venerdì 31 dicembre 2010

Mugiwara Awards 2010

E via, ecco a voi i Mugiwara Awards del 2010.
Quest'anno ho deciso di abbandonare il classico sistema di assegnazione dei premi e di parlare semplicemente delle robe migliori che si sono viste negli ultimi dodici mesi.
Vuoi perchè ci sono veramente troppe cose da dire e vuoi perchè scegliere veri e propri vincitori in alcuni casi mi risulta difficile.
Naturalmente dove possibile linkerò le recensioni, non mi và di scrivere due volte le stesse cose.
E allora partiamo, con il benestare del buon vecchio Josè!


IL MEGLIO DEL CINEMA: i film del 2010 che proprio non potete perdervi.

Inception
: filmone devastante ed ennesimo capolavoro di Nolan [recensione]

Toy Story 3: ennesimo sfoggio di cazzodurismo da parte di Pixar [recensione]

Scott Pilgrim VS. The World: pellicola più win di sempre [recensione]

The Social Network: ottimo film di David Fincher sulla storia della nascita di Facebook. Sceneggiatura ottima e dialoghi spettacolari. Da vedere, merita estremamente più di quanto si potrebbe pensare.

The A-Team: baraccone imperdibile #1

The Expendables: baraccone imperdibile #2. Magari non così totale come ci si aspettava, ma ugualmente consigliato [recensione]

La prima cosa bella: il film di Virzì è una storia toccante che dimostra che il cinema italiano può ancora offrire delle perle.

Anno cinematografico ricco il 2010.
A parte i film citati segnalo anche gli ottimi Agorà, Tra le Nuvole, La Nostra Vita e The Road.
Sorpresone per la prima parte del settimo capitolo di Harry Potter e delusione totale per quanto riguarda Alice in Wonderland di Tim Burton.


IL MEGLIO DEI VIDEOGIOCHI: se non li giocate siete delle persone brutte.

Bayonetta
: sicuramente il miglior action game degli ultimi anni. Un gioco sopra le righe in ogni suo aspetto, con una protagonista che buca letteralmente lo schermo. Capolavoro hardcore e uno di quei titoli che ti fanno capire perchè i videogiochi sono una cosa bellissimissimissima! [recensione]

Super Mario Galaxy 2: altro titolo che ti fa comprendere la bellezza dei videogiochi. Mario Galaxy 2, additato da molti come un semplice more of the same del primo Galaxy, è in realtà un platform 3D praticamente perfetto in ogni suo aspetto. Probabilmente il mio gioco dell'anno [recensione]

Donkey Kong Country Returns: se Mario Galaxy 2 è il meglio dei platform 3D, questo revival di Donkey Kong Country ad opera di Retro Studios rappresenta lo stato dell'arte dei giochi di piattaforme bidimensionali. Un gioco difficilissimo e bastardissimo che vi farà letteralmente godere grazie al suo level design sopraffino. Stupendo.

Red Dead Redemption: free roaming in salsa western. [recensione]

Heavy Rain: sticazzi se è un film interattivo, a me l'esperimento di David Cage è piaciuto. L'unica rottura di cazzo è che avendo cambiato la PS3 ho perso tutti i salvataggi, ma vabbè, pace. [recensione]

Mass Effect 2: secondo capitolo dell'epopea fantascientifica targata Bioware. Grandissimo seguito e acquolina in bocca per il terzo episodio. [recensione]

Alan Wake: il titolo Remedy non mi convinse tantissimo appena lo terminai, ma nonostante tutto, col passare del tempo, ne ho mantenuto un ottimo ricordo. Un gioco che, malgrado i suoi limiti, vale assolutamente la pena giocare. La colonna sonora poi è GRANDIOSA. [recensione]

Di videogiochi meritevoli ce ne sarebbero un bordello. Da Just Cause 2 a Pac-Man CE DX, da Sin & Punishment Successors of the Skies ad After Burner Climax, passando per roba come Limbo o Dead Nation.
Ma non è che posso includere nella lista proprio tutto tutto tutto, capitemi!
Tra l'altro devo ancora iniziare God of War: Ghost of Sparta e recuperare roba notevole come Super Meat Boy.


IL MEGLIO DELLE SERIE TV:

Smallville: bazinga!

LOST - sesta stagione: commovente.

The Big Bang Theory: il 2010 è l'anno in cui ho iniziato a seguire questa sitcom spettacolosa. Guardatela tutti perchè è una delle cose più divertenti che io abbia mai visto!

