domenica 27 settembre 2009

District 9

Visto ieri pomeriggio, in condizioni a dir poco ottimali.
Sala quasi completamente vuota a parte me, un tizio sui sessant'anni e un ragazzo con la fidanzata.
Nessun marmocchio urlante, nessuna combriccola di adolescenti casinari, zero ruminatori di pop corn, neanche una ragazzina intenta a messaggiare per tutta la durata del film.
Uno sballo, praticamente la tranquillità del salotto di casa con la qualità del cinema.
Fosse sempre così sarei disposto a pagare anche dieci euro di biglietto per tutte le volte che vado a vedere un film.
Peccato che 'sta calma è una cosa più unica che rara, propria probabilmente degli spettacoli delle 14.30 di film di fantascienza un po' di nicchia. E peccato anche che in genere setteeuroesessanta di biglietto sono anche troppi per il bordello che c'è.
Già immagino la cagnara che ci sarà la settimana prossima per Bastardi Senza Gloria. Brrrr...

Ma parliamo di District 9.
Un film di fantascienza sui generis, che come saprete inizialmente doveva essere il famoso film di Halo, almeno prima che il progetto saltasse per aria.
District 9 non ha infatti nulla a che vedere con Spartan, Covenant, Flood e tutto l'universo creato da Bungie.

Ad ogni modo District 9 è una pellicola estremamente interessante ed è forse uno dei migliori prodotti fantascientifici degli ultimi anni.
In realtà i giudizi entusiastici stanno fioccando un po' da ogni dove, qualcuno si è anche sbilanciato pesantamente dicendo che District 9 è il nuovo metro di paragone della fantascienza moderna, come poteva esserlo stato Blade Runner prima di lui.
Io non mi pronuncio, preferisco andarci piano con i giudizi, anche perchè detronizzare mostri sacri come Blade Runner non è una cosa che si può fare così su due piedi.
Il film di Blomkamp è in ogni caso un piccolo gioiello, che sicuramente verrà ricordato molto a lungo.
Già l'immagine qui sopra parla da sola direi.
La nave madre che resta sospesa immobile e sinistra sopra Johannesburg è uno degli spettacoli visivi più ipnotici e suggestivi che si siano mai visti.
Il film si sviluppa inizialmente come una sorta di documentario per poi prendere pieghe narrative più classiche.
L'idea di fondo che fa da scheletro a tutta la vicenda è originalissima.
Alieni visti non come invasori o creature amichevoli, ma come profughi interstellari, costretti ad ambientarsi in un mondo che non è il loro e alla convivenza forzata con una specie diversissima. Il tutto poi si svolge in Sud Africa, con i risvolti che questo può comportare.
Ecco, un altro dei grossi pregi di questo film è quello di non essere ambientato in America, ma in Sud Africa. Che non è una mia sparata anti-yankee che butto lì tanto perchè fa figo, ma ha un suo perchè.
Il film ha chiaramente dei sottotesti politici riguardanti il paese in cui si svolge e questo lo pone a un livello superiore rispetto alle solite baracconate fantascientifiche che si vedono al giorno d'oggi.
District 9 riesce nella difficile impresa di miscelare una lunga serie di elementi apparentemente inconciliabili tra di loro.
E' un film che ad esempio, nonostante i temi trattati, riesce a essere anche ironico in certe situazioni che altrimenti sarebbero terribilmente tese. C'è umorismo in District 9, ma non è l'umorismo da commediola da quattro soldi, non è l'ignobile battuta sul robot con le palle di Transformers 2; è un umorismo più sottile, per certi versi grottesco. Qualcosa che ti strappa un mezzo sorrisetto storto nel bel mezzo di un momento ad alto tasso di drammaticità.
C'è anche tanto splatter, una violenza visiva che, seppur non raggiungendo mai livelli insostenibili e fastidiosi, non si vede tanto spesso in produzioni di questo tipo (almeno ultimamente).
Ma in District 9 ci sono anche momenti epici e momenti toccanti, tra cui un bellissimo rapporto padre e figlio, reso in maniera magistrale da due creature digitali, a dimostrazione che anche due pupazzi modellati al computer sono perfettamente in grado di commuovere.
Tutto questo insieme a tanti elementi più fracassoni come armi aliene a dir poco da cazzo duro, mutazioni genetiche, mech, guerriglia, sparatorie...
District 9 un film veramente massiccio, in cui si riesce a trovare di tutto.
C'è azione ma ci sono anche degli ottimi dialoghi e in genere si ha davvero la sensazione di star guardando qualcosa di veramente nuovo. Un film che finalmente ha delle idee e che non si limita a riciclare roba già vista.
Persino nei momenti in cui il film sembra vagamente prevedibile riesce a stupire.

E tutto questo ben di dio è realizzato con una cura maniacale, a partire dall'atmosfera che ricorda veramente in maniera impressionante capolavori videoludici come Half-Life 2.
Un plauso anche al protagonista, che per una volta non è il classico eroe della situazione. E' anzi un personaggio parecchio sfigato e anche un po' odioso, un essere umano a tutto tondo che riesce (grazie a dio) a non cadere nella trappola dello stereotipo.
Ed è proprio grazie a questo protagonista particolare e non tagliato con l'accetta che il film riesce a scongiurare i momenti di prevedibilità, visto che questo imbecille qualche cazzata deve sempre farla.
L'attore che lo interpreta, Sharlto Copley, è tra l'altro veramente bravissimo e da quel che leggo in giro è addirittura alla sua prima esperienza recitativa! Impressionante.

Insomma, non c'è dubbio che District 9 sia un tassello importante nel cinema di fantascienza di questi anni.
Da una premessa a dir poco originale si è riusciti a tirar fuori una storia girata ottimamente, ricca di spunti di riflessione e di momenti che faranno andare in brodo di giuggiole chi adora questo genere di film.
Da vedere a tutti i costi.
E a ripensarci per un film così sarebbe meglio avere la sala piena. La bella roba và premiata, lo dico sempre.

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