mercoledì 29 giugno 2011

The Legend of Zelda: Ocarina of Time 3D

Ecco fatto!
Anch’io sono riuscito a portare a termine Ocarina of Time!
Me la sono presa abbastanza comoda (il timer del 3DS segna circa una trentina di ore di gioco), concedendomi il tempo necessario per vagabondare senza meta attraverso le terre di Hyrule e per completare alcune missioni secondarie.
Ho recuperato un bel po’ di aracnule d’oro, ho trovato tutti i pezzi di cuore, ho ottenuto la spada Biggoron e fatto un altro po’ di cosette.
Mi sono divertito un sacco, rigiocare e finire Ocarina è stata un’esperienza fantastica che ha dato una bella botta di vita al mio 3DS.
Ma di quanto sia bello questo Zelda ne ho già parlato in un altro post, qui voglio invece parlare un po’ di questa (ottima) conversione per il portatile Nintendo.

Ocarina of Time 3D
è un’operazione di restauro riuscitissima.
Non stravolge il gioco originale e non lo modifica mai pesantemente, casomai si limita a renderlo più gradevole agli occhi di un videogiocatore del 2011 e a limare alcune piccole imperfezioni.
Ottimi ed efficaci, per fare un esempio, gli espedienti utilizzati per rendere meno odioso il famigerato Water Temple, come i colori e i simboli che indicano il livello dell’acqua .
Dove questo Zelda stupisce particolarmente è però nel comparto grafico.
Niente è stato stravolto in maniera drastica e a una prima occhiata questa versione per 3DS non sembrerebbe differire troppo dal titolo per Nintendo 64.
In realtà non è proprio così, visto che in questo remake sono stati corretti tutti quei difettucci grafici che affliggevano la versione per la console a 64 bit della grande N.
Ocarina of Time su 3DS è infatti bello come non lo era mai stato. La resa cromatica è stata migliorata, c’è meno foschia e il framerate (che in origine, se non sbaglio, si assestava intorno ai 25 fps) è stato aumentato.
Inoltre le texture sono state aggiornate drasticamente e molti modelli poligonali sono stati resi meno spigolosi e più tondeggianti; il nuovo modello di Link, tanto per citare quello che si ha costantemente sotto gli occhi, è veramente tutta un’altra storia rispetto a quello vecchio. Altri personaggi hanno subito un restyling meno marcato (vedi le Great Fairy), ma in generale il passo avanti c’è stato.
Ma non è finita, perché tutte le location che su Nintendo 64 erano realizzate con grafica pre-renderizzata (mi vengono in mente il mercato di Hyrule e la casa di Link), qui sono state rifatte in una ben più moderna e gradevole veste poligonale.

Ottima anche l’introduzione del 3D, che in questo gioco si rivela letteralmente strepitoso e contribuisce a rendere Hyrule ancora più bella e immersiva.
Personalmente non l’ho tenuto quasi mai al massimo perché dopo sessioni di gioco particolarmente lunghe tendevo a stancarmi, ma anche con l’interruttore posizionato circa a metà l’effetto di profondità è spettacolare.

Il sistema di controllo si adatta in maniera discreta al portatile Nintendo.
Chiaramente l’ergonomia perfetta del pad Nintendo 64 è andata un po’ in vacca, ma nel complesso non ci si può lamentare.
L’unica cosa è che lo Z-Targeting (qui rinominato ovviamente L-Targeting) mette veramente in evidenza quanto facciano cagare i tasti dorsali del 3DS, ma vabbè, purtroppo per questo non possiamo farci niente.
Il touch screen rende più comoda la gestione dell’inventario e francamente ho trovato sorprendente anche il nuovo sistema di mira che sfrutta i sensori di movimento della console. Non credevo sarebbe stato così preciso e divertente da usare.

Altra particolarità grandiosa di questa conversione/remake è che, per la prima volta, consente di giocare ad Ocarina of Time in lingua italiana.
La qualità della traduzione è complessivamente buona, anche se ci sono cosette che faranno storcere il naso ai puristi.
Per dire, il Villaggio Kakariko è diventato Calbarico, come era già accaduto in Twilight Princess.
Altri adattamenti sono proprio discutibili, come il drago Volvagia che viene giapponesizzato in Varubaja.
Magari è anche giusto così eh, però boh, mah, fa strano.
In ogni caso si parla di difettucci di adattamento microscopici che non compromettono la qualità di quello che rimane un giocone della madonna.

