domenica 8 marzo 2009

Watchmen: il Film


Film ovviamente attesissimo da tutti gli appassionati della graphic novel, Watchmen arriva sul grande schermo dopo anni di attesa per mano di Zack Snyder.
Girare un film su Watchmen era un'impresa particolare. Semplice e difficile allo stesso tempo.
Semplice perchè Watchmen è un fumetto piuttosto "cinematografico" con una storia appassionante che ben si presta a un film.
Difficile perchè Watchmen è prima di tutto un fumetto.
Era quindi arduo inserire nel film tutti i particolari presenti nella graphic novel, tutte le sottotrame, tutti quei piccoli tocchi di classe che contribuiscono a rendere quest'opera un capolavoro. Non solo, era un'impresa ardua riuscire a rendere al cinema la bellezza artistica del fumetto senza scadere nel pacchiano.
Gli eroi in calzamaglia fanno un effetto diverso sulla carta, lo sappiamo tutti.
Ebbene, posso dire che Snyder è riuscito, nonostante alcuni difetti e un finale che farà discutere, a tirare fuori un film bello.
Il film di Watchmen inizia benissimo.
I titoli di testa sono qualcosa di eccezionale, una piccola opera d'arte che riesce in modo eccelso a contestualizzare il film e a presentare innumerevoli particolari che manderanno in brodo di giuggiole chiunque ami la graphic novel. Tra le altre cose segnalo una ricostruzione perfetta della fotografia dei Minutemen (che potete vedere in apertura di recensione), l'internamento di Mothman e lo sbarco sulla luna sotto gli occhi del Doc. Sì, ci sono anche cose che nel fumetto non ci sono, ma va benissimo così visto che il tutto viene rappresentato con una cura e con un amore commoventi per l'opera originale.
Dicevo, il film di Watchmen inizia bene e prosegue altrettanto bene.
Il cast di attori è decisamente azzeccato e i personaggi sono rappresentati in modo ottimo. Un plauso particolare va a Rorschach, che ho trovato semplicemente perfetto, e a Edward Blake, che muore all'inizio del film ma che buca letteralmente lo schermo ogni volta che compare in un flashback.
L'unico personaggio che mi è piaciuto pochino è Ozymandias.
Buoni anche i costumi. Si passa dall'aderenza totale alla controparte fumettistica (Rorschach) allo stravolgimento quasi completo (Gufo Notturno II e Ozymandias). Gufo Notturno II voleva essere una sorta di parodia accennata di Batman nel fumetto e in effetti ora il costume che ha in questo film ricorda in maniera impressionante quello dei Batman cinematografici. Il nuovo costume di Ozymandias mi ha fatto un po' inarcare il sopracciglio, ma cè anche da dire che quello originale mi sarebbe parso ridicolo oltremodo visto in un film.
Ma lasciamo questi dettagli estetici e badiamo ad altre cose più importanti. Il film è fedele allo spirito del fumetto? Di brutto. Sia per quanto riguarda le battute, che spesso e volentieri sono le stesse, sia per quanto riguarda l'atmosfera generale che si respira guardando la pellicola. E' un mondo noir e senza troppe consolazioni, con una minaccia inevitabile che si staglia minacciosa all'orizzonte. Anche qui i personaggi hanno una loro storia alle spalle, storia che scopriamo durante i frequenti flashback, anche questi riprodotti cercando di essere i più fedeli possibile alla Graphic Novel.
Snyder ha tirato fuori insomma un adattamento cinematografico con le palle, perfettamente in grado di far trasparire la bellezza della storia raccontata da Moore. Ci sono anche un paio di momenti "WOW" che nel film rendono veramente alla grandissima.
Fermo restando che il Watchmen fumettistico resta inarrivabile, era difficile chiedere di più. Certo, magari ci sono scene di sesso un po' gratuite, una colonna sonora con alti e bassi piuttosto marcati e scene splatter che forse sono un po' troppo splatter, ma nel complesso è difficile lamentarsi in questo senso.
Quello che invece lascia un po' di stucco è il finale.
Effettivamente il finale del film è diverso rispetto a quello del fumetto e in apparenza appare meno "potente". A molti non piacerà, e posso capirlo.
Parlando della Graphic Novel avevo infatti detto come il fulcro del finale di Watchmen fosse che il mondo si salvasse grazie a una menzogna. Un finale amaro, che non lascia spazio a gesti eroici e a sacrifici, ma solo a un certo egoismo.
Nel film invece il Dr Manhattan in un certo senso si "sacrifica" per la salvezza del mondo. In un certo senso.
Il finale del fumetto è certamente di un'altra pasta ed è più coraggioso, ma a mio modo di vedere il messaggio di fondo non viene distorto totalmente.
Manhattan viene infatti usato da Ozymandias. Non c'è n gesto eroico volontario, non c'è la consapevolezza di fare qualcosa di grande per il bene dell'umanità (per quanti sacrifici possa fare un essere supremo come Manhattan). C'è solo un inganno in cui ci si trova immischiati, c'è solo il freddo distacco di un semi-dio e la scelta di mentire da parte di eroi che, nell'immaginario collettivo comune, dovrebbero lottare per la verità. E poi c'è Rorschach...
Il finale, pur nella sua diversità, riesce ad essere coerente con quanto si vede nel fumetto e a lasciare allo spettatore emozioni non troppo dissimili da quelle provate nella Graphic Novel.
Snyder ha voluto fare un azzardo cambiando il finale e rileggendolo a modo suo e francamente non me la sento di bocciare un film che ha indubbiamente molte qualità solo per questo. Perchè Watchmen, preso per quello che è e cercando di non stare a paragonarlo a ogni fotogramma con la graphic novel, è indubbiamente cinema di qualità.
Missione compiuta insomma. L'utopia di realizzare un bella pellicola su Watchmen è riuscita.
Ora aspettiamo una corposa edizione Blu-ray!

