sabato 15 agosto 2009

Band of Brothers


« E sino alla fine del Mondo
Giorno non passerà senza che vengano menzionati i nostri nomi;
Noi pochi, noi pochi e felici, noi banda di fratelli;
Poiché chi oggi spargerà il suo sangue con me
Sarà mio fratello. »


Finalmente sono riuscito a vedere questa serie.
Band of Brothers è una miniserie di dieci episodi che segue le vicende della famigerata Compagnia Easy del Secondo Battaglione, 506° eggimento di Fanteria Paracadutista, 101a Divisione Aerotrasportata dell'esercito degli Stati Uniti partendo dall'addestramento fino ad arrivare alla conclusione della Seconda Guerra Mondiale, coprendo un arco temporale che va dal 1942 fino al 1945.
Dieci episodi che ripercorrono con accuratezza storica alcune delle fasi più celebri del conflitto come l'Operazione Market Garden e la Battaglia delle Ardenne.

La serie è prodotta da Steven Spielberg e Tom Hanks, due nomi che è impossibile non associare a quel gran bel film che è Salvate il Soldato Ryan (film che, per inciso, a una prima visione mi annoiò a morte, ma che in seguito rivalutai di brutto).
Band of Brothers ha in effetti diversi punti in comune con il film di Spielberg (come è anche ovvio che sia visto che il periodo storico trattato è lo stesso), ma più che altro sembra che voglia offrire un punto di vista "alternativo".
Per dirne una nell'episodio D-Day non assistiamo allo sbarco, ma vediamo tutto dal punto di vista dei paracadutisti.
Ciò che colpisce è comunque la qualità di questa produzione televisiva che ha veramente ben poco da invidiare a certi film bellici visti al cinema (anzi...).
Gli orrori, le fatiche e le brutalità della guerra vengono presentate con un impatto visivo devastante, a volte anche cruento.
I dieci episodi sono girati splendidamente e ognuno di essi è a tutti gli effetti un piccolo film che si discosta dall'altro anche per stile di narrazione. A volte si ricorre a un flashback, altre volte la vicenda viene raccontata dal punto di vista di un solo soldato, mentre in altre si ricorre a una visione corale.
Ogni episodio fa quasi storia a sè, sebbene il filo conduttore e i protagonisti della vicenda siano sempre quelli.

Certo, ovviamente la storia della Compagnia Easy sarà stata romanzata in più di un'occasione, ma in generale non si assiste mai a quel patriottismo stucchevole che a volte affligge queste produzioni.
L'impressione è sempre quella di trovarsi di fronte a un'opera scritta e girata per mettere in scena quello che doveva essere la guerra e far capire agli spettatori che come me non hanno manco fatto il servizio di leva cosa dovevano provare questi poveracci che si trovavano al fronte senza sapere se sarebbero mai riusciti a tornare a casa vivi.
Band of Brothers racconta la guerra dal punto di vista dei soldati, attraverso gli occhi di quelli che l'hanno vissuta e a causa di essa hanno perso amici e, forse, anche un po' della loro innocenza.

Non mancano infatti momenti drammatici, spesso sottolineati dalla splendida colonna sonora o addirittura commentati, nell'apertura dei singoli episodi, dai veri reduci della guerra.
La scoperta praticamente casuale del Campo di Concentramento di Landsberg è uno di questi momenti ed è a tutti gli effetti una delle scene più struggenti che abbia mai visto. Una scena quasi disturbante, soprattutto se pensiamo che è avvenuta realmente e che in ogni caso lo spettacolo che si presentava ai soldati alleati che scoprivano l'esistenza dei campi di sterminio nazisti non era poi tanto diverso (e probabilmente anche peggiore).

Band of Brothers è una serie che mi sento di consigliare senza riserve a chiunque. Sia perchè si tratta in generale di un bel serial televisivo, sia perchè lascia spazio anche a qualche riflessione sugli eventi che hanno segnato la storia del mondo in cui viviamo.