domenica 28 novembre 2010

sabato 27 novembre 2010

Harry Potter e i doni della morte - Parte I

Decisamente meno merdoso di quanto credessi.
Se L'Ordine della Fenice si rivelò tutto sommato guardabile, Il Principe Mezzosangue era talmente brutto che faceva perdere ogni speranza di vedere una conclusione decente per la saga cinematografica di Harry Potter.
Non serve che io citi porcate come l'assenza dei flashback su Tom Riddle, l'inesistente battaglia finale, la mancanza del funerale di Silente, la distruzione della Tana e la quantità enorme di cose che nella pellicola venivano spiegate male. Chiunque abbia letto il libro (che per la cronaca è forse il migliore della saga) si ricorderà di quanto il sesto film facesse cagare.

Fortunatamente con I Doni della Morte le cose vanno decisamente meglio, stavolta il regista ha saputo gestire il baraccone con maggiore abilità.
Prima di tutto bisogna dire che l'idea di dividere il libro in due film è stata ottima.
Con il senno di poi avrebbero dovuto attuare una scelta simile anche per i due libri precedenti.
Perchè diciamocelo, Yates gli adattamenti non li sa fare e infilare TUTTO un libro di Harry Potter in un film di due ore e mezza è praticamente impossibile.
Il risultato lo abbiamo visto con Il Principe Mezzosangue: un sacco di tagli, oltre a tantissima roba spiegata alla cazzo e totalmente incomprensibile da chi non avesse letto il libro.
Dividendo il tutto in due episodi Yates ha avuto la possibilità di tagliare meno cose e di spiegarne meglio altre, ergo I Doni della Morte ne ha guadagnato parecchio in qualità e comprensibilità.
Certo, anche qui rimangono buchi, parti del libro completamente segate o fatti che accadono in maniera leggermente diversa, ma tutto sommato siamo nei limiti dell'accettabile.

La cosa sorprendente è che stavolta Yates riesce a tirar fuori dal cilindro qualche idea carina.
Per dire, la parte del libro in cui Harry, Ron e Hermione vanno in giro per l'Inghilterra in fuga dai mangiamorte mi preoccupava non poco, temevo che in un film potesse risultare parecchio pallosa.
E in effetti in un certo senso lo è, visto che è lentissima e priva di eventi di particolare rilievo.
Tuttavia Yates è riuscito a raccontarla in maniera veramente suggestiva, trasformandola in una specie di road movie dal sapore post-apocalittico.
I protagonisti viaggiano soli e abbandonati in mezzo a paesaggi desolati. Hanno la consapevolezza di stare combattendo contro un nemico oscuro e al di là delle loro possibilità.
La sensazione che sia inutile tentare di resistere è trangibile.
L'atmosfera è sconfortante e priva di speranza, mentre la radio che i tre ragazzi si portano dietro porta poche e confuse notizie dal loro mondo che precipita inesorabilmente verso il baratro.
Bello, francamente da Yates una cosa del genere non me la sarei mai aspettata.
In alcuni momenti questo settimo film di Harry Potter mi ha ricordato più pellicole come The Road o La Guerra dei Mondi di Spielberg piuttosto che i due precedenti episodi.
Il che è un bene.
Perfino la caratterizzazione dei personaggi ne guadagna, sebbene le capacità recitative degli attori principali siano poca roba (Radcliffe poi è il peggiore del trio).
Non mancano purtroppo un paio di scene tranquillamente evitabili, in pieno stile Yates dei vecchi tempi, introdotte solo per allungare il brodo e strappare una risata alla fauna di rincoglioniti ruminatori di pop-corn che và al cinema solo per vedere troiate come Transformers 2.
Ma è poca roba e grazie a dio le porcate sono controbilanciate da svariate scene ottime.

Adrenalinici ed entusiasmanti i combattimenti magici, diventati ormai delle sparatorie degne di un action movie coi controcoglioni.
In generale questo settimo film, esattamente come faceva il libro, abbandona ogni rimasuglio di prodotto per bambini e non ha paura di mostrare roba decisamente violenta.
I combattimenti si risolvono spesso con un morto o gente ferita gravemente, si vede parecchio sangue (la scena in cui Ron si "spacca" non mi aspettavo di vederla anche nel film), un paio di torture e cattivi veramente stronzi e inquietanti (figata l'incontro con i ghermidori e relativo inseguimento).

