp è in ogni caso un piccolo gioiello, che sicuramente verrà ricordato molto a lungo.
Già l'immagine qui sopra parla da sola direi.
La nave madre che resta sospesa immobile e sinistra sopra Johannesburg è uno degli spettacoli visivi più ipnotici e suggestivi che si siano mai visti.
Il film si sviluppa inizialmente come una sorta di documentario per poi prendere pieghe narrative più classiche.
L'idea di fondo che fa da scheletro a tutta la vicenda è originalissima.
Alieni visti non come invasori o creature amichevoli, ma come profughi interstellari, costretti ad ambientarsi in un mondo che non è il loro e alla convivenza forzata con una specie diversissima. Il tutto poi si svolge in Sud Africa, con i risvolti che questo può comportare.
Ecco, un altro dei grossi pregi di questo film è quello di non essere ambientato in America, ma in Sud Africa. Che non è una mia sparata anti-yankee che butto lì tanto perchè fa figo, ma ha un suo perchè.
Il film ha chiaramente dei sottotesti politici riguardanti il paese in cui si svolge e questo lo pone a un livello superiore rispetto alle solite baracconate fantascientifiche che si vedono al giorno d'oggi.
District 9 riesce nella difficile impresa di miscelare una lunga serie di elementi apparentemente inconciliabili tra di loro.
E' un film che ad esempio, nonostante i temi trattati, riesce a essere anche ironico in certe situazioni che altrimenti sarebbero terribilmente tese. C'è umorismo in District 9, ma non è l'umorismo da commediola da quattro soldi, non è l'ignobile battuta sul robot con le palle di Transformers 2; è un umorismo più sottile, per certi versi grottesco. Qualcosa che ti strappa un mezzo sorrisetto storto nel bel mezzo di un momento ad alto tasso di drammaticità.
C'è anche tanto splatter, una violenza visiva che, seppur non raggiungendo mai livelli insostenibili e fastidiosi, non si vede tanto spesso in produzioni di questo tipo (almeno ultimamente).
Ma in District 9 ci sono anche momenti epici e momenti toccanti, tra cui un bellissimo rapporto padre e figlio, reso in maniera magistrale da due creature digitali, a dimostrazione che anche due pupazzi modellati al computer sono perfettamente in grado di commuovere.
Tutto questo insieme a tanti elementi più fracassoni come armi aliene a dir poco da cazzo duro, mutazioni genetiche, mech, guerriglia, sparatorie...
District 9 un film veramente massiccio, in cui si riesce a trovare di tutto.
C'è azione ma ci sono anche degli ottimi dialoghi e in genere si ha davvero la sensazione di star guardando qualcosa di veramente nuovo. Un film che finalmente ha delle idee e che non si limita a riciclare roba già vista.
Persino nei momenti in cui il film sembra vagamente prevedibile riesce a stupire.

E tutto questo ben di dio è realizzato con una cura maniacale, a partire dall'atmosfera che ricorda veramente in maniera impressionante capolavori videoludici come Half-Life 2.
Un plauso anche al protagonista, che per una volta non è il classico eroe della situazione. E' anzi un personaggio parecchio sfigato e anche un po' odioso, un essere umano a tutto tondo che riesce (grazie a dio) a non cadere nella trappola dello stereotipo.
Ed è proprio grazie a questo protagonista particolare e non tagliato con l'accetta che il film riesce a scongiurare i momenti di prevedibilità, visto che questo imbecille qualche cazzata deve sempre farla.
L'attore che lo interpreta, Sharlto Copley, è tra l'altro veramente bravissimo e da quel che leggo in giro è addirittura alla sua prima esperienza recitativa! Impressionante.

