lunedì 7 dicembre 2009

Assassin's Creed II

C'era del potenziale nel primo Assassin's Creed.
Uscito verso la fine del 2007, il titolo Ubisoft ci metteva nei panni di Desmond Miles, un giovane che - dopo essere stato rapito dalla misteriosa società Abstergo - veniva costretto a rivivere i ricordi di un suo lontano antenato tramite un macchinario chiamato Animus.
Il giocatore era così chiamato a impersonare Altair, un membro della setta degli Assassini vissuto in Terra Santa all'epoca della Terza Crociata.

Come si può facilmente capire, Assassin's Creed era un titolo dai toni decisamente sci-fi, a discapito di quel che poteva sembrare guardandosi qualche trailer.
All'epoca il titolo Ubisoft mi piacque in particolar modo per la componente parkour - che oggi in effetti appare un po' meno figa confrontata a quella di un Mirror's Edge - e per la spettacolare ambientazione alla Kingdom of Heaven.
La ricostruzione di Acri, Gerusalemme e Damasco era a dir poco impressionante e suggestiva. Senza contare che trovo che quello delle crociate sia uno dei periodi storici più affascinanti e meno sfruttati.
Ad ogni modo Assassin's Creed aveva i suoi bei difettucci.
Tralasciando il fatto che il sistema di controllo non era esattamente dei più reattivi e immediati (leggasi tocco di legno), il titolo Ubisoft era minato anche da una scarsa varietà di fondo nelle situazioni di gioco che, a lungo andare, lo rendevano piuttosto ripetitivo e ridondante.
Difetti neanche troppo piccoli a ben vedere, tuttavia l'ambientazione spettacolare e la storia intrigante spingevano a gustare l'avventura di Altair tutta d'un fiato, mantenendo il livello di coinvolgimento ad altissimi livelli fino all'assurdo finale.
Un finale allucinante ed apertissimo che mi lasciò ben sperare per un seguito che colmasse le lacune del primo episodio.

Su quali potessero essere l'ambientazione e il periodo storico di Assassin's Creed II la comunità videoludica si è tirata enormi segoni mentali per oltre un anno.
C'era chi parlava di epoca Maiya (bello), chi di Giappone Feudale (già visto), chi di Parigi in piena Rivoluzione Francese (spruzz), chi di San Siro durante il derby del 5 Maggio...
Poi, un bel giorno, venne annunciato che Assassin's Creed II sarebbe stato ambientato in Italia nel periodo rinascimentale e che avremmo vestito i panni di un assassino dal bizzarro nome di Ezio Auditore.
Fu una notizia piuttosto grandiosa in effetti.
Se infatti uno dei punti di forza del prequel era la ricostruzione storicamente certosina delle città della Terra Santa, era fuori di dubbio che città artisticamente e architettonicamente spettacolose come Firenze e Venezia si sarebbero prestate alla grandissima a fare da sfondo alle vicende di un Assassin's Creed.

E infatti, adesso che il gioco è uscito, c'è veramente di che rimanere a bocca aperta.
Così come il predecessore, Assassin's Creed II lascia letteralmente spaesati per la bellezza delle sue ambientazioni.
Stavolta il buon Desmond dovrà rivivere i ricordi del suo antenato fiorentino Ezio in Italia, in luoghi che ci sono familiarissimi.
Fa un certo effetto trovarsi di fronte alla Basilica di San Marco, arrampicarsi sul campanile di Giotto e ammirare estasiati la facciata di Santa Maria del Fiore.
Ed è bellissimo constatare la cura nei particolari, la bellezza di questi edifici dal valore storico incommensurabile.
Non c'è sicuramente bisogno di un videogioco mainstream per ricordare quanto l'Italia, pur essendo un paese di cazzoni, sia piena di opere d'arte che gli altri si sognano.
Però ecco, è bello vedere tutto questo in un videogame. E' quasi commovente, davvero.
Poi ovvio, trattandosi di una vicenda di fantasia non mancano piccole incongruenze, licenze poetiche e sporadiche tamarrate.
Ma veramente, giocare ad Assassin's Creed II dev'essere da pelle d'oca per quelli che vivono in una delle città riprodotte.
Gli appassionati di storia dell'arte si esalteranno come non mai, riuscendo tranquillamente a chiudere un occhio su modelli poligonali dei personaggi non proprio impeccabili e su qualche sbavatura grafica che potrebbe risultare fastidiosa in questo periodo post Uncharted 2.
Nulla di grave però, visto che l'aspetto grafico del gioco rimane complessivamente maestoso.

Fortunatamente, oltre a un'ambientazione di lusso, Assassin's Creed II regala interessanti novità anche sul fronte gameplay.
Ci sono più cose da fare, missioni secondarie da intraprendere, potenziamenti da comprare, un sacco di cazzatine da collezionare, piccoli enigmi da risolvere. La monotonia del prequel è stata qui scongiurata e ora le situazioni di gioco sono finalmente più variegate.
Ciò che prima sembrava solo accennato è stato qui sviluppato, tante cose che avremmo voluto vedere due anni fa ora ci sono.
Assassin's Creed II è un titolo decisamente più poliedrico rispetto al prequel, un titolo che offre anche un abbondante contorno insieme alla portata principale.
Impossibile non apprezzare questi indiscutibili miglioramenti in termini di struttura ludica.

Assassin's Creed II è davvero un bel gioco.
Non solo infatti riesce ad eguagliare il predecessore proponendo un'ambientazione altrettanto suggestiva, ma riesce anche a superarlo avendo fatto tesoro degli errori del passato.
Impossibile ignorare che il titolo Ubisoft abbia fatto dei notevoli passi avanti rispetto a due anni fa, sviluppando quel potenziale inespresso che tutti ci auguravamo potesse tirar fuori in un sequel fatto come si deve.
Certo magari la perfezione è ancora lontana, magari si può migliorare ulteriormente...
Ma per ora non possiamo che essere felici dell'ottimo risultato raggiunto.

Abbia ora inizio il totoscommesse sull'ambientazione del terzo episodio. Il presente parrebbe assai probabile stavolta, ma come al solito tutte le ipotesi potrebbero risultare sbagliate.
Io un'idea ce l'ho, ma se volessi esporla dovrei fare un paio di spoiler piuttosto grossi, quindi sto zitto.

Nota a margine: per una volta evitate come la peste di giocarlo in inglese. Che in effetti sentire i personaggi parlare in lingua anglofona con uno spiccato accento da pizzaiolo italo-americano è abbastanza inquietante.

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