lunedì 26 luglio 2010

Metal Gear Solid: Peace Walker

Peace Walker è probabilmente il gioco più impressionante uscito fino ad oggi sull'ormai vecchio e acciaccato portatile Sony.
Graficamente piuttosto impressionante, stilisticamente ottimo e dotato di un gameplay profondo e pieno di cosette interessanti, cosette che forse sarebbero risultate fighe anche in un Metal Gear sviluppato per una console casalinga.

La storia di questo Metal Gear si riallaccia a quella di Snake Eater. Il protagonista è sempre un "Che Guevariano" Big Boss, leader dei Militaires Sans Frontières, mercenari chiamati a liberare la Costa Rica da un misterioso gruppo militare interista.
La trama è molto interessante, anche se spesso si perde tra il marasma di missioni secondarie e di cose da fare.
Non voglio fare spoiler, dico solo che i collegamenti con Metal Gear Solid 3 (e con gli altri episodi della serie) ci sono e hanno un notevole peso.
Sotto questo punto di vista Peace Walker potrebbe essere considerato a tutti gli effetti un Metal Gear Solid 5, anche se il gioco ha il gran pregio di poter essere godibile pure da chi non conosce a menadito la saga Kojimiana.

Ma è sotto il profilo ludico che Peace Walker brilla di luce propria.
Questo Metal Gear è un vero spettacolo da giocare.
La longevità è alle stelle e le missioni sono una mezza infinità. Vi ci vorranno circa una ventina di ore per completare la storia principale (il che già non è poco), ma poi avrete a disposizione tantissime missioni secondarie che vi garantiranno ore e ore di gioco.
Il titolo, oltre alle fasi di gioco classiche, offre poi una semplice ma profonda fase gestionale.
Il giocatore è infatti chiamato a gestire la base dei Militaire Sans Frontières. Qui si potranno assegnare uomini a diverse squadre che si occuperanno di svariate mansioni.
C'è la squadra di combattimento che potrà essere mandata in piccole missioni in giro per il globo, quella di Ricerca & Sviluppo che consente di creare nuove armi e oggetti, la Squadra medica che cura i soldati feriti e così via.
Gli uomini potranno essere reclutati in modo semplice e veloce nel corso delle normali missioni, così come i mezzi. State combattendo contro un carro armato? Evitate di distruggerlo ed uccidete semplicemente il comandante al suo interno. In questo modo il mezzo sarà vostro.

Il gameplay di Peace Walker offre senza dubbio delle enormi soddisfazioni, vuoi per la quantità impressionante di cose da fare e vuoi per il tasso di sfida sempre alto. Ecco, forse pure troppo alto in determinati frangenti.
Questo Metal Gear non ha il livello di difficoltà selezionabili e alcune missioni (soprattutto certi boss fight) sono toste e frustranti all'inverosimile. L'impressione è che il livello di difficoltà, in alcuni casi, sia stato bilanciato pensando alla modalità cooperativa.
Cosa non bellissima considerando anche che questo titolo consente il multiplayer solo in modalità ad hoc. In realtà si potrebbe aggirare la cosa con ad hoc party, ma alla fine sticazzi eh.
Cioè, NON ESISTE che io giochi online sulla PSP (console che uso prevalentemente in posti dove non ho una connessione tra l'altro).
Il gioco può comunque essere tranquillamente portato a termine anche giocando in single player. Mettete in conto di farvi scappare un paio di bestemmie però, ecco.

Il livello di difficoltà cazzuto inoltre può risultare ulteriormente antipatico anche per via di un annoso problema di PSP con i giochi di questo tipo: i controlli.
Peace Walker offre la possibilità di scegliere fra tre sistemi di controllo differenti, ma nessuno di questi a mio avviso offre una precisione soddisfacente. La sensazione è che con un secondo stick analogico si risolverebbero parecchi problemi.
Ma questo, come detto, è un problema di PSP, non di Peace Walker in sè, che anzi fa di tutto per cercare di offrire un sistema di controllo all'altezza della situazione.