Insomma, non c'è dubbio che District 9 sia un tassello importante nel cinema di fantascienza di questi anni.
Da una premessa a dir poco originale si è riusciti a tirar fuori una storia girata ottimamente, ricca di spunti di riflessione e di momenti che faranno andare in brodo di giuggiole chi adora questo genere di film.
Da vedere a tutti i costi.
E a ripensarci per un film così sarebbe meglio avere la sala piena. La bella roba và premiata, lo dico sempre.

mercoledì 23 settembre 2009

Ma lo sapete...

... che ultimamente One Piece è proprio figo?
Nell'immagine: un ex membro della Flotta dei Sette, un idiota senza ciurma che indossa un cappello di paglia, una drag queen dalla testa enorme, un clown psicopatico che cade a pezzi e un uomo pesce che probabilmente sarà membro della Flotta dei Sette ancora per poco.
E il manga è solo a metà, trallallero trallallà!

martedì 22 settembre 2009

The Resistance

Ascoltare un disco dei Muse per la prima volta non è mai semplicissimo.
Infili il cd nello stereo, ti stravacchi sul divano, alzi il volume al massimo e ti immergi nella musica. E' un'immersione profonda, avvolgente, devi essere in vena e nella condizione mentale giusta per vivere un'esperienza del genere.
Quando il disco finisce non sai bene cosa minchia sia successo.
Ciò che hai appena sentito ti è piaciuto un casino, ti sei reso conto che Uprising è forse il pezzo più brutto dell'album così come Supermassive Black Hole era la canzone più brutta del disco precedente, ma non ti sei ancora fatto un'idea chiara.
I dischi dei Muse vanno riascoltati per essere apprezzati a fondo. Vanno assimilati per capire veramente quanto ci piacciono.
Un esempio? La prima volta che sentii Knights of Cydonia, che oggi è una delle mie canzoni preferite di sempre, rimasi piuttosto indifferente.

The Resistance è un disco impegnativo, sicuramente non apprezzabile da tutti e non chiarissimo a un primo ascolto.
Ma è anche un album complesso e coraggioso, che stupisce continuamente per la bellezza musicale che contiene.
C'è la voce di Bellamy, fantastica e struggente come sempre, c'è l'angosciante incipit di "Resistance" che dà il via a una delle canzoni migliori che io abbia ascoltato in questi ultimi tempi, c'è l'Orwelliana "United States of Eurasia"...
E poi c'è Exogenesis, grandiosa sinfonia suddivisa in tre parti che chiude il disco in maniera magistrale e sublime.
The Resistance è sicuramente una piccola opera d'arte, un quadro dipinto con le note che saprà riservare un'immensa goduria a coloro che si lasceranno trascinare dalle sonorità di questo geniale gruppo inglese, assaporandone la filosofia musicale fino all'ultima goccia.
I Muse, come sempre, non deludono.
E Bellamy sa anche preparare i pizzoccheri, cosa si può desiderare di più?