Ocarina of Time 3D
, in buona sostanza, resta il gioco che abbiamo adorato su Nintendo 64.
In questa edizione è stato semplicemente tirato a lucido e reso, dove possibile, ancora più magnifico.
La struttura dei dungeon è sempre la stessa, le side-quest sono quelle e persino alcuni glitch (non dannosi) sono stati volutamente mantenuti così com’erano.
Grezzo Games ha preferito non andare a modificare troppo a fondo quello che viene considerato da tutti un titolone pressoché perfetto e immortale. Ma va bene così, alla fine sarebbe un po’ da stronzi biasimarli per questo, visto soprattutto lo splendido lavoro che hanno svolto.
Un lavoro che, bisogna dirlo, riesce egregiamente nell’intento di svecchiare un gioco di tredici anni fa senza intaccarlo nella sua perfezione, rispettandone lo stile, la bellezza e il cuore.

Ah, quasi dimenticavo.
La pubblicità ideata da Nintendo per Ocarina of Time 3D è una delle cose più belle che si siano mai viste in televisione.
Geni assoluti.
E c’è pure il doppiatore ufficiale di Robin Williams!

martedì 28 giugno 2011

Child of Eden: Rez 2 è qui

Tetsuya Mizuguchi.
Personalmente, da videogiocatore e amante delle cose belle, nutro un’enorme stima per quest’uomo.
Lo considero un genio e un visionario, oltre che un vero e proprio artista capace di amalgamare alla perfezione musica e videogioco.
Child of Eden, proprio come tutti gli altri giochi che portano la sua firma, è una vera e propria esperienza di estasi audiovisiva.
La cosa ancora più eccitante è che, di fatto, Child of Eden è il seguito spirituale di Rez, vale a dire uno dei miei videogiochi preferiti di sempre.
Insomma, Child of Eden è Rez 2.
Esultiamo.

Esattamente come il suo illustre predecessore, Child of Eden è uno shoot’em up psichedelico, un titolo assolutamente stupefacente, visivamente sontuoso e musicalmente eccelso.
Restare ammaliati da ciò che accade sullo schermo, mentre si viene trascinati dal ritmo pulsante della colonna sonora, è un piacere quasi sublime.
E il bello è che, proprio come in Rez, mentre giochiamo andiamo ad alterare in tempo reale immagini e musica!
Ogni colpo sparato produce un effetto sonoro diverso, ogni nemico che viene lockato ci offre un feedback uditivo, ogni tasto che premiamo altera il ritmo della musica, trasformando quello che può apparire come un semplice sparatutto in un vero e proprio viaggio psichedelico in mezzo a mille colori e a mille suoni.

Child of Eden
commuove per quel che concerne la sua cosmesi ed arricchisce addirittura le meccaniche di Rez tramite una serie di accorgimenti che aiutano a rendere il gameplay ancora più interessante.
E poi c’è il supporto Kinect che, sorprendentemente, riesce a incrementare la sinestesia sensoriale in cui il giocatore viene condotto.
A differenza di Rez, questo titolo è in prima persona, ed è spettacolare il senso di immersione totale che si prova giocando muovendosi con il proprio corpo, senza bisogno di pad. Anche se oh, a dirla tutta mi trovo benissimo anche con quest’ultimo.

La nuova opera di Mizuguchi raccoglie in sé poesia, arte e originalità.
E’ il videogioco nella sua forma più pura, ma allo stesso tempo riesce ad essere uno dei giochi più particolari che si siano mai visti.
In un certo senso anche più particolare dello stesso Rez visto che, nonostante le ovvie similitudini, Child of Eden riesce comunque ad apparire sufficientemente nuovo e diverso, questo grazie a uno stile (sia visivo che musicale) capace di distaccarsi sufficientemente da quello del titolo SEGA uscito ormai dieci anni fa.
Diciamo che qui c’è un po’ meno dello stile di TRON e molta più roba lisergica/delirante/difficilmente definibile. Per certi aspetti sembra quasi di essere alle prese con una specie di Flower in salsa sci-fi ambientato nel cyber-spazio, mettiamola così!
E poi c’è l’onnipresente figura di Lumi, eterea fanciulla ricreata virtualmente all’interno di Eden.

Titolo eccelso dunque.
L’unica noticina negativa? Probabilmente sarà difficile che questo gioco abbia lo stesso impatto che Rez ebbe nel 2001.
Ma, detto fra noi, importa a qualcuno?

mercoledì 22 giugno 2011

Zelda Ocarina of Time: come innamorarsi dei videogiochi

Se oggi amo così tanto i videogiochi, probabilmente è proprio grazie a Zelda Ocarina of Time.
Il che è abbastanza ironico, considerando che, tra una cosa e l’altra, Ocarina non l’ho mai portato a termine.
E’ tuttavia innegabile che il primo Zelda in tre dimensioni abbia giocato un ruolo fondamentale nell’evoluzione della mia passione videoludica.