In conclusione Metal Gear Solid: Peace Walker è un ottimo capitolo della saga e probabilmente uno dei migliori giochi disponibili per PSP.
Un titolo massiccio, ottimo se avete voglia di giocarvi qualcosa di qualità durante le ferie.
Se poi avete un amico PSP-munito con cui giocare in coop bè, non avete proprio scusanti.

mercoledì 14 luglio 2010

1,21 gigowatt!!!

Come probabilmente saprete, Telltale Games è attualmente al lavoro sugli adattamenti videoludici di due storiche saghe cinematografiche: Jurassic Park e Ritorno al Futuro.
Le aspettative sono alle stelle, anche se finora non si sa ancora niente riguardo al genere, al gameplay o allo stile grafico che verrà adottato.
E' tuttavia altamente probabile che avremo a che fare con due titoli d'avventura sulla falsariga degli episodi di Tales of Monkey Island.
Grasso che cola quindi.

La roba figa comunque è che Telltale ha aperto un sondaggio per valutare le aspettative dei fan sul gioco di Ritorno al Futuro.
Vi lascio il link qui.
Se siete anche minimamente interessati a questo gioco vi consiglio di compilarlo. Ci impiegherete qualche minuto, ma penso che ne valga la pena. Se non altro perchè trovo veramente lodevole che degli sviluppatori si interessino così tanto a ciò che piace ai fan prima di mettersi seriamente al lavoro su un tie-in. Denota serietà, professionalità e poca propensione alla presa per il culo.

Altra roba figa è che nel sondaggio in questione troverete pure quattro abbozzi di sceneggiatura che, chissà, potrebbero finire per far parte del gioco vero e proprio.
Ve li lascio qui di seguito:

June 18th, 1938. Young Emmett Brown is about to announce his engagement to gold-digging young woman, turning his back on scientific pursuits forever. If Marty and Doc can’t bust into the party and get a singular Jules Verne novel into his hands, Emmett will never invent the time machine, a possibility too horrible to contemplate. Maybe they can sneak in with the swing band…

June 11th, 1968. Weaving their way through the peace protestors outside the courthouse, Marty and Doc surreptitiously use Doc’s temporal scanners to look for the mssing objects scattered through time by the wreck of the Time Train. After a number of dangerous encounters with riot police and hippies, there’s only one artifact left… the remnants of the train’s flux capacitor... repurposed as a peace necklace.. around the neck of a VERY pregnant Loraine McFly. Marty suddenly remembers that he’s going to be born tomorrow…


May 12th, 1986. After stopping Biff Jr. from getting in a fight with his time-displaced son, Marty leaves the dance floor and sneaks into Strickland’s office, looking for the keys to the detention hall. He doesn’t know how three teenagers from 2010 got their hands on a time-travelling Delorean, but the most important thing now is getting them locked up in one place before they mess up everyone’s future…assuming they haven’t already…

November 5th, 2010. Working together, Teen Marty, Doc, and Present Day Marty finally corner the man who made off with Doc’s Time Train. While they argue about what to do with the well-intentioned time-hopper, a scary black vehicle appears out of nowhere. A familiar bulky presence steps out and confronts them. ‘Detective Tannen, Temporal Preservation Squadron.’ I’m afraid you’re all under arrest’…

Secondo me il migliore è l'ultimo.
Marty del 1985 ai giorni nostri sarebbe spettacolare e lo stesso dicasi per un Tannen tempoliziotto.
Voi che ne pensate?

martedì 13 luglio 2010

Toy Story 3

Seriamente: Pixar, hai rotto i coglioni.
Non è possibile che tutte le volte vada sempre così.
Non è possibile che a ogni film che sforni io mi ritrovi a uscire dal cinema ridotto a uno straccio, segnato da un'esperienza che mi ha commosso ed emozionato come non mai.
Non è possibile che io mi ritrovi tutte le volte a scrivere recensioni farcite di paroloni come "capolavoro", "divino", "splendido", "meraviglioso" e "micacomequellaputtanatadiShrek".
No, davvero, basta!
Basta sfornare film così belli, basta dare così tanta merda a tutto e a tutti!
Che tanto il mondo è pieno di stronzi che considerano roba come Up una commercialata per bambini. Chi te lo fa fare, Pixar?
Almeno per il prossimo film concedimi una pausetta, fammi uscire dal cinema soddisfatto ma non sconvolto da tanta immane bellezza.
E anche con 'sti corti, hai rotto le palle! Basta!
Che non è possibile che tutte le volte sono già lì che mi batto i pugni sul petto a mo' di gorilla ancora prima dell'inizio del film!