Stargate Universe: ho iniziato a vedere questa serie un po' per colmare il vuoto lasciato dal finale di LOST e un po' perchè avevo voglia di fantascienza. Nulla di eclatante, ma nel complesso gradevole. E Rush, il personaggio interpretato da Robert Carlyle, spacca tantissimo. Sfiga ha voluto che la serie sia stata cancellata e quindi la seconda stagione (arrivata per il momento a metà) sarà l'ultima. Peccato perchè a mio avviso c'era del potenziale.

The Pacific: erede spirituale di Band of Brothers. Forse meno bello della serie che lo ha preceduto, ma merita ugualmente una visione approfondita. Molto interessante.

The Walking Dead: ottima serie tv sugli zombi tratta da un fumetto. La prima stagione dura solo sei episodi, a mio avviso troppo pochi per dare un giudizio come si deve.
La serie parte benissimo e si perde un po' via nella quinta e nella sesta puntata (senza contare che il season finale, NON E' un season finale), ma le basi per qualcosa di interessante ci sono.
Speriamo in una seconda stagione convincente. La buona notizia è che le puntate saranno dodici, quella cattiva è che dovremo aspettare fino alla fine del 2011.

Bè, ok, diciamo che queste, più che "le migliori in senso assoluto", sono semplicemente le serie tv che ho visto quest'anno e che mi hanno convinto.
Perchè insomma, se sulla qualità di LOST nutro ben pochi dubbi, non sono certo che roba come Stargate Universe sia una delle migliori serie televisive dell'anno.
Ma d'altronde avere il tempo di vedere tutte le serie tv esistenti è una roba un po' impossibile.

mercoledì 22 dicembre 2010

Star Wars: The Force Unleashed II

I Jedi della vecchia trilogia erano dei saggi dediti alla meditazione e alla ricerca della pace interiore. Dei veri e propri guardiani della pace che, quando potevano, evitavano di ricorrere alla violenza. Usavano la Forza per saggezza e difesa, mai per attaccare!

Nella nuova trilogia i Jedi non solo avevano i microrganismi nel sangue e dovevano fare voto di castità tipo i preti, ma erano anche dei cazzo di ninja acrobati in grado di esibirsi in salti mortali e in coreografici duelli di spade laser, tanto da far sembrare ingessatissimi e letargici tutti i duelli della vecchia trilogia.

In Force Unleashed i Jedi sono diventati dei super eroi marvel saggi come Cassano che fanno la faccia incazzata sulle copertine dei videogiochi, abbattono navi spaziali a mani nude e utilizzano la Forza per fare più casino possibile.
Che detta così parrebbe una figata, ma il fatto è che, dopo aver visto il clone di Starkiller, tutti i Jedi che abbiamo potuto ammirare al cinema sembrano delle pippe pazzesche. E la cosa lascia noi fan un attimino interdetti.

Ma parliamo di questo sequel che, ahimè, non è così bello come ci si aspettava.
Diciamolo subito, graficamente è curato ed è pure abbastanza divertente da giocare.
Il suo problema è che è corto.
E per corto intendo breve oltre i limiti dell'accettabile, nel senso che proprio non dura un cazzo.

Chi mi conosce sa bene che non sono un grosso amante dei giochi eccessivamente lunghi.
Vuoi per una questione di gusti personali, vuoi per la quantità di tempo libero che ho a disposizione.
Meglio un gioco divertente che dura otto ore piuttosto che un mattone interminabile che ne dura ottanta.
Il problema è che Force Unleashed II è breve anche per gli standard dei giochi corti.
Giusto una manciata di livelli che si finiscono giocando un paio di sere.
Poco, troppo poco, considerando anche che il gioco non solo non dispone di una modalità multiplayer, ma non invoglia nemmeno così tanto a fare più tornate di gioco.
Mirror's Edge, per citarne uno, era cortissimo, ma era anche un gioco dotato di un'alta rigiocabilità grazie a tutto il discorso dei time trial.
Force Unleashed II, se escludiamo un finale alternativo che si può ottenere semplicemente giocando l'ultimo livello, non ha nulla che invogli a ricominciare l'avventura dall'inizio.

Il problema grosso è che questa scarsa longevità si riflette anche su altri aspetti del gioco.
I pianeti che visiteremo infatti saranno soltanto due, tre se contiamo una brevissima capatina a Dagobah.
La carenza di location si fa sentire e l'impressione è che Force Unleashed II sia una specie di grosso DLC del primo Force Unleashed.