Uscito agli albori della mia adolescenza, Ocarina è stato il titolo che mi ha fatto capire davvero quanto mi piacessero i giochini elettronici.
Chiariamo, prima di giocare a Zelda ne avevo già provati a bizzeffe di giochi appassionanti: Metal Gear Solid, Final Fantasy VII, Mario 64, i Resident Evil e compagnia bella.
Ma fu solo con Ocarina of Time che arrivai definitivamente a considerare i videogiochi non più come un semplice passatempo, ma come una vera e propria passione.
Zelda fu in pratica lo step finale verso la definitiva consapevolezza di essere un nerd videogheimer incallito.
Sì, insomma… fu dopo aver visto Zelda che capii che i videogiochi non sarebbero stati una roba che avrei mollato senza remore semplicemente scoprendo la figa crescendo.

Non serve ricordare che Zelda Ocarina of Time fu un capolavoro assoluto, un gioco unico e inarrivabile, un titolo che, ai suoi tempi, non conosceva rivali.
Anzi, li guardava dall’alto in basso i rivali, sbeffeggiandoli in maniera plateale.
Prendete Portal 2, Red Dead Redemption, Bioshock, altri quattro o cinque gioconi della generazione corrente e frullateli assieme, ottenendo una sorta di “super-gioco”. Probabilmente, così facendo, potrete farvi un’idea di quello che rappresentò Ocarina alla fine degli anni ’90.
Una roba da strapparsi i capelli per quanto era bella, innovativa e pazzesca.
Sul serio, se non c’eravate non potete capire il delirio collettivo che generò l’uscita di questo gioco.

Il mio impatto con Ocarina (che tra l’altro fu anche il mio primo Zelda in assoluto) fu qualcosa di mai provato prima.
Rimasi sconvolto da questo mondo fantasy che pareva stendersi immenso e sconfinato dinanzi ai miei occhi.
I primissimi passi nella piana di Hyrule li ricordo ancora benissimo: per un attimo mi tornarono in mente i primi momenti di Mario 64, in cui me ne andavo in giro cazzeggiando per il giardino del castello di Peach, sperimentando una sensazione di libertà mai provata prima in un videogioco.
Pensai anche a quando, in Final Fantasy VII, uscii finalmente dalla claustrofobica Midgar, ritrovandomi nella World Map.
Poi realizzai che qui in Zelda non c’era solo un giardino, non c’era solo una mappa stilizzata.
C’era un intero, enorme mondo in scala 1:1, pieno di segreti e di cose da fare, che potevo esplorare in completa libertà.
Il mio Nintendo 64 non era più una semplice console. Era diventato una sorta di portale dimensionale che mi prendeva di peso e mi schiaffava nei panni di un ragazzino vestito di verde destinato a salvare il suo mondo da un’oscura e terribile minaccia.

La cosa più bella di Ocarina of Time era proprio questo senso di immersione, questa sensazione di essere lì, di stare “vivendo” il gioco.
Hyrule sembrava un mondo vero, fantastico ma allo stesso tempo coerente. I personaggi che Link incrociava parevano vivi, ognuno aveva la sua storia e ogni luogo che si visitava lasciava a bocca spalancata (e molto all’epoca veniva fatto non solo dalla direzione artistica, ma anche dalla grafica che si poteva ottenere grazie alla potenza bruta del Nintendone).
Tutto, ma proprio tutto, in Ocarina of Time, era qualcosa di memorabile.
Mai niente in un videogioco ha più saputo regalarmi le stesse emozioni che mi hanno dato l’arrampicata sulla Death Mountain, la pioggia battente nel cimitero del Kakariko Village, la sacralità del Temple of Time, le cavalcate in sella a Epona, i tuffi dalla cascata del villaggio degli Zora e le nuotate nel lago Hylia.
Ogni location e ogni situazione aveva in sé qualcosa di epico e di indimenticabile, “giocare a Zelda” era qualcosa di maestoso.
Ci si sentiva davvero degli eroi mentre ogni nostra azione era scandita dalla meravigliosa colonna sonora composta da Koji Kondo.
E tutto ciò senza neanche parlare dei dungeon, che facevano lavorare il cervello con dei puzzle geniali, garantendo sempre un livello di sfida eccellente.

Ocarina of Time
conteneva dentro di sè tutto quello che oggi cerco in un buon videogioco.
Quel senso di immersione totale, quella felicità particolare che si prova esplorando mondi fantastici e al di là della nostra immaginazione. Mondi che si possono vedere, appunto, solo in un videogioco.
Ocarina of Time avrà pure i suoi anni sul groppone, per certi aspetti sarà pure invecchiato, ok, ma a livello personale lo considererò sempre uno dei più grandi videogiochi di sempre.
E su 3DS riuscirò pure a finirlo. Sarebbe anche ora del resto.

martedì 14 giugno 2011

X-Men: First Class

I prequel sono spesso brutti e cattivi.
Generalmente tradiscono una certa mancanza di idee, vengono girati un po’ come viene e non hanno un briciolo del fascino dei film di partenza.
Insomma, sono quasi sempre delle commercialate, dei goffi tentativi di spremere ulteriormente brand cinematografici che non hanno più nulla di interessante da dire.