Ok, dai, ricomponiamoci e parliamo di questo Toy Story 3, ideale e sublime capitolo di chiusura di una trilogia iniziata nel lontano 1995.

Iniziamo col dire che Toy Story 3 NON E' un film per bambini.
O meglio, in parte lo è, senza alcun dubbio è un film godibilissimo anche da un pubblico non maturo. Trovo comunque che per apprezzare al meglio l'ultima fatica Pixar sia necessario non solo aver bene in mente Toy Story 1 e 2 (se non ve li ricordate riguardateveli prima di andare al cinema, ve lo consiglio), ma anche avere una certa età ed aver smesso da parecchi anni di giocare coi pupazzetti di plastica.
Bisogna insomma riuscire a vedere il film da una giusta prospettiva. Bisogna essere un po' come Andy.
Se dopo la visione uscirete dalla sala e vi chiederete che fine abbia fatto quel pupazzetto di Conan con cui giocavate in seconda elementare bè, allora probabilmente siete abbastanza vecchi per "comprendere" appieno Toy Story 3.
Un bambino si divertirà dall'inizio alla fine ok, ma bisogna essere degli adulti per cogliere appieno tutti i messaggi presenti nella pellicola e avvertire quella patina di malinconia che pervade tutto il film.
Ebbene sì, malinconia. Toy Story 3 è un film strano e, come molti capolavori, possiede molteplici volti.
E' divertente, ma anche triste.
E' colorato, ma anche cupo.
E' spensierato, ma profondo.

Si potrebbe discutere a lungo su quale sia il miglior film della trilogia.
Il primo Toy Story ha un'importanza storica notevole, il secondo è un film migliore sotto tutti gli aspetti e inizia a fare intravedere quella maturità di contenuti tipica dei film Pixar più recenti (Up su tutti).
Il terzo Toy Story è però un vero e proprio macigno a livello emozionale.
Oltre ad essere un film solidissimo dall'inizio alla fine, senza cali di ritmo e senza cadute di stile di alcun tipo, è soprattutto un susseguirsi continuo di momenti toccanti che non possono fare a meno di commuovere chi, come me, è cresciuto guardando i vecchi due film e affezionandosi a Woody, Buzz e compagnia plasticosa.
In questo senso Toy Story 3 è chiaramente figlio della Pixar degli ultimi tempi, quella che riesce a rendere espressivo un robot che non parla e ci riduce in lacrime dopo neanche un quarto d'ora dall'inizio di un film.
Dal lato emotivo, vuoi anche per l'attaccamento che si è creato negli anni verso i personaggi, Toy Story 3 vince a mani basse.
Lo si capisce già all'inizio del film, ma è nella parte finale che arrivano due momenti tra i più belli della storia del cinema targato Pixar e non solo. Allucinante, davvero.
Non faccio spoiler, ma guardate il film e capirete.

Ma Toy Story 3 è anche un ottimo film per quanto riguarda le gag e le scene fracassone.
Stupenda la quasi onirica sequenza iniziale ad esempio, perfettamente in grado di far capire come possa essere incredibile la fantasia di un bambino.
La parte comica funziona a meraviglia e anche qui si capisce al volo quanto Pixar sia avanti rispetto a tutti gli altri.
Battute geniali e sempre intelligenti, sequenze drammatiche alternate ad altre che ti piegano in due dal ridere, gag che vien da chiedersi come cazzo le pensano certe robe!

Anche i nuovi personaggi, pur non essendo incisivi come quelli introdotti nel secondo episodio, sono a dir poco ottimi.
Ken è semplicemente un idolo (ed è protagonista delle scene più sganascianti del film) e il nuovo villain è probabilmente il migliore della serie oltre che il più interessante per via della storia che si porta dietro.