Un'occasione mancata insomma.
Peccato perchè se la longevità fosse stata un po' più elevata il mio giudizio avrebbe potuto essere diverso.
Così invece ci troviamo di fronte a un titolo dimenticabile che sembra quasi lasciato a metà, colpa anche di un finale talmente aperto che quello di The Empire Strikes Back in confronto sembrava autoconclusivo.
Sarà per la prossima volta quindi, sperando che The Force Unleashed III non faccia la fine del terzo episodio di KotOR.

martedì 14 dicembre 2010

TRON Legacy: attesa spasmodica



Che poi in realtà le prime recensioni non sono molto incoraggianti.
Ma, detto francamente, non me ne frega un cazzo.

lunedì 6 dicembre 2010

Gran Turismo 5: impressioni a caldo

Premessa: questa non è una recensione, ho giocato troppo poco a GT5 per poterne parlare con cognizione di causa.
Voglio comunque dire un po' di cose, dato che sarete tutti curiosi di sapere cosa ne penso di uno dei giochi più rimandati della storia.

Sensazioni contrastanti.
Gran Turismo 5, più che un racing game, è pornografia automobilistica.
L'impressione non è quella di accostarsi a un videogioco, ma a un prodotto sviluppato e pensato per chi vive a pane e automobili.
Per un appassionato di automobilismo e di simulatori di guida Gran Turismo 5 è probabilmente il gioco totale-globale-spaziale, un titolo che trasuda letteralmente amore per i motori: tantissime opzioni di personalizzazione, decine di piste diverse, centinaia di auto e via dicendo.
Per il sottoscritto le cose sono un attimino diverse.
Il titolo Polyphony è chiaramente un gioco che risente di tutti gli anni di sviluppo che si porta sulle spalle.
Da una parte ci troviamo di fronte a un prodotto enorme e curato, d'altro canto è impossibile non notare numerose sbavature e difetti che, a fine 2010, risultano quasi anacronistici (il sistema di collisioni è imbarazzante).
Gran Turismo 5 alterna cose curatissime ad altre che fanno capire che il titolo in questione era in cantiere da quando chi scrive traduceva ancora le versioni di greco.

Fortunatamente il modello di guida è sempre ottimo.
Guidare in Gran Turismo è divertente, non c'è un cazzo da fare.
Anche qui però c'è qualcosa che stona se si gioca con un normale Dual Shock 3.
L'impressione è che Gran Turismo 5 sia un titolo concepito per essere goduto appieno solo con un volante e che con un pad perda tantissimo.
E io francamente non muoio dalla voglia di comprarmi un volante apposta per Gran Turismo.
Prima di tutto perchè non sono un così grande amante di simulatori di guida, in secondo luogo perchè i racing game li gioco più spesso su XBOX 360.

Non fraintendete, Gran Turismo 5 è comunque un bel gioco.
Il problema è che viene inevitabilmente schiacciato dall'hype che si porta dietro da anni.
Anni che si sentono e gli impediscono di impressionare come magari avrebbe fatto se fosse uscito prima.

Il filmato introduttivo comunque è uno dei più belli che mi sia capitato di vedere da qualche anno a questa parte.

Chiudiamo con un po' di console-war, che non fa mai male.
Gran Turismo 5 non riesce ad aprire in due come una mela Forza Motorsport 3.
Probabilmente però Forza Motorsport 4 aprirà in due Gran Turismo 5.
Tanto chissenefrega, lo sappiamo tutti che ormai la console-war l'ha vinta Nintendo grazie a Mario Kart Wii.

venerdì 3 dicembre 2010

Assassin's Creed Brotherhood

Assassin's Creed II era stato a mio avviso un notevole passo avanti rispetto al primo episodio.
Le città italiane riprodotte nel gioco erano stupende e il gameplay introduceva interessanti novità che scongiuravano gran parte della ripetitività del prequel.
Certo, c'era qualche magagna: le prime ore dell'avventura erano un lunghissimo tutorial e in certi frangenti Assassin's Creed II peccava addirittura di "sovrabbondanza" di contenuti ludici (troppe cose da fare, alcune di esse totalmente inutili).
Ma alla fine non importava: girare per Firenze o Venezia era talmente bello e immersivo che non ci si faceva caso.
Anche la storia a mio avviso sapeva essere intrigante, pur con tutte le sue tamarrate degne di un Dan Brown che incontra Roland Emmerich.