Stupendo il corto animato che racconta la storia dei Tre Fratelli, altro guizzo di genialità che da Yates non mi sarei aspettato.
Non è esattamente paragonabile a una roba figa come la storia di O-Ren Ishii in Kill Bill Vol. I, ma comunque spacca, merito anche di uno stile vagamente Burtoniano.

In definitiva direi che stavolta Yates ha fatto un buon lavoro.
Certo, non siamo ancora ai livelli di un capolavoro indiscusso, ma il passo avanti rispetto al sesto film è stato nettissimo.
Speriamo che la seconda parte continui su questa falsariga e riesca a dare alla saga cinematografica di Harry Potter (che comunque nel complesso resta deludente) una conclusione degna.

mercoledì 24 novembre 2010

PAC-MAN Championship Edition DX

Mioddio, è stupendo.
Graficamente è delizioso, con la possibilità di personalizzare il tutto scegliendo tra varie skin che modificano l'aspetto dei labirinti, di PAC-MAN e dei fantasmi.
Stile che cola da tutte le parti.

Il gameplay è il solito, quindi granitico e collaudato. Rispetto al PAC-MAN classico ci sono comunque svariate novità gradevolissime che contribuiscono a svecchiare la giocabilità. E' poi possibile scegliere tra differenti modalità di gioco e un bordello di livelli diversi.

E' uno di quei titoli che ti prendono come una droga: inizi a giocarci per una partitella di cinque minuti e finisce che devono staccarti dal pad con un l'aiuto di un piede di porco.
Bello, bellissimo.

L'essenza primordiale del videogioco rivisitata con sapienza in chiave moderna.
Provatelo, amatelo e compratelo.
Gli 800 Microsoft Points meglio spesi degli ultimi mesi.
Lascio anche un video perchè in foto non rende altrettanto bene.

lunedì 22 novembre 2010

Scott Pilgrim vs. The World

Prima di tutto: UCI Cinemas vaffanculo!

Ok, adesso che mi sono sfogato posso cominciare la recensione.
Scott Pilgrim vs. The World è uno dei film più win di sempre, laddove per "win" si intende una cosa o un fatto capace di titillare gli organi di piacere di un nerd come farebbe un' ipotetica trilogia di Star Wars girata da Christopher Nolan.
No vabbè, forse così è un po' troppo, ma comunque ci siamo capiti: Scott Pilgrim è una figata devastante dal primo all'ultimo fotogramma. Anzi no, dal logo Universal all'ultimo fotogramma.

Il perchè è presto detto.
L'ultima fatica di Wright riesce infatti nell'intento di combinare cinema e cultura pop-nerd come mai un film aveva fatto prima.
Scott Pilgrim, come il fumetto da cui è tratto, contiene una vagonata di citazioni pescate da anime, manga, comics e videogiochi 8 e 16 bit.
Chi è appassionato di tutta questa roba non potrà non adorarlo all'inverosimile.
Il bello è che le citazioni non sono fini a sè stesse, se fosse così Scott Pilgrim non sarebbe nulla di speciale o di diverso da puttanate come (quella merda di) Shrek.
Le citazioni sono parte integrante della pellicola, senza di esse Scott Pilgrim probabilmente non avrebbe nemmeno senso di esistere.
Sono la struttura portante su cui, di fatto, viene costruito tutto il film, dallo humour devastante che caratterizza le gag fino alle meravigliose sequenze d'azione.

Ogni scena contiene almeno un riferimento alla cultura nerd. Riferimento che può essere dei più disparati. Si và dal semplice effetto visivo fino ad arrivare al gingle di Zelda, passando magari per la citazione "colta" che capiranno solo i nerd più rincoglioniti.
Per fare un paio di esempi sappiate che la band in cui suona Scott si chiama "The Sex Bob-Ombs" e che in questo film ci sono le vite extra!
Ma si và anche oltre, visto che sono presenti addirittura citazioni di Akira, di Final Fantasy II o Mortal Kombat.
E poi tanti giochi di parole, quasi sempre difficilmente traducibili in una lingua diversa dall'inglese.
Scott Pilgrim è pieno di queste robe e forse una sola visione non basta per cogliere veramente tutto.