Watchmen: la Graphic Novel


Watchmen è da molti considerato il più grande capolavoro fumettistico di tutti i tempi, nonchè una delle opere letterarie più belle del ventesimo secolo.
L'alone mistico e leggendario che circonda la Graphic Novel di Alan Moore e Dave Gibbons è senza dubbio meritato e assolutamente dovuto.
L'importanza di Watchmen per la storia del fumetto è innegabile. Paradigma eccezionale di come deve essere una storia a fumetti concepita per un pubblico maturo e adulto, Watchmen racconta di un mondo distopico minacciato da una guerra nucleare e in cui la storia del ventesimo secolo è stata influenzata dalla presenza di supereroi in costume simili a quelli che venivano descritti nei fumetti del secondo dopoguerra.

Ma attenzione, perchè Watchmen non deve essere considerato come un racconto di supereroi. Il concetto di "paladino della giustizia moralmente inattaccabile" viene letteralmente ribaltato dalla genialità di Moore.
Gli eroi di Watchmen sono infatti un fulgido esempio della dualità della natura umana, natura umana che non conosce mai una netta distinzione tra "bene" e "male". Non c'è bianco, non c'è nero, solo una gran quantità di sfumature di grigi.
Super eroi con super problemi di Marvelliana memoria? Peggio.
Pur volendo essere dei personaggi quasi caricaturali nei confronti dei "veri" supereroi, i protagonisti di Watchmen vanno ben oltre lo stereotipo e arrivano a brillare di luce propria scavando negli abissi di quelli che sono i vizi e i difetti degli esseri umani.

"Quis custodiet ipsos custodes?" si chiedeva Giovenale. E in effetti, visto quello che si vede in Watchmen, probabilmente si poneva la domanda giusta.
Gli eroi non fanno altro che peggiorare le cose, finiscono per spaventare la gente. Persino il Dr. Manhattan, l' incarnazione del mito del "super uomo", l'unico tra i protagonisti della Graphic Novel ad essere dotato di effettivi poteri sovraumani, ha finito per inasprire ulteriormente le tensioni tra Stati Uniti e Unione Sovietica portando così il mondo sull'orlo della distruzione. Manhattan ha contribuito ad accelerare il progresso scientifico, ma a quale scapito se l'equilibrio mondiale è scosso dalla presenza di un essere tanto potente e quasi semi-divino?