X-Men: First Class rappresenta fortunatamente una felice eccezione: è infatti un ottimo film sui supereroi e, più in generale, si rivela un netto miglioramento sia rispetto a Wolverine che a Last Stand, svettando addirittura sulle pellicole targate Marvel più recenti come Thor o Iron Man 2.

Girato da Matthew Vaughn (già regista del bellissimo Kick-Ass), X-Men: First Class racconta la storia del professor Xavier e di Magneto.
Narra dell’inizio della loro amicizia e della loro rivalità e, soprattutto, spiega in che modo sono nati gli X-Men.
E lo fa con maestria e classe, senza mai sembrare una cialtronata buttata lì tanto per fare.

Il film è ambientato negli anni '60, durante la crisi dei missili di Cuba.
L’atmosfera della guerra fredda è resa in maniera egregia e in determinati frangenti sembra quasi di assistere a uno spy-movie.
Bello poi il modo in cui il film riesce a miscelare con sapienza fatti di storia reali ad eventi e situazioni immaginarie.

Il cuore del film, sorprendentemente, non è da cercarsi nelle solite sequenze d’azione (che tra l’altro sono particolarmente spettacolari e ben girate), ma nelle relazioni tra i personaggi e nei temi toccati.
E’ infatti interessante notare come, in questa pellicola, tutte le tematiche proprie della saga di X-Men (discriminazione, integrazione, paura di ciò che è diverso da noi) vengano tratteggiate in maniera assai efficace attraverso i vari rapporti tra i protagonisti.
Chiaro che non si sta parlando di roba profondissima, alla fine First Class rimane pur sempre un blockbusterone pieno di effetti speciali e di gente che vola e spara i raggi laser, ma l’intento di girare un film che si lasci apprezzare anche per la sua storia e i suoi contenuti c’è e, come accadeva nei primi due X-Men, la cosa funziona perfettamente.
Decisamente riuscito, per fare un esempio, il personaggio di Mystica, con i suoi conflitti interiori e la sua difficoltà ad accettarsi per quella che è veramente.

Gran parte del merito bisogna darlo anche agli attori, quasi tutti ottimi e in parte.
Fenomenale Magneto, interpretato da Michael Fassbender, già apprezzato in Inglourious Basterds.
In un certo senso è proprio lui il vero protagonista del film.
La genesi di quello che è uno dei più grandi villain della storia dei fumetti viene raccontata in maniera appassionante e con la giusta dose di epicità.
Il giovane Magneto si rivela da subito un personaggio interessantissimo. E’ esaltante vederlo determinato a raggiungere i propri scopi ad ogni costo, orgoglioso della sua natura di mutante. Ed è ancora più emozionante vedere il modo in cui la sua amicizia con Xavier nasce e muore.
Ugualmente riuscito è Sebastian Shaw, nemesi di Magneto nonché villain principale del film, interpretato da un eccezionale Kevin Bacon. Freddo, implacabile e stronzo al punto giusto, è probabilmente uno dei migliori “cattivi” che si siano visti in un film dedicato agli eroi Marvel.

X-Men: First Class
è dunque un ritorno in grande stile della saga di X-Men, che torna sui giusti binari dopo un terzo episodio un po’ moscio e uno spin-off abbastanza insipido.
Vaughn si riconferma ancora una volta un regista che si trova estremamente a suo agio a parlare di gente in calzamaglia, sia che si tratti di sedicenni sfigati con indosso una tuta verde, sia che si parli di mutanti con poteri al di là di ogni immaginazione.

Altre cosucce da dire:
- Divertenti le le continue frecciatine sulla futura pelata di Xavier.
- Ma solo a me Mystica attizza pure quando è blu? Saranno i capelli rossi, boh.
- In questo film c’è il cameo più figo di sempre. Anche meglio di Bill Murray in Zombieland.
- Non serve dire che Vaughn lo avrei gradito parecchio alla regia del reboot di Spidey che uscirà nel 2012.

sabato 11 giugno 2011

Duke Nukem Forever: vaporware un cazzo

"Che ne dici del gioco, Duke? Ti è piaciuto?"
"Eh, dopo dodici fottuti anni, vorrei anche vedere."


Sì, ecco, vediamo.

Alla fine, spinto dalla curiosità, ho comprato Duke Nukem Forever!
Che dire, dopo averci giocato qualche oretta inizio a temere di aver buttato 60 euro nel cesso!
Graficamente è una merda. Frame rate ridicolo, aliasing in ogni dove, texture orride. Come se non bastasse ci sono dei caricamenti insopportabili.
Il gameplay sa di vecchio e il feeling delle sparatorie è davvero terrificante, soprattutto se confrontato a quello di altri sparatutto odierni (robe come Call of Duty o Crysis 2 stanno su un altro pianeta).
Il sistema di mira è qualcosa di delirante e gli scontri a fuoco risultano frustranti anche a livello di difficoltà normal (e sono solo all’inizio del gioco, non oso pensare a come cazzo sarà più avanti).
Ma vabbè, morire spesso non sarebbe neanche troppo fastidioso, il problema è che ogni volta che si crepa ci si deve sorbire un caricamento lungo come la fame prima di poter ricominciare a giocare.