L'unica critica che mi sento di fare riguarda il doppiaggio italiano.
Intendiamoci, i doppiatori storici sono sempre azzeccati, ma alcune new entry sono imbarazzanti. Fa eccezione Fabio de Luigi, perfetto nel ruolo di Ken, ma purtroppo non posso dire lo stesso di Gerry Scotti (che è veramente un cane!) e di Faletti (che sarebbe pure bravino ma non è assolutamente in parte).
Fortunatamente doppiano entrambi due giocattoli che hanno poche righe di dialogo, ma un po' di fastidio c'è visto che sono comunque personaggi importantissimi per l'economia della storia.
Un peccato, anche perchè a mio avviso il doppiaggio di Up era quasi perfetto.

Questo è l'unico vero difetto che ho trovato in Toy Story 3. Difetto che comunque riguarda solo la versione italiana.
Per il resto stiamo parlando di un film a cui và stretta la definizione di capolavoro, l'ennesimo sfoggio di bravura da parte dei maestri del cinema d'animazione.
Un filmone sotto ogni punto di vista: una gioia per gli occhi e un turbinio di emozioni che non possono lasciare impassibili.
Da vedere, rivedere e comprare in blu-ray in triplice copia.

PS: dimenticavo di parlare del corto!
Come al solito anche questo è qualcosa di eccezionale ed è assolutamente da vedere in 3D, fidatevi. Stiloso come non mai, potrebbe valere da solo buona parte del prezzo del biglietto.

PS2: il prossimo film Pixar dovrebbe essere il seguito di Cars, film non certo entusiasmante come le produzioni più recenti.
Ricordo che all'epoca mi era piaciucchiato (ne avevo parlato pure sul vecchio blog), ma se lo rivedessi adesso credo che il confronto con Wall-E, Up e Toy Story 3 (ma ci butterei dentro pure Ratatouille) sarebbe impietoso.
Quindi boh, non voglio menar rogna, ma sulla carta purtroppo un leggero calo di qualità, al prossimo giro, non sarebbe neanche tanto improbabile. Tra l'altro mi chiedo perchè abbiano deciso di girare un seguito di Cars che non è certo stato un successone epocale, a 'sto punto potevano ripescare, chessò, Gli Incredibili, che era pure un film migliore!
Mai dire mai comunque, la Pixar di Toy Story 3 potrebbe riuscire a tirar fuori una pellicola da cazzo duro anche con Cars 2.
Vedremo.

lunedì 12 luglio 2010

Super Mario Galaxy 2

Ormai ho perso il conto di tutte le volte che ho parlato male del Wii su questo blog.
Vuoi perchè è una console attira casual, vuoi perchè ha una potenza grafica degna di una PS2 rotta, vuoi perchè il Wiimote è preciso quanto un tiro di Gattuso.
E vuoi anche per la sola esistenza di Wii Fit!

Ogni occasione è stata buona per gettar merda sulla scatoletta Nintendo.
Certo, ogni tanto del Wii ne ho anche parlato bene.
Quando sono usciti Mario Galaxy e New Super Mario Bros Wii ad esempio, due tra i giochi più belli dell'attuale generazione di console.

Sono stato tra l'altro uno di quelli che ha esultato senza riserve quando fu annunciato Super Mario Galaxy 2.
Del fatto che fosse un more of the same non me ne fregava un cazzo.
Ne volevo ancora.
La sontuosità del primo Galaxy non mi era bastata e l'idea di un seguito ancora più grosso e pieno di idee mi stuzzicava come non mai.
Ero fiducioso e, visti i risultati, avevo ragione di esserlo.

Super Mario Galaxy 2 è uscito in Europa pochi giorni prima dell'E3 di Los Angeles, spianando letteralmente la strada a un ritorno in grande stile di una "febbre Nintendara" che non si sentiva così forte dai tempi del SNES.
Ormai lo sanno tutti, l'E3 Nintendo è stato un Epic Win grosso come una casa.
Laddove Sony e Microsoft si sono gettati a pesce sul mercato casual con Kinect e Move, la casa di Kyoto sembra essere improvvisamente rinsavita dopo tre-quattro anni di rincoglionimento.