Spesso noi che siamo cresciuti leggendo le avventure di eroi in calzamaglia ci troviamo a fantasticare. Ogni volta che leggiamo brutte notizie sui giornali, ogni volta che vediamo che il mondo sta andando a baldracche, ogni volta che capita qualche tragedia, ci fermiamo un attimo e ci diciamo: come sarebbe bello se esistessero veramente i supereroi, come sarebbe bello se esistesse veramente qualcuno in grado di mettere a posto le cose. Ma sono fantasie.
Watchmen ci sbatte in faccia la realtà, ci fa capire che gli eroi perfetti e giusti esistono solo, appunto, nei fumetti.
In Watchmen i supereroi spaventano la gente, la terrorizzano. Il 1985 alternativo che Moore ci mostra è un mondo insicuro, buio, pessimista e senza speranza.
Questo concetto di pessimismo perdura per tutto il fumetto, anche nel finale. Gli "eroi" scelgono l'omertà e la menzogna piuttosto che il coraggio di affrontare di petto la situazione.
Il mondo, alla fine, è salvo. Ma non c'è un happy ending. Non c'è l'azione eroica. Non c'è l'eroe che compie un'impresa di coraggio assoluto, non c'è il martire che si sacrifica per l'umanità. C'è solo una menzogna. Il mondo è salvo grazie a un inganno, grazie a una bugia.
Solo uno di loro, solo quello che è ossessionato da una quasi folle idea di giustizia vorrebbe opporsi esclamando che non devono esserci compromessi, nemmeno di fronte all'Apocalisse. Ma il nodo di Gordio ormai è stato tagliato dalla spada di Alessandro ed è inutile opporsi...

Watchmen è un'opera magna.
Un capolavoro assoluto che racchiude in se' tutto: il giallo, la critica alla guerra fredda, la satira politica, un'analisi sulla natura delle persone e sull'impossibilità dell'esistenza degli eroi a tutto tondo. Senza contare che il modo in cui viene raccontato, i tocchi di classe che presenta, rendono benissimo l'idea di quali siano le potenzialità del medium fumetto.
Sì, è forse la cosa più bella che abbia mai letto.
E qui mi sbilancio, ma penso seriamente che Watchmen oggi come oggi andrebbe letto, studiato e approfondito nelle scuole. Materia obbligatoria.

