venerdì 25 febbraio 2011

Il cigno nero

The Wrestler era un film strepitoso, perfetto nel suo saper tratteggiare la vita di un combattente giunto al termine della sua carriera, un lottatore incapace di arrendersi interpretato da un Mickey Rourke mai stato così in parte.
Con Il cigno nero tuttavia, Aronofsky ci propone un film ancora più intenso, un thriller psicologico viscerale e disturbante.

Così come il film precedente si reggeva quasi in toto sulle spalle di Rourke, anche Il cigno nero ruota principalmente intorno alla protagonista Nina, interpratata da una Natalie Portman in odore di Oscar.
Nina viene scelta come prima ballerina dal direttore della sua compagnia di balletto (uno straordinario Vincent Cassel) ed è così chiamata a impersonare sia il cigno bianco che il cigno nero nello spettacolo de Il lago dei cigni.
Estremamente dotata ma poco passionale, Nina è perfetta per ricoprire il ruolo del cigno bianco, mentre incontra serie difficoltà a immedesimarsi in quello del cigno nero.

La giovane ballerina deve quindi affrontare una lenta e ardua metamorfosi.
Una trasformazione dolorosa, autodistruttiva, che le chiede di scavare a fondo nel suo animo e di dare libero sfogo alle sue emozioni sopite, liberando una parte di sé stessa che fino ad allora non conosceva.
Il film è un lungo e appassionante viaggio nella psiche di Nina, la quale ci rende partecipi delle sue ansie e delle sue paure, facendoci quasi toccare con mano il suo desiderio di dare un senso compiuto alla sua esistenza, di autodeterminarsi, di scoprire e comprendere un lato di sé che la spaventa, ma che allo stesso tempo la attrae.

Questa trasformazione in cigno nero stravolge completamente le certezze di Nina.
Da una parte la ragazza si ritrova osteggiata da una madre iperprotettiva e opprimente, che proietta su di lei i suoi sogni infranti e che fa di tutto per scoraggiare ogni suo desiderio di maturazione.
Dall'altra deve fare i conti con Lily, una ballerina che rappresenta il suo opposto, tutto ciò che lei non è e non riesce ad essere.
Lily non è dotata come Nina, tuttavia vive facendosi trasportare dalle emozioni e dalle pulsioni, senza lasciarsi frenare o intimorire. Per questo motivo Nina la vede come l'incarnazione del cigno nero e la considera la sua rivale, il suo contraltare.

Il film di Aronofsky è stupendo anche per come riesce a rendere visivamente lo stato d'animo della protagonista.
Perchè il tutto si riflette sulle inquadrature, sul trucco, sulla scenografia e sulla colonna sonora.
Se è vero che Nina è comunque il perno centrale della pellicola, bisogna anche dire che Il cigno nero è un film che colpisce in ogni suo piccolo particolare, anche quello apparentemente più insignificante.

Per quanto mi riguarda, un capolavoro.

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