giovedì 21 aprile 2011

Super Street Fighter IV 3D Edition



Videorecensione (molto alla buona) di Super Street Fighter IV 3D Edition!

Pilotwings Resort



Scoiattolo volante! [semi-cit.]

mercoledì 6 aprile 2011

Kick-Ass

Giunto in Italia con un bell'annetto di ritardo, Kick-Ass è senza alcuna ombra di dubbio uno dei più interessanti superhero movie che si siano visti al cinema da un po' di tempo a questa parte.
Il tutto parte da una premessa magari banalotta ma che, tutto sommato, è stata finora poco sfruttata: perchè, con tutti i lettori di fumetti che ci sono, nessuno ha mai provato a fare il supereroe?
E' ponendosi questo interrogativo che Dave, l'adolescente protagonista di questa storia, inizia a indossare i panni di Kick-Ass, improvvisandosi vigilante mascherato dell'ultim'ora.
Chiaramente troverà presto una risposta alla domanda che lo assillava. Una risposta dolorosa, che gli farà comprendere perchè i supereroi esistono solo tra le pagine dei fumetti.

Perennemente a cavallo tra crudo realismo e finzione sopra le righe, Kick-Ass è un film tratto da un fumetto scritto da Mark Millar e disegnato dal grande John Romita Jr.
E' un riuscitissimo miscuglio di due generi diversi: per metà film d'azione e per metà teen comedy, Kick-Ass riesce a pescare il meglio da entrambi, alternando momenti di pura esaltazione action ad altri di esilarante humour nero.
Vi è una discreta dose di violenza, siamo decisamente su un altro livello rispetto ai soliti film sugli eroi Marvel a cui siamo abituati da una decina d'anni a questa parte.
Qui ci sono arti amputati, sangue, volti tumefatti e deformati a suon di cazzotti, scene di tortura e così via. Anche i toni dei dialoghi non sono esattamente quelli di un "film per tutti".
Ma in fondo va bene così e in genere la violenza (sia verbale che visiva) è sempre contestualizzata a dovere e non appare mai messa lì tanto per fare.

Dove Kick-Ass vince è nel cercare di far comprendere quanto possa essere fuori da ogni logica l'idea di un supereroe nel mondo reale. E' vero che nel film sono presenti due eroi in costume piuttosto canonici come Hit Girl e Big Daddy, ma è proprio il loro contrapporsi all'impacciato Kick-Ass ad accentuare il contrasto pressochè totale tra mondo dei fumetti e realtà.
Il bello è che, di fatto, il cinema è il mezzo ideale per raccontare questo tipo di discrepanza.
Non ho ancora avuto modo di leggere il Kick-Ass fumetto, ma l'impressione che mi sono fatto vedendo questa pellicola è che una storia come questa, vista sul grande schermo, acquisti un senso maggiore.
Per dirlo in parole povere, Kick-Ass film possiede oggettivamente un valore aggiunto rispetto alla controparte a vignette: nel film i supereroi vengono trasportati al di fuori del loro habitat naturale. E questo è un dettaglio che valorizza non poco le premesse che Kick-Ass si pone.
E' un po' il solito discorso dell'attore con indosso una calzamaglia sgargiante che, ai nostri occhi, appare ben più ridicolo rispetto a un personaggio vestito in modo analogo disegnato su una tavola. Solo che qui tale discorso non è un limite come potrebbe essere in uno Spider-Man a caso, è anzi uno dei punti cardine intorno a cui ruota l'intera pellicola.

Il film di Vaughn è dunque una gran figata e probabilmente se la gioca con Scott Pilgrim VS The World per il titolo di miglior lungometraggio fumettoso del 2010. Ma anche di sempre, in effetti.
E' coinvolgente, a suo modo originale ed è graziato da una lunga serie di pregi.
In primo luogo possiede un cast spettacolare.
Aaron Johnson è fantastico nel ruolo di adolescente insicuro che, indossata una tuta da sub verde, cerca di ostentare una spavalderia e una sicurezza che, in realtà, non possiede.
Applausi a scena aperta poi per un Nicolas Cage in formissima che, dopo una quarantina di film da mani in faccia, tira fuori la prima interpretazione convincente dai tempi di Lord of War.
C'è poi un'ottima colonna sonora che vede la partecipazione di gente come i Prodigy e Mika, ma propone anche altre robette di una bellezza allucinante.

In Kick-Ass vi sono poi un paio di scene epiche da far schifo, di quelle che esci dal cinema galvanizzato a tal punto che ti verrebbe voglia di sganciare altri otto euro e tornare immediatamente allo spettacolo successivo.
Scene magari dall'esito prevedibile, ma nel complesso straordinarie per regia, montaggio e tensione che riescono a trasmettere.
Da urlo.

lunedì 4 aprile 2011

Porco Rosso

Capolavoro indiscusso dell'animazione giapponese, Porco Rosso è un'ulteriore prova della maestria e della genialità di Hayao Miyazaki, un regista che ogni volta riesce a farti innamorare con dei film poetici e magnifici.
Ambientato nel Mar Adriatico durante il ventennio fascista, Porco Rosso narra le gesta del pilota di idrovolanti Marco Pagot che, per un motivo misterioso, si ritrova inspiegabilmente trasformato in un maiale antropomorfo.

A sentirsela raccontare in questi termini si potrebbe pensare che la storia di questa pellicola sia piuttosto "fantastica" e infantile, in realtà non è assolutamente così, visto che Porco Rosso non ha praticamente nulla di fantasy o fanciullesco, ma presenta anzi delle tematiche decisamente adulte, anche confrontandole agli standard Miyazakiani.
La storia del protagonista offre infatti svariati spunti di riflessione e le chiavi di lettura di tutta la faccenda (Perchè Pagot è diventato un maiale? Che significato può avere tale metamorfosi?) possono essere molteplici.

Evitando accuratamente di raccontare dettagli che andrebbero a rovinare la visione del film, mi limito a dire che Porco Rosso presenta momenti di autentica commozione e personaggi a cui è impossibile non affezionarsi.
A rendere la visione ancora più piacevole ci pensano dei toni spensierati e mai pesanti. Il film risulta sempre leggero, scorrevole, intriso di una patina di malinconia ma allo stesso tempo allegro e ironico.
Insomma, capolavoro assoluto, di una bellezza che non ci si crede. Un film divertente, profondo ed emozionante che, se mai ce ne fosse ancora bisogno, fa comprendere quanto sia meraviglioso il mondo dell'animazione giapponese.

Note a margine:
- L'Italia è un paese di grande cultura e probabilmente è per questo che un film come Porco Rosso ci ha messo circa diciotto anni per uscire nei cinema. Ma non ho voglia di fare polemica, riporto questo dettaglio unicamente a titolo informativo.
- Il film l'ho visto doppiato in italiano. Come adattamento non mi è sembrato male, certo che immagino che chi si è già visto Porco Rosso in giapponese possa trovare "strano" il fatto che Pagot parli come Vin Diesel.