giovedì 1 luglio 2010

Red Dead Redemption

L'ambientazione western è inspiegabilmente sottosfruttata nel mondo dei videogiochi.
Dico inspiegabilmente perchè, a mio modo di vedere, il vecchio west è un periodo storico fighissimo e potenzialmente pieno di cose che nei videogiochi ci starebbero bene come il proverbiale cacio sui maccheroni.
Se da un lato siamo invasi da decine di sparatutto sulla Seconda Guerra Mondiale, dall'altro i titoli che ci mettono nei panni di un cow-boy si contano sulle dita di una mano. Red Dead a parte, mi vengono in mente solo Gun e Call of Juarez, almeno per quanto riguarda le produzioni recenti (oddio, Gun è del 2005, recente non lo è nemmeno troppo).
Motivazioni di questo scarso interesse? Boh, probabilmente c'entra anche il fatto che il west sia un po' passato di moda rispetto ad alcuni anni fa, ma non ne sono mica tanto sicuro.
Forse il problema sta nel fatto che lo sbattimento necessario a creare un'ambientazione storica realistica allo stesso tempo credibile e divertente sia nettamente maggiore rispetto allo sforzo richiesto da uno scenario totalmente di fantasia.
Impossibile saperlo e alla fine non vale neanche la pena discuterne visto che una risposta precisa non so darla.
Ciò che conta è che Red Dead Redemption è fondamentalmente un titolone con i controcazzi, anche se non esente da difetti.

Partiamo infatti dalle magagne.
Red Dead Redemption soffre purtroppo del solito problema delle ultime produzioni Rockstar.
Il gameplay, per quanto buono, non è all'altezza dell'eccezionale comparto narrativo.
Il sistema di controllo è legnoso, l'IA dei nemici è pessima e le missioni tendono ad essere ripetitive, anche se non mancano quelle in grado di farsi ricordare.
Sotto certi aspetti Red Dead Redemption si rivela una vera palla da giocare, portandosi dietro qualche difetto storico dei free-roaming made in Rockstar.
L'impressione a volte è quella di giocare un titolo ingessato e vecchio dentro, nonostante sotto parecchi punti di vista ci siano stati svariati perfezionamenti.
Manca, per intenderci, quella sensazione di divertirsi come folli facendo qualsiasi cazzata, una sensazione che si respirava in un free-roaming dinamico e immediato come Just Cause 2.

Nonostante questo, Red Dead Redemption è comunque un gioco meraviglioso.
Perchè, sebbene il gameplay non sia esattamente fresco e moderno, sono rari i momenti in cui non si rimane a bocca aperta.
E' vero, attraversare per l'ennesima volta la mappa a cavallo sarà anche una rottura di palle, ma osservare certi scorci del paesaggio mentre il sole tramonta all'orizzonte è a dir poco suggestivo ed evocativo. Le ambientazioni di questo gioco sono roba di lusso, quanto di più bello si sia mai visto in un titolo del genere.
Varie e mai monotone, con un sacco di tocchi di classe e un ottimo dettaglio grafico.
Ed è impossibile non emozionarsi mentre galoppiamo verso una nuova avventura inseguiti da una mandria di cavalli selvatici, è impossibile non avvertire l'epicità di questo gioco la prima volta che mettiamo piede in Messico e parte quella meravigliosa canzone.
Red Dead Redemption è un gioco che offre grandi, grandissimi momenti! A volte capiteranno così all'improvviso, mentre cazzeggiamo in giro per la mappa, altre volte sarà la storia stessa a sorprenderci.
E qui arriviamo al vero punto forte di questo gioco: la narrazione.

Prima di tutto parliamo del protagonista.
John Marston.
Ex fuorilegge dal passato oscuro e ora un uomo di legge per necessità prima che per convinzione.
Ma soprattutto un marito e un padre.
Probabilmente è il miglior personaggio che sia apparso in un titolo Rockstar. La sua caratterizzazione è eccelsa sotto ogni punto di vista, sia per quanto concerne l'aspetto estetico che per quello caratteriale.
Ecco, forse l'unico problema è che con un protagonista così ben delineato il giocatore si sente più vincolato ad agire in un determinato modo, facendo venir meno le famosa libertà decisionale tipica dei giochi Rockstar. Perchè Marston non è certo il tipo che si mette ad ammazzare i civili indifesi, sebbene RDR lo consenta.
Poi è chiaro che l'ambientazione western giustifichi un certo tipo di violenza e di moralità che oggi sarebbe ritenuta, ehm, immorale, ma comunque ci siamo capiti. Marston, per come appare nei dialoghi e nelle cutscenes, è chiaramente un personaggio positivo.
Un ex bandito tormentato dal suo passato che vorrebbe lasciarsi alle spalle la sua vecchia vita.

Anche gli altri personaggi comunque non scherzano in quanto a caratterizzazione.
Ci sono le macchiette e quelli più carismatici. Ci sono quelli che adorerete e quelli che non vedrete l'ora di ammazzare nella maniera più brutale possibile.
La narrazione di Red Dead Redemption è meravigliosa e degna di una produzione cinematografica, sia per la cura riposta nei dialoghi che per la qualità dei contenuti.
Ancora una volta Rockstar dimostra la sua assoluta bravura nell'offrire al giocatore una storia raccontata in modo coinvolgente che lo aiuti a sentirsi parte di un mondo pulsante.

Red Dead Redemption è un gioco che vale sicuramente la pena provare, nonchè uno dei free-roaming più importanti degli ultimi anni.
Capolavoro e pietra miliare nella storia del videogioco? Magari no, ma di sicuro è un titolo di cui ci ricorderemo a lungo.

Curiosità: al sottoscritto il genere Western è sempre interessato pochissimo fino all'anno scorso. Proprio non mi ispirava, già solo sentir parlare di cavalli e cow-boy mi faceva sbadigliare.
Poi ho visto Gli Spietati di Clint Eastwood.

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