Di buono c’è che il gioco mantiene intatto lo spirito del Duca, con un sacco di umorismo trash e battutacce a sfondo sessuale, ma anche parecchia autoironia.
Però oh, come sparatutto non ha veramente un cazzo da dire al giorno d’oggi.
Se fosse uscito nel 1998 sarebbe stato probabilmente figo e a suo modo rivoluzionario, ma nel 2011 un gioco del genere fa veramente ridere.
E non so nemmeno quanto abbia senso chiudere un occhio sui difetti per il discorso che “Eh, ma è un gioco sbroccato come il vecchio Duke Nukem 3D, alla fine è il suo seguito ideale ed è giusto che sia così!”.
No, porca miseria.
Il primo Duke Nukem era sì grezzissimo e volgarotto, ma era anche un FPS ottimo e innovativo per l’epoca in cui uscì, ricordiamolo.

La verità è che Duke Nukem Forever non poteva venir fuori bene.
Era stupido aspettarsi qualcosa di decente da un gioco che è stato in sviluppo per dodici anni e che è passato sotto una miriade di mani diverse.
Duke Nukem Forever è un FPS vecchio, sia a livello grafico che a livello di meccaniche di gioco. E' un gioco sistemato alla meno peggio per uscire nei negozi in maniera presentabile. E si vede.

Andrò avanti a giocarci finchè non mi stuferò, forse più avanti migliora pure, ma francamente ho qualche dubbio a riguardo.
Magari alla fine lo porterò a termine con piacere perchè, nel suo essere trash fino al midollo, lo troverò nel complesso un titolo spassoso e divertente.
Ma di sicuro non sarà un'esperienza videoludica che ricorderò per la sua qualità.
Diciamo che giocare a Duke Nukem Forever sta ai videogiochi un po' come guardare Attila Flagello di Dio sta al cinema, toh.

- Poi va bè, soprassediamo sul fatto che un personaggio come il Duca, pur essendo sempre in grado di bucare lo schermo, appaia alquanto fuori posto in un gioco del 2011.
Ma lasciamo stare, che sennò si va per le lunghe.
- Comunque oh, ho appena scritto un post su Duke Nukem Forever. Dopo averci giocato. Mamma mia, mi fa quasi impressione 'sta cosa.

giovedì 9 giugno 2011

PlayStation Vita: la console portatile più figa di sempre?

Lo diciamo?
E diciamolo: PlayStation Vita è la cosa più interessante che si sia vista nel corso di questo E3.
Sony sembra aver fatto tesoro degli errori commessi con PSP, tirando fuori un autentico gioiellino.

PSVita ha un potenziale abnorme.
E' mostruosa in quanto a mera potenza grafica ed estremamente versatile per quel riguarda le tipologie di gioco che può ospitare. Si va dal giochetto scemo che gira su iPhone al blockbusterone tipo Uncharted, passando per il gioco indie sfigato che mi cago solo io.
La sensazione è che Sony abbia intrapreso la strada giusta per tracciare il futuro del gaming portatile.
Lo ha fatto prendendo anche spunto da altri, ok, del resto il touch screen di PSVita è figlio della filosofia giocosa di DS prima e dei device Apple dopo, ma è incredibile come questo nuovo handheld sia in effetti tutto ciò che un videogiocatore possa chiedere da una console "da passeggio"!
Perché sì, PSVita ha preso tante idee vincenti dai sistemi di gioco che hanno rotto le chiappe a PSP, ma ha anche evoluto e migliorato ciò che di buono PSP offriva.
Da un lato il dettaglio grafico, che qui è in grado di tenere testa alle attuali console HD, da un altro lato introducendo finalmente un doppio stick analogico che rende PSVita perfetta per tutti quei generi che su PSP (e pure su 3DS) stavano a loro agio come un vegetariano in una rosticceria.
Il sistema di controllo di Peace Walker era un autentico delirio? Dimenticatevi di problemi simili, appartengono al passato.
Ora si potrà persino giocare agli FPS senza diventare scemi, pensate che bello.

Come se ciò non bastasse, i primi giochi presentati sono da acquolina in bocca.
Uncharted Golden Abyss è il gioco che mi farà comprare la nuova console Sony al day-one. Sicuro. Di base. Senza tentennamenti.
Wipeout 2048 è la solita goduria lisergica e non poteva essere altrimenti.
Little Big Planet promette faville grazie all’utilizzo del touch screen.
Super Stardust Delta sarà un twin stick shooter magnifico.
Sul serio, come si può non voler bene a questa console?