Assassin's Creed Brotherhood, a detta di Ubisoft, non è il vero seguito di Assassin's Creed II, rappresenta più che altro uno spin-off (tra questo e New Vegas il 2010 è stato l'anno degli spin-off).
In teoria dunque, Brotherhood non è Assassin's Creed III.
Dico in teoria perchè stiamo comunque parlando di un gioco che continua in maniera diretta la vicenda del prequel e che non sembra un capitolo "filler", ma si rivela anzi un tassello fondamentale per l'epopea fantascientifica targata Ubisoft. Quindi beh, in un certo sarebbe da considerarsi un terzo episodio a tutti gli effetti.

Probabilmente Ubisoft non ha voluto chiamare questo gioco Assassin's Creed III proprio per giustificare le scarse novità introdotte rispetto al secondo capitolo.
Il periodo storico è il medesimo, il protagonista è sempre Ezio Auditore, graficamente non è cambiato molto e parecchie cose nuove sono chiaramente idee che non furono introdotte nel prequel per mancanza di tempo o per altri motivi.
Brotherhood è infatti molto più corto e decisamente meno vasto rispetto ad Assassin's Creed II.
Chiariamo, ci sono ancora moltissime cose da fare, ma l'impressione è di essere alle prese con un titolo più compatto e meno dispersivo.
Per fare un paragone, se il secondo episodio era San Andreas, questo è Vice City.
Qui infatti non vi sono più diverse città esplorabili, poichè tutto il gioco è ambientato in quella Roma che nel prequel riuscimmo a vedere solo di sfuggita nel finale.
Roma è stata realizzata splendidamente ed è probabilmente la città migliore che si sia vista in un Assassin's Creed.
Nel gioco potremo comunque fare delle scorrazzate anche al di fuori della capitale, ma si tratta solo di missioni secondarie che non ci daranno la possibilità di esplorare tutto come vogliamo.

Il grosso dell'avventura di Ezio Auditore si svolge dunque nella città eterna e tutto funziona grossomodo come in Assassin's Creed II, con alcune interessanti novità.
La parte gestionale, che nel secondo capitolo era relegata a Monteriggioni, è stata sviluppata ed ampliata a tutta la città di Roma.
E' inoltre possibile reclutare degli adepti assassini che potranno essere inviati in missioni secondarie (in modo simile a quanto avveniva in Metal Gear Solid: Peace Walker) o essere chiamati in aiuto del giocatore tramite la semplice pressione di un tasto.
In questo modo potranno affiancarci nei combattimenti o uccidere dei nemici durante le fasi stealth, mentre noi ce ne stiamo tranquillamente nascosti.
Altra novità figa è che ogni missione propone un obiettivo secondario che, se raggiunto, ci consentirà di portare il tasso di sincronia (vale a dire la percentuale di completamento) al 100%. Tali obiettivi potranno essere tra i più disparati (non farti sgamare, non uccidere nessuno ecc) e contribuiranno non poco a rendere più interessante un gameplay che alla lunga rischierebbe di venire a noia.

Per il resto sono presenti tutte le cose che avevano reso bello il secondo capitolo, insieme a un macello di missioni secondarie.
In particolare segnalo le Tane di Romolo, che hanno preso il posto delle Tombe degli Assassini, e le missioni di Leonardo, che mischiano ottime fasi stealth ad altre fasi più casinare in cui saremo chiamati a combattere a bordo di rudimentali veicoli bellici.
Vi sono poi le solite bandiere da raccogliere, le torri dei Borgia da distruggere e pure alcune sessioni di addestramento virtuale.
Sono tornati anche i cervellotici enigmi legati al Soggetto 16.
Tantissima carne al fuoco insomma, che sicuramente sarà apprezzata da chi ha amato il secondo episodio.

Altra grossa introduzione riguarda la modalità multiplayer, ma personalmente non l'ho ancora provata, anche perchè come idea mi attirava ben poco.
Tuttavia ne ho sentito parlare sorprendentemente bene, quindi magari le darò un'occasione nei prossimi giorni.

Brotherhood resta dunque un titolo che consiglio a coloro che hanno apprezzato la formula di gioco del prequel e non ne hanno ancora le palle piene di assassini, templari, animus e frutti dell'Eden.
Ritengo comunque che, nonostante venga considerato uno spin-off, sia un titolo indispensabile per chiunque voglia seguire la storia della saga senza perdersi passaggi importanti.
Ora però basta con le città italiane, esigo un terzo episodio ambientato a Parigi in piena rivoluzione francese!