Leggendo queste righe uno potrebbe chiedersi se 'sta cosa funzioni davvero, se Scott Pilgrim vs. The World diverta sul serio.
La risposta è sì.
Ci troviamo di fronte a uno dei film di intrattenimento migliori dell'anno, su questo non ci sono dubbi.
In Scott Pilgrim c'è tutto, e nulla appare mai banale o scontato: c'è azione (tanta azione), c'è uno humour assolutamente originale e ci sono personaggi ottimi.
Ecco, magari il fatto che tutti i protagonisti siano dei ventenni hipster potrebbe dar fastidio a qualcuno, ma alla fine stigrancazzi. Ognuno di loro è ben caratterizzato e interpretato da attori squisitamente in parte.
A dare vivacità al tutto ci pensano un montaggio e una fotografia dal taglio fumettoso che rendono questo film una delle cose più spaziali che si siano mai viste su uno schermo.
L'impressione è che d'ora in poi tutti i film tratti da un fumetto dovranno in qualche modo fare i conti con le particolari scelte stilistiche di Scott Pilgrim.
Avete presente Viewtiful Joe? Ecco, a livelli di stylish siamo da quelle parti.

In conclusione Scott Pilgrim vs. The World non delude le aspettative e si rivela un filmone imperdibile.
Qualcuno ha anche detto che è un po' il film simbolo della nostra generazione.
Io non sono del tutto d'accordo, ma quel che è certo è che pochi altri lungometraggi sono riusciti a rappresentare sul grande schermo in maniera tanto efficace quel tipo di sotto-cultura nerdosa propria di chi è cresciuto a pane, fumetti e videogiochi.

E' un crimine contro l'umanità che qui in Italia sia stato distribuito col contagocce, in pochissime sale e senza un minimo di campagna pubblicitaria.
Ed è un vero peccato che non se lo stia filando praticamente nessuno.
Poi bè, è inutile che ci prendiamo per il culo, lo sappiamo tutti che qui da noi ci saranno al massimo quattro gatti in grado di capire e apprezzare un film come Scott Pilgrim.
E ora tutti a recuperare il manga fumetto.

venerdì 19 novembre 2010

Fallout New Vegas





Le robe più belle di questi video comunque sono le espressioni da rincoglionito che tiro fuori nei fotogrammi d'anteprima!
E dire che ho scelto i due "meno peggio"!

Ah, questo discorso su New Vegas purtroppo l'ho dovuto dividere in due parti perchè youtube non mi fa uploadare video più lunghi di dieci minuti.
E in dieci minuti purtroppo non ci stavo dentro, quando parlo di Fallout mi viene la logorrea galoppante.
Il bello è che avevo fatto un primo video più lungo che durava circa tredici minuti, ma a smezzarlo in due parti veniva una merda, per cui ho preferito rigirare tutto da capo.
Due coglioni.
Tra l'altro il primo video era anche molto più divertente e sciolto di questo, a ripetere le stesse cose per la seconda volta si perde inevitabilmente gran parte della verve.
Va bè oh, le risate grasse con battute scurrili annesse saranno per la prossima volta!

martedì 16 novembre 2010

domenica 7 novembre 2010

Teoria fighissima su One Piece #2

Ok, andiamo avanti con la mia teoria, che nel frattempo mi sono venute altre ideuzze.
Nab, su Facebook, mi ha fatto notare come l'idea del loop temporale sia abbastanza improbabile, anche perchè ciò comporterebbe una durata del manga a dir poco oscena.
Chiaramente ha ragione.
Mettiamo che a Rufy servano altri trenta-quaranta numeri per arrivare a Raftel.
Raccontare TUTTA la storia di Roger come si deve richiederebbe come minimo un'altra cinquantina di numeri. Come minimo.
Ciò vorrebbe dire che One Piece finirebbe intorno al 2030.
E va bene tutto, ma francamente sarebbe davvero troppo una rottura di coglioni, anche perchè nel frattempo il baraccone finirebbe inevitabilmente per venire a noia.
Alla fine lo sappiamo già che fine fa Roger, no?