Persino il prezzo ha dell’incredibile: 249€ per la versione wi-fi only e 299€ per quella con il modulo 3G.
Praticamente non costa (quasi) un cazzo, per quello che ha da offrire. In particolar modo se facciamo il confronto con il costo di un 3DS (a cui comunque auspico che la casa di Kyoto darà una bella tagliata al momento opportuno).
E non è finita qua, perché è notizia di oggi che PSVita, al contrario della console Nintendo, non avrà il territorial lock.
Gran cosa.

La mia idea è che Nintendo stavolta dovrà veramente rimboccarsi le maniche se vorrà tenere testa a Sony in questa nuova "guerra dei portatili".
Perché sì, Nintendo DS è stato un successo clamoroso, ma c’è anche da dire che 3DS, nonostante il retaggio importante che si porta dietro, non è partito benissimo. E almeno per il momento, nulla ci assicura che sarà in grado di ripetere l’exploit di vendite del suo predecessore.
E’ vero che i giochi davvero interessanti per il portatile della grande N devono ancora arrivare tutti, ma d’altro canto deve ancora uscire pure PSVita.
E' difficile prevedere come si evolverà la situazione e non è detto che le cose andranno come nella scorsa generazione.
Quindi insomma, la vedo tosta, sarà una bella lotta.
Soprattutto considerando che stavolta Sony sembra aver capito cosa si deve fare per realizzare (e vendere!) una console portatile con i controcazzi.

Che poi a noi giocatori va benissimo ‘sta cosa, una console war all’ultimo sangue tra 3DS e PSVita in stile SNES vs Mega Drive porterà soltanto a una lunga lista di gioconi della madonna per entrambe le console.

Roba succosa dall'E3 #4: XCOM



C'era un po' di scetticismo intorno a questo nuovo XCOM, che invece pare venir su discretamente bene.
Come saprete, i vecchi XCOM erano dei giochi di strategia, mentre questo è una sorta di FPS con elementi da gdr.
Il gioco sembra promettente.
Graficamente non è nulla per cui valga la pena strapparsi i capelli, ma l'ambientazione anni 50 è fascinosa e il design degli alieni mi piace veramente un casino (mi ricorda vagamente l'angelo Ramiel visto nella rebuild di Evangelion).
Insomma, bella lì, tanto più che il giopa ha avuto modo di provarlo e ne è rimasto piacevolmente impressionato.

Roba succosa dall'E3 #3: Resident Evil Revelations



Da fan di lunga data della serie Resident Evil, non posso fare a meno di attendere spasmodicamente questo episodio per 3DS, che si prospetta a dir poco esaltante.
Graficamente è piuttosto impressionante e anche a livello di atmosfera promette bene.
C'era qualche dubbio sul sistema di controllo, ma chi ha avuto modo di provarlo all'E3 ne parla bene anche da questo punto di vista, quindi direi che siamo a posto.

Ma invece: come lo vedreste un Resident Evil 6 annunciato al TGS in esclusiva per Wii U?

mercoledì 8 giugno 2011

Roba succosa dall'E3 #2: Battlefield 3



Un gioco che ridefinisce il concetto di "tanta roba".
Gli sparatutto in soggettiva possono anche farvi cagare, ma è veramente difficile rimanere impassibili di fronte all'eccezionale comparto tecnico di Battlefield 3.
Il Frostbite Engine 2, motore grafico del gioco, è qualcosa di letteralmente mostruoso, una roba che ci fa rimanere a bocca aperta come non accadeva ormai da un pezzo.
Il titolo Dice uscirà anche su console, ma è chiaro che darà il meglio di sè sui PC di ultima generazione.
Anzi, in generale possiamo dire che Battlefield 3 rende palese una cosa che io vado dicendo da un po' di tempo: sia 360 che PS3 iniziano a sentire il peso degli anni e, graficamente parlando, stanno iniziando a diventare obsolete.
Speriamo che le prossime console non tardino ad arrivare, perchè qui si sente davvero il bisogno di aria nuova.

Vista la presenza di Riccitiello sul palco della conferenza Nintendo, non è da escludere che Battlefield 3 possa uscire anche su Wii U. In questo caso è ipotizzabile che quella per la nuova macchina della grande N potrebbe diventare facilmente la migliore versione per console (almeno dal punto di vista tecnico, poi chiaro che entreranno in ballo altri fattori tipo le infrastrutture per il gioco online e via dicendo).
Però va bè, al momento son tutte pippe mentali di dimensioni cosmiche.

