martedì 28 giugno 2011

Child of Eden: Rez 2 è qui

Tetsuya Mizuguchi.
Personalmente, da videogiocatore e amante delle cose belle, nutro un’enorme stima per quest’uomo.
Lo considero un genio e un visionario, oltre che un vero e proprio artista capace di amalgamare alla perfezione musica e videogioco.
Child of Eden, proprio come tutti gli altri giochi che portano la sua firma, è una vera e propria esperienza di estasi audiovisiva.
La cosa ancora più eccitante è che, di fatto, Child of Eden è il seguito spirituale di Rez, vale a dire uno dei miei videogiochi preferiti di sempre.
Insomma, Child of Eden è Rez 2.
Esultiamo.

Esattamente come il suo illustre predecessore, Child of Eden è uno shoot’em up psichedelico, un titolo assolutamente stupefacente, visivamente sontuoso e musicalmente eccelso.
Restare ammaliati da ciò che accade sullo schermo, mentre si viene trascinati dal ritmo pulsante della colonna sonora, è un piacere quasi sublime.
E il bello è che, proprio come in Rez, mentre giochiamo andiamo ad alterare in tempo reale immagini e musica!
Ogni colpo sparato produce un effetto sonoro diverso, ogni nemico che viene lockato ci offre un feedback uditivo, ogni tasto che premiamo altera il ritmo della musica, trasformando quello che può apparire come un semplice sparatutto in un vero e proprio viaggio psichedelico in mezzo a mille colori e a mille suoni.

Child of Eden
commuove per quel che concerne la sua cosmesi ed arricchisce addirittura le meccaniche di Rez tramite una serie di accorgimenti che aiutano a rendere il gameplay ancora più interessante.
E poi c’è il supporto Kinect che, sorprendentemente, riesce a incrementare la sinestesia sensoriale in cui il giocatore viene condotto.
A differenza di Rez, questo titolo è in prima persona, ed è spettacolare il senso di immersione totale che si prova giocando muovendosi con il proprio corpo, senza bisogno di pad. Anche se oh, a dirla tutta mi trovo benissimo anche con quest’ultimo.

La nuova opera di Mizuguchi raccoglie in sé poesia, arte e originalità.
E’ il videogioco nella sua forma più pura, ma allo stesso tempo riesce ad essere uno dei giochi più particolari che si siano mai visti.
In un certo senso anche più particolare dello stesso Rez visto che, nonostante le ovvie similitudini, Child of Eden riesce comunque ad apparire sufficientemente nuovo e diverso, questo grazie a uno stile (sia visivo che musicale) capace di distaccarsi sufficientemente da quello del titolo SEGA uscito ormai dieci anni fa.
Diciamo che qui c’è un po’ meno dello stile di TRON e molta più roba lisergica/delirante/difficilmente definibile. Per certi aspetti sembra quasi di essere alle prese con una specie di Flower in salsa sci-fi ambientato nel cyber-spazio, mettiamola così!
E poi c’è l’onnipresente figura di Lumi, eterea fanciulla ricreata virtualmente all’interno di Eden.

Titolo eccelso dunque.
L’unica noticina negativa? Probabilmente sarà difficile che questo gioco abbia lo stesso impatto che Rez ebbe nel 2001.
Ma, detto fra noi, importa a qualcuno?

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