All'inizio di Maggio, in uno dei miei soliti post smerda-Wii, scrivevo le seguenti parole:
"Ormai credo che sperare in una svolta hardcore del Wii sia quantomeno un'utopia".
Mi sbagliavo. Cazzo quanto mi sbagliavo.
All'E3, Nintendo ha dimostrato di non essersi dimenticata di quella fetta di giocatori appassionati che l'ha sostenuta e supportata per anni.

Il 3DS fa spavento. Potentissimo e rivoluzionario, con una line up che (almeno sulla carta) potrebbe spaccare culi a non finire. Ovviamente finora si è visto poco, ma io dico che è la console Nintendo più da mascella a terra dai tempi del Nintendo 64.
Il Wii sembra essersi risvegliato dopo anni di torpore. A mio avviso sarà la console più interessante della stagione videoludica che sta per arrivare, in barba alla potenza grafica di 360 e PS3 e ai loro FPS della minchia.
Epic Mickey pare interessantissimo, Kirby è semplicemente magnifico e Donkey Kong Country è un graditissimo ritorno.
E a Settembre esce già Metroid Other M.
E poi c'è Super Mario Galaxy 2, che è già uscito ed è il manifesto di tutto ciò che di buono può offrire una console come il Wii.
Anzi, è letteralmente il manifesto di ciò che dovrebbe essere un bel videogioco.

Inutile girarci intorno, Super Mario Galaxy 2 è puro more of the same. Ma è un more of the same di alta, altissima qualità.
Perchè sì, stiamo parlando di un gioco molto simile al suo predecessore, ma che allo stesso tempo riesce ad essere migliore sotto tutti gli aspetti grazie a una valanga di nuove idee.
Mario Galaxy 2 è divertimento all'ennesima potenza, è l'essenza del gameplay che avvolge il giocatore e non lo molla mai, grazie a una curva di difficoltà perfettamente calibrata e in grado di riservare grosse soddisfazioni a chiunque, sia al giocatore più inesperto che a quello più smaliziato.
Davvero, è incredibile il livello di sfida PERFETTO e acchiappante di questo gioco.
E' incredibile il suo sistema di controllo dalla precisione certosina e il suo level design da urlo.
Tutto è incredibile.
Sul serio, un'ora di gioco a Mario Galaxy 2 è in grado di farci ricordare perchè abbiamo iniziato a rincoglionirci coi giochini elettronici.

Guardate me.
Difficilmente sto su un gioco single player per più di un mese (salvo titoli particolarmente lunghi, ovvio che per finire un jrpg ci metto anche di più).
E in ogni caso, anche quando un titolo mi dura parecchio, dopo un certo periodo di tempo inizio a rompermi le balle. E' normale alla fine, l'interesse cala inevitabilmente a lungo andare.
Su Just Cause 2, per fare un esempio recente, ci ho passato un sacco di ore, ma dopo un po' sentivo la necessità di passare ad altro perchè le meccaniche di gioco iniziavano a venirmi a noia.
Con Mario Galaxy 2 questo non è accaduto. Dopo 131 stelle e un mese di gioco intenso, ogni partita è ancora come se fosse la prima.
Certo, non c'è più la sensazione di stupore ogni volta che si entra in un nuovo livello, ma il divertimento non accenna a scemare.
Persino le stelle verdi, che arrivano dopo le 120 stelle standard, ovvero quando ormai si conoscono i livelli a memoria, riescono a garantire qualche sorpresa per via delle loro posizioni spesso inculate.
Non mi sto minimamente annoiando e potrei veramente andare avanti a giocare a Galaxy 2 ad oltranza.