Roba succosa dall'E3 #1: Kirby Wii



Ecco il trailer del nuovo Kirby per Wii.
Come si può vedere da questo video, stavolta viene abbandonato lo stile grafico di Epic Yarn per tornare a qualcosa di più classico.
Carino dai, non delizioso come l'ultimo episodio della serie, ma nel complesso non è niente male.
Tra l'altro, insieme a Zelda, presumo che sarà uno degli ultimi titoloni importanti che usciranno per Wii.
Ammetto che al posto di un ennesimo titolo di Kirby avrei gradito maggiormente un nuovo Yoshi's Island, ma posso anche accontentarmi, va là.

Che poi io a Epic Yarn ci sto giocando da Febbraio e devo ancora finirlo.

martedì 7 giugno 2011

Conferenza Nintendo: Wii U



Eccola qua la nuova console Nintendo.
Il nome sarà Wii U e la sua caratteristica peculiare sarà un pad dotato di touch screen che, volendo, potrà anche essere utilizzato al posto della TV per giocare.
Tutto come da pronostico insomma, del resto era una roba di cui si rumoreggiava da parecchi giorni e quindi è mancato un po' l'effetto "woahminchiafigata".
Graficamente la console parrebbe sui livelli di 360 e PS3. Quindi per il momento siamo a cavallo, in futuro si vedrà.
Di giochi in pratica non se ne sono visti, a parte qualcosina delle terze parti, quindi è troppo presto per dire qualsiasi cosa.
Ad ogni modo è già in sviluppo un episodio di Smash Bros che a quanto pare godrà del cross-platform insieme alla versione 3DS.

In generale speravo che Nintendo si sbottonasse un po' di più sulla sua nuova home console.
Intendiamoci, l'eccitazione c'è, però speravo in qualche notizia più succulenta e polposa.
Per dire, mi sarebbe piaciuto sapere qual è il famoso brand a cui al momento sta lavorando Retro Studios.
E poi sì, qualcosa di più concreto sui giochi in via di sviluppo.

Buone nuove sul fronte 3DS, anche se pure qui è mancata un po' di roba.
Non è stato detto nulla su Animal Crossing o su Paper Mario, ma presumo saranno presenti e giocabili in fiera.
In compenso quel poco che si è visto di Super Mario 3DS (che da quanto ho capito si chiamerà proprio Super Mario e basta) è stato letteralmente da orgasmo carpiato. Commovente, davvero.
Graditissimo anche l'annuncio di Luigi's Mansion 2. Oddio, mi sarebbe andato bene anche un porting del primo alla fine, visto che non l'ho mai giocato, ma un gioco nuovo di pacca è sempre meglio.

Insomma, nel complesso conferenza buona, anche se sicuramente potevano mettere molta più carne al fuoco.
Rimane qualche dubbio su Wii U.
Come funzionerà l'online?
Il pad, pur essendo fighissimo, non è ergonomicamente da mani nei capelli?
Quando cavolo uscirà di preciso?
Come se la caverà, graficamente parlando, con i successori di 360 e PS3?
Prezzo?
Boh, speriamo in bene.
Io in ogni caso di Nintendo mi fido. Alla fine mi basta che caghi fuori un nuovo Mario e siamo apposto così.
Ah, a proposito: Zelda Skyward Sword inizia a piacermi.
E poi Four Swords gratis su DSiWare è una figata.

Niente F-Zero anche a 'sto giro.
In compenso c'è Wipeot 2048 per PSVita che fa spavento.
Mamma mia che bello.


EDIT: ok, tranquillizzatevi tutti, abbiamo anche un bel trailer di Paper Mario.
E già che ci sono vi linko pure quello di Super Mario 3D!

Nintendo eShop

E3 2011: cosa si è visto

Tiriamo le somme, aspettando la conferenza Nintendo di stasera.

Partiamo da Microsoft.
Conferenza abbastanza insipida, quasi interamente incentrata su Kinect e con poche sorprese.
Oddio, non è che mi aspettassi nulla di diverso da Microsoft, se devo essere sincero.
Il nuovo Tomb Raider continua a interessarmi, anche se la demo che han fatto vedere non è che fosse troppo entusiasmante (dal punto di vista del gameplay almeno, graficamente era molto buona).
Modern Warfare 3 bello. Saprà parecchio di già visto, ma scommetto che si meriterà una passata, anche se quest’anno dovrà giocarsela con Battlefield 3, che in quanto a comparto tecnico fa letteralmente spavento grazie all’incredibile motore grafico Frostbite 2.
Halo HD non ho alcuna voglia di rigiocarlo. Non so perchè, ma il primo Halo mi sembra di averlo finito l'altro ieri anche se in realtà sono passati dieci anni!