Io però sono riuscito a mettere una pezza anche a questa magagna.
Oda potrebbe risolvere il tutto adottando una narrazione "alla Lost".
Nei trenta-quaranta volumi che ci separano dalla fine di One Piece potrebbe inserire dei frequenti flashback sulla vita di Roger ad ogni saga che i Mugiwara dovranno affrontare.
Ed è altamente probabile che accada davvero.
Per dire, quando salterà fuori Shanks trovo scontato che assisteremo al flashback che ci spieghi come ha ricevuto il cappello di paglia da Roger.
Stesso discorso per Dragon: flashback che spiega che rapporti c'erano tra i due.
Cose simili potrebbero accadere per Jimbe e per tutti gli altri personaggi del Nuovo Mondo che, in qualche modo, hanno avuto a che fare con il Re dei Pirati.
La struttura dei flashback di One Piece rimarrebbe la stessa (personaggio chiave di una saga con flashback annesso), ma ognuno di essi dovrebbe essere legato a doppio filo a Roger.

Naturalmente in nessuno di questi flashback bisognerebbe lasciar intendere che Rufy e Roger siano in realtà la stessa persona.
Tante somiglianze, magari anche qualche indizio velato, ma nessuna prova concreta.
Il colpo di scena avverrebbe appunto solo alla fine, una volta arrivati a Raftel.
Qui assisteremo a un flashback in cui vediamo Roger sciogliere la ciurma dopo essere diventato Re dei Pirati, per andare a scontrarsi con Barbanera (come dicevo nel precedente post).
Nel presente invece Rufy troverà il biglietto lasciato da sè stesso e si renderà conto dell'incredibile verità.
Noi lettori ci renderemo conto di non aver assistito a dei flashback su Gold Roger, ma alla storia di Rufy adulto.

A questo punto accadrà qualcosa che porterà Rufy nel passato e inizierà la storia di Rufy/Roger, che ovviamente noi abbiamo già visto nei flashback (almeno i punti salienti di essa) e che quindi potrà essere tranquillamente time-skippata!
Ergo Oda potrà andare direttamente a raccontare l'agognato epilogo di One Piece.
La vicenda del manga riprenderà infatti dopo lo scioglimento della ciurma di Roger, con quest'ultimo che affronterà Barbanera nell'ultimissima saga del manga.
Ovviamente questa teoria presuppone che i Mugiwara non tornino nel passato insieme a Rufy.
Ciò non sarebbe un problema, visto che nei flashback la loro presenza non sarebbe necessaria.

Gestendo la cosa in questo modo Oda riuscirebbe senza problemi a far terminare One Piece in tempi ragionevoli.
Vedremo, vedremo.

Burrone Eastwood

Ma lo sapete che non ci avevo mai fatto caso?
Tra l'altro che figate che si scoprono grazie ai contenuti speciali dei blu-ray.
Tipo che il Biff del futuro, quando torna nel 2015 dopo essere stato nel 1955, doveva scomparire esattamente come fa Marty nel primo film perchè la Lorainne del 1985 alternativo gli avrebbe sparato intorno al 1996.
E in effetti nel film si vede che il Biff del futuro ha una specie di malore appena scende dalla Delorean rubata.
Che dire, questa trilogia è sempre troppo win!

sabato 6 novembre 2010

Teoria fighissima su One Piece

Nell'ultimo capitolo di One Piece abbiamo assistito a un breve flashback di Rayleigh che ci rivela due cose di incredibile importanza:
- L'aspetto di Gold Roger da giovane.
- Il fatto che il proprietario originale del cappello di paglia fosse proprio Roger.

A qualcuno l'incredibile somiglianza tra Rufy e il Re dei Pirati è sembrata un po' forzata.
Io francamente non mi sono stupito più di tanto. Più di una volta nel corso del manga si è posta enfasi su quanto i due si somigliassero e inoltre anche il Roger adulto mi ha sempre ricordato in qualche modo Rufy.
Se a Roger toglievi i baffoni la sua faccia era quella di Rufy, possibile che nessuno l'abbia mai notato? Cavolo, ci sono più somiglianze con lui che con Dragon!

Ora, questa somiglianza ha iniziato a far lavorare la parte del mio cervello dedita alle pippe mentali.
Nel corso di questa settimana ho elaborato una teoria.
Una roba malatissima, in confronto la pippa mentale che mi ero fatto su Lost era sobria.
Volevo bloggarla questa storia su One Piece ma mi son detto di no, che era una roba fin troppo fuori di testa.
Oggi però vado sul forum di gamesvillage e vedo che un tizio ha avuto un'idea molto simile alla mia.
Naturalmente tutti a parte me lo hanno preso a insulti 'sto poveretto (che si è pure preso la briga di spiegare meglio la cosa disegnando uno schemino, pensate che eroe), ma io mi sono complimentato dicendogli che anch'io avevo pensato una cosa del genere e che non è solo in questo mondo triste e grigio in cui le idee geniali vengono bollate come thrashate.