martedì 3 marzo 2009

Chrono Trigger


Io e i giochi di ruolo nipponici ultimamente non abbiamo un bellissimo rapporto.
Troppo lunghi, troppo difficili, troppo retro e chiusi in sè stessi. Troppo imbalsamati in meccaniche di gioco che nel 2009 sanno di vecchio.
Uno può essere nerd quanto vuoi, ma a 23 anni non è facilissimo trovare il tempo per giocarsi un jrpg di oltre 50 ore.
I primi problemi sono arrivati con Dragon Quest VIII. Un gioco eccelso per carità, profondo e con un character design della madonna, ma decisamente vecchio dentro.
Poi mi viene in mente Lost Odissey, che oltre a essere vecchio dentro aveva pure un character design che non mi faceva impazzire e un'atmosfera generale che proprio non riusciva ad acchiapparmi.
In mezzo c'è stata la piacevole parentesi di Final Fantasy XII ok, che però, diciamocelo, ha poco di un Final Fantasy e di jrpg in generale.
Però...
Una volta non era così, una volta mi esaltavo come un pazzo quando mettevo le mani su un nuovo Final Fantasy.
Poi ci sono tantissimi vecchi jrpg che non sono mai riuscito a giocare, capolavori del passato che mi sono sfuggiti, forse un po' per colpa mia e forse perchè nessuno si è mai degnato di portarli in Europa.
Mario RPG ad esempio, che ho recuperato a Ottobre sulla Virtual Console. Un jrpg senza pretese che però mi ha colpito proprio per la sua spensieratezza. Bello davvero.
Poi c'è Xenogears. Mai giocato e probabilmente mai lo giocherò.
Ma soprattutto, c'era lui: Chrono Trigger. Uscito nel 1995 su SNES, in 14 anni l'avevo sentito mitizzare in tutte le salse. C'era chi lo descriveva come il miglior jrpg di sempre, c'era chi mi diceva che fosse il miglior gioco per SNES, c'era chi mi diceva addirittura che fosse il miglior videogioco di sempre. Riccardo mi ha anche raccontato di aver visto la Madonna dopo aver inserito per la prima volta la cartuccia del gioco nel suo SNES!
Minchia, mi ero detto, prima o poi questo voglio giocarmelo...
Ebbene, il 10 Febbraio 2009 Chrono Trigger è finalmente giunto in Europa dopo quasi 15 anni, nella sua incarnazione per DS. Io ovviamente l'ho comprato e in tre settimane me lo sono spolpato. E che GIOCO signori! Che gioco.
Per far capire la bellezza di Chrono Trigger dico solo che probabilmente se l'avessi giocato nel 1995 oggi come oggi valuterei un capolavoro della mia "infanzia" come Final Fantasy VII sotto un'ottica diversa.
La cosa che più mi ha impressionato di CT è infatti il suo essere splendidamente attuale. A mio avviso è invecchiato benissimo. Sembra quasi più nuovo dei Final Fantasy usciti in epoca psone. Ma non solo, sembra quasi incredibile ma Chrono Trigger mi è sembrato per certi versi più moderno di un jrpg come Lost Odissey, uscito l'anno scorso su XBOX 360.
In un periodo in cui la mia soglia di sopportazione dei giochi di ruolo nipponici è al minimo storico, Chrono Trigger è riuscito a farmi riscoprire un genere che ormai ritenevo incapace di risvegliare in me quelle antiche emozioni che riuscirono a darmi titoli come Final Fantasy VII! Tutto ciò è bellissimo.
Valorizziamo il passato videoludico ragazzi, non dimentichiamocelo mai. Facciamoli uscire questi fottuti remake, facciamo conoscere i capolavori del passato alle generazioni che non sono riuscite a giocarli. E' cultura anche questa.
Ma torniamo a noi...
Chrono Trigger sembra "nuovo" perchè non è quasi mai frustrante, graficamente si lascia ancora guardare e ha stile da vendere. Il sistema di combattimento semplice ma non banale lo rende veramente piacevole da giocare.
Esplorare gli ambienti di gioco è poi un'esperienza suggestiva. Raramente si rimane incastrati da qualche parte in un dungeon che sembra progettato dal cugino scemo di Escher. Si esplora, si assaporano le bellissime location in grafica 16 bit e ci si immerge in un mondo fantastico, in un'avventura splendida che pare una via di mezzo tra Ritorno al Futuro, la quinta serie di Lost, Dragon Ball e Croch Sround.
Non ci si annoia mai. Come puoi annoiarti quando devi viaggiare nel tempo attraversando il medioevo, il presente, un futuro apocalittico e la preistoria? Per non parlare di una capatina in una simil-Atlantide. Il tutto assieme a dei personaggi eccezionali (di cui, incredibilmente, nessuno mi stava sul cazzo!)
Tutto questo, ricordiamolo, condito da un character design eccelso di Akira Toriyama.
In questi anni il creatore di Dragon Ball ha curato il character design di innumerevoli giochi. I Dragon Quest, Tobal, Blue Dragon...
Ma davvero, a mio modo di vedere Chrono Trigger rappresenta il suo capolavoro in ambito videoludico. Non c'è confronto, basta guardare qualche artwork per rendersene conto.
E poi le musiche. Dio santissimo cosa non sono le musiche di questo gioco! Basta sentire il tema di Frog/Glenn per capirlo, tanto per citarne una.
Goduria massima insomma e tutto ciò che posso dirvi è: GIOCATELO anche se schifate i jrpg.
A tutte queste lodi poi aggiungete il fatto che Chrono Trigger ha una struttura a dir poco innovativa per l'epoca in cui è uscito. Può praticamente essere completato dopo pochissime ore di gioco volendo e a seconda del momento e del modo in cui lo finirete potrete vedere fino a 12 finali diversi (13 nella versione DS).
Unica nota stonata: la versione DS da me presa in esame è in inglese, ma francamente sbattetevene che l'inglese oggi come oggi conviene impararlo, fidatevi.
E ora aspetto di giocare Chrono Cross.