Il resto, come detto, è stato abbastanza noioso.
Mulinello ha presentato uno spin-off di Fable che sfrutta Kinect.
Ubisoft ha mostrato un nuovo Ghost Recon in cui puoi smontare le armi alla Minority Report.
Kinect Fun Lab l’ho scaricato ieri sera sul tardi ma c’avevo troppo sonno per capirci qualcosa, quindi rimando il giudizio. Ho visto che ci sono gli achievement però, quindi win.
Il nuovo gioco di Crytek ambientato nell’antica Roma utilizza Kinect e pare una sorta di Infinity Blade. Meh, mah, boh, perplesso.
Hanno fatto vedere anche Kinect Star Wars. Pare una roba su binari, ma non nego di essere abbastanza gasato a riguardo. Ma vabbè, come detto più volte in passato, quando si tratta di Star Wars e di One Piece io non capisco più niente, quindi non posso dare pareri oggettivi.

Mostrato qualcosina di Mass Effect 3 che, sorpresa, sfrutta Kinect anche lui, ma in un modo che non mi ha convinto troppo se devo essere sincero.
In pratica usufruisce dei comandi vocali per dare ordini ai compagni e scegliere le risposte da dare durante i dialoghi. Sembra una feature messa lì tanto per fare, visto che in sostanza, al posto di premere un tasto, si deve leggere una frase e vaffanculo.
Chi si aspettava robe da fantascienza tipo dialoghi che cambiavano in base al tono di voce utilizzato o alle espressioni che si sfoderavano rimarrà deluso, insomma.

Grande sorpresona della conferenza, per quanto mi riguarda, è stato l’annuncio di Minecraft!
Pure lui sfrutterà Kinect in qualche modo, tra l’altro.

Di Gears 3 non ne parlo nemmeno, tanto che bisogna dire?

A fine conferenza il teaser trailer di Halo 4, che sarebbe stato pure figo, peccato che ieri pomeriggio ci sia stata una fuga di notizie a causa di un aggiornamento anticipato del sito XBOX e quindi si sapeva già tutto.
Sarebbe stato epico se alla fine del trailer fosse comparsa la scritta: “Halo 4, in vendita da Natale 2012… SU XBOX 720!”.
Invece no, ci attacchiamo al cazzo e ci teniamo il 360 col Kinect.

Parlando delle altre conferenze, Ubisoft ha presentato Far Cry 3.
EA ha fatto vedere un altro po’ di roba su Mass Effect 3 e ha mostrato un nuovo trailer in CG per Star Wars The Old Republic. E poi SSX (meraviglioso), Need for Speed The Run (tamarrata) e un po’ di roba su Fifa 12 e Madden.
Ah, e The Sims Social per Facebook.

Mi sarebbe piaciuto vedere la conferenza Sony, ma alle 2 di notte era un po’ un casino.
Mentre dormivo della grossa comunque, in quel di Los Angeles hanno annunciato ufficialmente che il nome di NGP sarà PlayStation Vita e che, udite udite, la nuova console sarà in vendita entro Natale al prezzo di 249 euro.
Che, per la cronaca, è meno del 3DS.
E insomma, non è malaccio, ricordiamo che PSVita il 3D se lo sogna, ma in compenso riesce a far girare tranquillamente roba tipo Uncharted.
Se poi consideriamo che storicamente Sony ha sempre lanciato le sue console a prezzi da capogiro, c'è da stappare la bottiglia.

lunedì 6 giugno 2011

Una notte da leoni 2

Una Notte da Leoni era un buon film.
Divertente, sbroccato e abbastanza originale in quanto a struttura narrativa.
I tre protagonisti funzionavano bene e assistere alle loro disavventure faceva morire letteralmente dal ridere.

Questo sequel poteva avere del potenziale, peccato che nella sostanza sia praticamente una fotocopia del film precedente.
Cambia l’ambientazione (siamo a Bangkok, non più a Las Vegas), ma per il resto ci troviamo di fronte allo stesso, identico film: gag molto simili, situazioni pressochè identiche e solita carrellata di fotografie durante i titoli di coda.
Una Notte da Leoni 2 diverte, ma puzza veramente di more of the same, con molto same e poco more.
E’ un peccato, perché la formula di base era buona e sono convinto che con un po’ di inventiva in più si sarebbe potuto tirar fuori un sequel migliore.
Questo seguito invece tende a vivere di rendita, tanto è vero che non mancano i riferimenti (spesso anche eccessivi) alle situazioni viste nel primo The Hangover.
Poi oh, magari me lo ricordo male io, ma non mi pareva che il prequel (che pure era sbroccatissimo) premesse così tanto l'acceleratore sulla volgarità gratuita.

Una notte da leoni 2 è una commedia decente con parecchio umorismo grezzo, ma purtroppo non possiede la freschezza e l’originalità del suo predecessore.
Per carità, un paio di momenti riusciti in cui ci si capotta dal ridere ci sono anche, ma dal seguito di uno dei più spassosi film comici degli ultimi anni mi aspettavo qualcosina di più.
Vedremo come andrà con il terzo episodio, che a quanto pare è già in programma.