domenica 20 settembre 2009

Guida sulla pratica degli sport strani tra Venezia e Firenze

Assassin's Creed 2 è uno dei miei most wanted per quanto riguarda questa stagione videoludica.
Il primo episodio mi era piaciucchiato più per la storia, l'ambientazione e il periodo storico in cui si svolgeva che per il gameplay.
Già all'epoca dissi che ero curiosissimo di vederne un seguito.
Ebbene, questo attesissimo sequel uscirà a breve e, udite udite, sarà ambientato in Italia in epoca rinascimentale!
Anche stavolta saremo chiamati a rivivere le gesta di un membro della setta degli Hashashin che verrà probabilmente coinvolto in un complotto molto più grande di lui.
Non mancano ovviamente alcune perplessità.
Prima di tutto le perplessità legate al gameplay. La ripetitività del prequel sarà solo un lontano ricordo?
In secondo luogo sono un po' preoccupato riguardo alla localizzazione. Da italiano mi piacerebbe avere una localizzazione perfetta, rispottosa delle differenze linguistiche che passavano tra una città e l'altra. Non vorrei vedere la solita americanata con i veneziani che parlano come un napoletano così come non vorrei vedere una localizzazione italiana appiattita. Ma forse pretendo troppo.
Poi c'è un'altra cosa, che mi preoccupa già di più.
Leggevo infatti l'altro giorno su Game Pro che, secondo voci abbastanza affidabili, il boss finale del gioco sarà una personalità storica abbastanza sconvolgente.
Game Pro non rivelava l'identità di tale personaggio, sia perchè si sarebbe trattato di uno spoiler probabilissimo, sia perchè la redazione voleva evitare di far esplodere una "bomba" di questa portata. Game Pro ha infatti espresso la propria preoccupazione sul fatto che una volta che i media non specializzati verranno a conoscenza della notizia si potrebbe scatenare su Assassin's Creed 2 una "bufera senza precedenti".
Che dire, ovviamente penso che abbiate capito chi dovrebbe essere il "boss finale" del titolo Ubisoft.
Sì insomma, basta fare due più due per capire quale personaggio storico solleverebbe, nell'Italia di oggi, uno tsunami di polemiche se venisse presentato come antagonista da assassinare in un videogioco.
Prevedo un gran casino, ma spero onestamente di sbagliarmi.

Ah, ovviamente nel caso anche voi, come me, capiate di chi si sta parlando, vi chiedo di evitare di scrivere esplicitamente nei commenti l'identità di questo personaggio. Cercate di rimanere vaghi, che in 'sto paese di geni non si sa mai XD
EDIT: come non detto. Quel vecchio rompicoglioni di Nab ( :* ) ha rotto il silenzio omertoso ergo si può chiaramente dire che il buon Ezio, alla fine del gioco, dovrà spedire un Papa meschino, malvagio e corrotto (e probabilmente interista) all'altro mondo! Assassin's Creed 2 game of the year!

lunedì 14 settembre 2009

The Beatles: Rock Band


Già all'E3 si era intuito abbondantemente quanto amore ci fosse dietro al progetto di The Beatles: Rock Band.
Ma è solo dopo averci giocato per un'oretta, dopo aver suonato Twist and Shout, Ticket to Ride, I Want to Hold Your Hand e una manciata di altre "canzonette" che si comprende veramente il valore di questo gioco, che più che un gioco è forse da considerarsi un vero e proprio tributo a uno dei gruppi musicali più importanti del secolo scorso, forse anche il più importante.
E' solo dopo aver visto (e ascoltato) la magnifica introduzione del gioco e i filmati che fanno da intermezzo tra una tappa e l'altra della modalità storia che ci si rende conto della bellezza del titolo Harmonix.
Della bellezza sì, anche perchè al di là dell'ovvia magnificenza musicale ciò che colpisce di questo gioco è l'impatto visivo che pur nella sua semplicità riesce a essere ricco di carisma, psichedelico e fedele nel riprodurre quel tipo di estetica che non può non venire in mente quando si pensa ai Fab Four.
E' questo che devono essere i videogiochi musicali come Guitar Hero e Rock Band!
Non delle semplici compilation di canzoni da suonare senza provare nulla, ma dei veri e propri atti d'amore di una forma d'arte (il videogioco) verso un'altra (la musica).
Dev'essere il videogioco che, preso da un'immensa e incontrollabile attrazione per la musica, la prende a braccetto, dando così vita a qualcosa di nuovo e unico.

venerdì 11 settembre 2009

Cifra tonda!