Quindi bè, spieghiamola questa teoria, che immagino che non starete più nella pelle di scoprire la verità su One Piece.
In sostanza Rufy arriva a Raftel e, al posto dello One Piece, trova un messaggio di Roger rivolto esplicitamente a lui.
Non a un ipotetico "futuro Re dei Pirati" eh, proprio a Monkey D. Rufy.
Nel messaggio vi è solo una criptica frase che recita: "Tu sei me!".
Rufy in un primo momento interpreta la cosa come un "Tu sei il mio erede!" e non ci bada più di tanto.
In seguito succede un enorme casino (che chiaramente non ho idea in cosa possa consistere, ma immagino qualcosa che abbia a che fare con la Civiltà Perduta, Barbanera e le armi ancestrali), e in sostanza Rufy si ritrova catapultato insieme alla sua ciurma indietro nel tempo.

Qui scopriamo la sconvolgente verità: Roger è Rufy tornato nel passato!
Il significato di "Tu sei me!" era proprio questo.
Tuttavia Rufy scopre che oltre ai mugiwara è finito nel passato anche Barbanera, intenzionato a cambiare il corso della storia.
Rufy a questo punto comprende la sua missione di salvatore del mondo (ehm..), và da Rayleigh e gli chiede di partire insieme a lui e ai suoi compagni (il flashback a cui assistiamo in questo capitolo).
Inizia così il viaggio di Rufy/Roger.

Come sappiamo a un certo punto della storia Roger si ammala.
La famosa malattia non è altro che la conseguenza dell'uso eccessivo del Gear Second e delle cure ormonali di Ivankov.
Chopper non è in grado di occuparsi da solo di questa malattia, quindi Rufy/Roger raccoglie a bordo anche Crocus.
La ciurma si allarga e tra i mozzi arriva anche il giovane Shanks, a cui ovviamente Rufy dona il suo cappello, dicendogli che un giorno il destino gli suggerirà a chi deve donarlo.
Giunto verso la fine del suo viaggio Rufy/Roger incontra Portuguese D. Rouge, concepisce Ace (che quindi in realtà è il figlio di Rufy, ecco spiegata anche la somiglianza tra i due), si scontra con Barbabianca e incontra il giovane marine che in futuro diverrà suo padre, Dragon, cambiandolo e facendolo diventare un rivoluzionario.

Rufy/Roger, dopo essere arrivato a Raftel ed essere diventato ufficialmente il Re dei Pirati, decide di sciogliere la sua ciurma e di partire insieme ai suoi vecchi compagni (i Mugiwara attuali) per lo scontro finale con Barbanera (nessuno sa cosa abbia fatto Roger in quell'anno che passa tra la separazione della sua ciurma e la sua esecuzione).
Dopo aver sconfitto Teach, Rufy/Roger capisce che la sua missione è conclusa e che il mondo è salvo.
I Mugiwara tornano nel futuro e supplicano Rufy di partire con loro.
Rufy tuttavia rifiuta e li saluta per l'ultima volta.
Si lascia quindi catturare dal suo futuro nonno (Garp) e viene giustiziato a Rogue Town, dove muore sorridendo ed esortando il mondo a cercare il suo tesoro.
Fine.

Chiaramente è una teoria con dei buchi grossi come una casa, ma a mio avviso una cosa del genere potrebbe essere figa.
Peccato che sia alquanto improbabile, visto che dall'unica immagine del giovane Roger che abbiamo a disposizione si nota la mancanza della cicatrice sul petto.
Però figata.

UPDATE:
Mi sono venute in mente un altro paio di cosette:
- Questione frutto Gom Gom: sono fermamente convinto che, prima di Rufy, il possessore del frutto Gom Gom fosse proprio Portuguese D. Rouge, la quale sarebbe riuscita a ritardare il parto proprio grazie ad esso.
E se Rufy/Roger stesso le avesse "trasmesso" in qualche modo il frutto (un po' come accade tra Barbanera e Barbabianca)?
- Il fatto che Roger sentisse la "voce delle cose". Il fantomatico potere di Gold Roger, di cui si sa poco o nulla. Potrebbe semplicemente significare che Rufy/Roger conosceva il futuro (oltre che la veritá sui cento anni bui).

venerdì 5 novembre 2010