Insomma, tanto per chiudere il discorso, stiamo parlando di un gioco il cui unico difetto è quello di essere un seguito di un titolo già magnifico di suo.
Un titolo che tra l'altro pareva praticamente perfetto e quasi impossibile da migliorare.
E invece, a quanto pare, non era proprio così.
Super Mario Galaxy 2 è un platform da giocare assolutamente se vi ritenete videogiocatori seri.
E' il divertimento videoludico nella sua forma più semplice e genuina oltre che un mattone importantissimo nella storia dei videogiochi.
Ora scusatemi, ho ancora delle stelle verdi da recuperare e devo tenere in allenamento il Wii, che nei prossimi mesi dovrà lavorare come un mulo.

lunedì 5 luglio 2010

Moon

Moon è un film decisamente meno psichedelico di quanto credessi.
Intendiamoci, le mie aspettative sono state ampiamente soddisfatte. Il film di Duncan Jones (figlio di David Bowie) è una pellicola di fantascienza assolutamente interessante, oltre che ben girata e splendidamente recitata.

Sam Rockwell, di cui avevo già tessuto lodi entusiastiche nella recensione di Iron Man 2, si conferma un attorone.
La sua interpretazione in Moon è assolutamente entusiasmante sotto ogni aspetto. La cosa si fa ancora più incredibile se pensiamo che di fatto è l'unico attore presente nel film, ad esclusione del supercomputer Gerty, una versione "buona" di HAL 9000 doppiata da Kevin Spacey.

L'ispirazione a 2001 è per certi versi palese, sia nell'estetica realistica che negli ambienti claustrofobici.
Le similitudini si fermano tuttavia qui, visto che per il resto Moon è un film dal significato decisamente più chiaro e, come ho scritto nell'incipit, molto meno lisergico.

Moon non punta nemmeno troppo sui misteri e sul fattore "cosacazzostasuccedendo".
E' un film che fa intuire subito dove vuole andare a parare e che non cerca di far uscire di testa lo spettatore con situazioni incomprensibili o mille interrogativi senza risposta.
E' una pellicola che si concentra soprattutto sul dramma vissuto dal protagonista ed è proprio in questo che sa stupire.
Vuoi per la già citata interpretazione di Rockwell, vuoi per alcune scene veramente belle e toccanti, Moon è un film "umano" che colpisce e non si lascia dimenticare facilmente.

In conclusione, un altro ottimo film di fantascienza dopo District 9.
Diverso da come me lo aspettavo magari, ma ugualmente bellissimo.

giovedì 1 luglio 2010

Red Dead Redemption

L'ambientazione western è inspiegabilmente sottosfruttata nel mondo dei videogiochi.
Dico inspiegabilmente perchè, a mio modo di vedere, il vecchio west è un periodo storico fighissimo e potenzialmente pieno di cose che nei videogiochi ci starebbero bene come il proverbiale cacio sui maccheroni.
Se da un lato siamo invasi da decine di sparatutto sulla Seconda Guerra Mondiale, dall'altro i titoli che ci mettono nei panni di un cow-boy si contano sulle dita di una mano. Red Dead a parte, mi vengono in mente solo Gun e Call of Juarez, almeno per quanto riguarda le produzioni recenti (oddio, Gun è del 2005, recente non lo è nemmeno troppo).
Motivazioni di questo scarso interesse? Boh, probabilmente c'entra anche il fatto che il west sia un po' passato di moda rispetto ad alcuni anni fa, ma non ne sono mica tanto sicuro.
Forse il problema sta nel fatto che lo sbattimento necessario a creare un'ambientazione storica realistica allo stesso tempo credibile e divertente sia nettamente maggiore rispetto allo sforzo richiesto da uno scenario totalmente di fantasia.
Impossibile saperlo e alla fine non vale neanche la pena discuterne visto che una risposta precisa non so darla.
Ciò che conta è che Red Dead Redemption è fondamentalmente un titolone con i controcazzi, anche se non esente da difetti.