30'000 punti di Gamerscore esatti!
Soddisfazione!

mercoledì 9 settembre 2009

Batman: Arkham Asylum

I giochi su licenza sono spesso vittime di pregiudizi.
Quando si parla di questo genere di titoli la prima cosa che viene in mente al giocatore navigato è probabilmente un gioco caratterizzato da un aspetto grafico scialbo e un gameplay agghiacciante.
A qualcuno probabilmente verranno anche in mente le recensioni dell'Angry Nintendo Nerd dedicate ai tie-in per NES di Ritorno al Futuro.
In realtà bisogna dire che nella storia dei videogiochi alcune volte capita che un gioco su licenza si riveli un piccolo capolavoro.
Il brand Star Wars, per dirne uno, ha generato in mezzo a tanta immondizia anche alcuni giochini di tutto rispetto come i due Kotor o il primo Jedi Knight.
E che dire di Indiana Jones and the Fate of Atlantis?
Certo, stiamo parlando di casi rari e probabilmente eccezionali, ciò non toglie che sia sbagliato fare di tutta l'erba un fascio.
Ma senza stare a scomodare mostri sacri, prendiamo anche il recente gioco dedicato agli inossidabili Ghostbusters: un titolo godibilissimo, piuttosto divertente da giocare, graficamente buono e assolutamente rispettoso dello spirito dei due film! Un ottimo risultato, no?

Batman Arkham Asylum fortunatamente rientra nella categoria dei giochi su licenza realizzati come dio comanda!
Ispirato al Batman fumettistico, Arkham Asylum ci permette di vestire i panni del Cavaliere Oscuro e di combattere il Joker (e una lunga serie di altri villain) all'interno dell'opprimente penitenziario di Arkham.
Il gioco è veramente ottimo. Stiamo parlando di un titolo d'azione e avventura in terza persona che riesce a miscelare vari generi senza per questo risultare un pastrugno ingiocabile.
Batman si controlla senza problemi, le fasi stealth sono ben riuscite e i vari marchingegni come il Batarang sono divertentissimi da usare. Tutto è amalgamato alla perfezione e non si ha mai la sensazione che qualche elemento di gameplay sia raffazzonato o buttato dentro tanto per...
La struttura del gioco mi ricorda in un certo qual verso quella di un Metroid, visto che la componente esplorativa è piuttosto marcata (almeno se si vuole finire il gioco con tutti i segreti) e poichè mano a mano che la storia procede si sbloccano determinati power-up che consentono di accedere ad aree della mappa che prima ci erano precluse, esattamente come accade nella serie Nintendo.
Persino le scazzottate sono ben fatte. Non stiamo parlando di un Ninja Gaiden, ovvio, ma tutto funziona a dovere e la cosa veramente bella è che le sequenze di combattimento sono "fisiche" e "maschie" come non mai: si ha veramente la sensazione di darle e prenderle!
Dal punto di vista dell'atmosfera Arkham Asylum non ha niente da invidiare a nessuno.
La storia principale riesce ad acchiappare come si deve grazie soprattutto a dei personaggi caratterizzati alla grandissima.
Il Joker ovviamente la fa da padrone: è un villain gigione, malsano, perverso e deviato come è lecito aspettarsi, senza nulla togliere a tutti gli altri.
Ma al di là della trama principale è proprio il girovagare per Arkham "giocando" ad essere Batman a dare coinvolgimento al giocatore. Ci si sente davvero nei panni del cavaliere oscuro ed è questa la sensazione impagabile.
L'immedesimazione è un fattore importantissimo per un titolo tratto da un fumetto.
Raramente un gioco su licenza riesce così bene (e con così tanta naturalezza) a restituire l'impressione di impersonare un super eroe.
Con Batman questa sensazione c'è eccome e il bello è che a fare da contorno c'è anche un gioco dannatamente valido. Anzi, direi che forse ci troviamo di fronte al più valido adattamente videoludico da un fumetto che si sia mai visto fino ad oggi.
Consigliatissimo a tutti, anche per chi magari il personaggio di Batman lo conosce poco.

Ah piccola nota finale.
Voglio fare un plauso al doppiaggio italiano del gioco, che è veramente ben fatto. Da quanto mi ricordo tra l'altro i doppiatori di Joker e di Batman sono gli stessi della serie animata che vedevo negli anni 90!
Ah, ovviamente se leggete questo blog spero che sappiate che nella versione americana il doppiatore di Joker è Mark "Luke Skywalker" Hamill! XD