Partiamo infatti dalle magagne.
Red Dead Redemption soffre purtroppo del solito problema delle ultime produzioni Rockstar.
Il gameplay, per quanto buono, non è all'altezza dell'eccezionale comparto narrativo.
Il sistema di controllo è legnoso, l'IA dei nemici è pessima e le missioni tendono ad essere ripetitive, anche se non mancano quelle in grado di farsi ricordare.
Sotto certi aspetti Red Dead Redemption si rivela una vera palla da giocare, portandosi dietro qualche difetto storico dei free-roaming made in Rockstar.
L'impressione a volte è quella di giocare un titolo ingessato e vecchio dentro, nonostante sotto parecchi punti di vista ci siano stati svariati perfezionamenti.
Manca, per intenderci, quella sensazione di divertirsi come folli facendo qualsiasi cazzata, una sensazione che si respirava in un free-roaming dinamico e immediato come Just Cause 2.

Nonostante questo, Red Dead Redemption è comunque un gioco meraviglioso.
Perchè, sebbene il gameplay non sia esattamente fresco e moderno, sono rari i momenti in cui non si rimane a bocca aperta.
E' vero, attraversare per l'ennesima volta la mappa a cavallo sarà anche una rottura di palle, ma osservare certi scorci del paesaggio mentre il sole tramonta all'orizzonte è a dir poco suggestivo ed evocativo. Le ambientazioni di questo gioco sono roba di lusso, quanto di più bello si sia mai visto in un titolo del genere.
Varie e mai monotone, con un sacco di tocchi di classe e un ottimo dettaglio grafico.
Ed è impossibile non emozionarsi mentre galoppiamo verso una nuova avventura inseguiti da una mandria di cavalli selvatici, è impossibile non avvertire l'epicità di questo gioco la prima volta che mettiamo piede in Messico e parte quella meravigliosa canzone.
Red Dead Redemption è un gioco che offre grandi, grandissimi momenti! A volte capiteranno così all'improvviso, mentre cazzeggiamo in giro per la mappa, altre volte sarà la storia stessa a sorprenderci.
E qui arriviamo al vero punto forte di questo gioco: la narrazione.

Prima di tutto parliamo del protagonista.
John Marston.
Ex fuorilegge dal passato oscuro e ora un uomo di legge per necessità prima che per convinzione.
Ma soprattutto un marito e un padre.
Probabilmente è il miglior personaggio che sia apparso in un titolo Rockstar. La sua caratterizzazione è eccelsa sotto ogni punto di vista, sia per quanto concerne l'aspetto estetico che per quello caratteriale.
Ecco, forse l'unico problema è che con un protagonista così ben delineato il giocatore si sente più vincolato ad agire in un determinato modo, facendo venir meno le famosa libertà decisionale tipica dei giochi Rockstar. Perchè Marston non è certo il tipo che si mette ad ammazzare i civili indifesi, sebbene RDR lo consenta.
Poi è chiaro che l'ambientazione western giustifichi un certo tipo di violenza e di moralità che oggi sarebbe ritenuta, ehm, immorale, ma comunque ci siamo capiti. Marston, per come appare nei dialoghi e nelle cutscenes, è chiaramente un personaggio positivo.
Un ex bandito tormentato dal suo passato che vorrebbe lasciarsi alle spalle la sua vecchia vita.

Anche gli altri personaggi comunque non scherzano in quanto a caratterizzazione.
Ci sono le macchiette e quelli più carismatici. Ci sono quelli che adorerete e quelli che non vedrete l'ora di ammazzare nella maniera più brutale possibile.
La narrazione di Red Dead Redemption è meravigliosa e degna di una produzione cinematografica, sia per la cura riposta nei dialoghi che per la qualità dei contenuti.
Ancora una volta Rockstar dimostra la sua assoluta bravura nell'offrire al giocatore una storia raccontata in modo coinvolgente che lo aiuti a sentirsi parte di un mondo pulsante.

Red Dead Redemption è un gioco che vale sicuramente la pena provare, nonchè uno dei free-roaming più importanti degli ultimi anni.
Capolavoro e pietra miliare nella storia del videogioco? Magari no, ma di sicuro è un titolo di cui ci ricorderemo a lungo.

Curiosità: al sottoscritto il genere Western è sempre interessato pochissimo fino all'anno scorso. Proprio non mi ispirava, già solo sentir parlare di cavalli e cow-boy mi faceva sbadigliare.
Poi ho visto Gli Spietati di Clint Eastwood.