venerdì 13 gennaio 2017

I Signori dei Sith

Otto anni dopo la conclusione delle Guerre dei Cloni, il Signore Oscuro dei Sith domina la galassia.
I Jedi sono stati sterminati e ormai nulla sembra in grado di minacciare la potenza dell'Impero.
Su alcuni pianeti, però, iniziano a nascere le prime sacche di resistenza. Tra queste vi è il movimento per la liberazione di Ryloth guidato dal rivoluzionario twi'lek Cham Syndulla. L'Imperatore, irritato dai continui attentati e dall'intraprendenza di questa banda di ribelli, decide di recarsi personalmente su Ryloth insieme al suo apprendista Darth Vader, con lo scopo di dare una dimostrazione di forza e di schiacciare Syndulla una volta per tutte.
Cham, tuttavia, con l'aiuto di una ex schiava twi'lek di nome Isval e dell'imperiale doppiogiochista Belkor Dray, pianifica un audace attacco allo Star Destroyer su cui Palpatine e Vader stanno viaggiando, nella speranza di ucciderli e di restituire la libertà al suo pianeta natale.

Già questo preambolo, probabilmente, lascia intuire come la storia raccontata ne I Signori dei Sith, romanzo del nuovo canone di Star Wars scritto da Paul S. Kemp e pubblicato in Italia da Multiplayer Edizioni, sia frenetica, piena d'azione e con pochissimi momenti di calma. La cosa ottima è che, nonostante l'acceleratore pigiato a tavoletta, la vicenda narrata non manca di una certa profondità.

Il cuore del romanzo, come il titolo stesso evidenzia, sta nel rapporto tra Darth Vader e il suo maestro.
In seguito all'attacco che li vede come bersagli, i due si ritrovano in una situazione critica in cui, per affrontare i ribelli e l'ambiente ostile di Ryloth, devono collaborare combattendo fianco a fianco. E si sa, le relazioni tra Sith sono contraddistinte da fiducia reciproca ma anche da rivalità. Le pagine incentrate su Palpatine e Vader restituiscono egregiamente questa "tensione" attraverso una caratterizzazione sublime dei due personaggi.
L'Imperatore si riconferma lo stesso manipolatore che abbiamo imparato ad amare (o meglio, ad odiare) grazie alle interpretazioni di Ian McDiarmid: un despota potentissimo nel Lato Oscuro della Forza, certamente temibile quando brandisce una spada laser, ma ancora più viscido, subdolo e pericoloso quando si affida alla dialettica.
Darth Vader si dimostra un personaggio altrettanto interessante, determinato a superare le prove a cui il suo mentore lo sottopone e, allo stesso tempo, perseguitato da un passato che riaffiora di continuo, alimentando la sua sofferenza e la sua rabbia.

Il libro di Kemp, comunque, non si limita ad approfondire i due storici antagonisti della saga cinematografica, fa pure qualcosa in più. E lo fa molto bene.
In modo analogo a Rogue One, dipinge una ribellione verosimile, che appare sporca e violenta pur nel contesto di una divisione netta tra buoni e malvagi.
Cham Syndulla, personaggio già apparso in The Clone Wars e in Star Wars Rebels, è un leader che combatte da tutta la vita per l'autonomia di Ryloth, dapprima opponendosi alla Repubblica, poi lottando contro i Separatisti e infine resistendo all'occupazione messa in atto dall'Impero. Crede in un'idea, ma non è un fanatico: sa che la guerra richiede un prezzo da pagare in termini di vite e teme di superare la linea che separa la lotta per la libertà dal terrorismo.
La sua compagna Isval è invece un personaggio dalle tinte estremamente fosche: si tratta di una schiava liberata che prova un odio viscerale per gli imperiali. È una donna segnata da un passato di violenze, decisa a farla pagare cara ai suoi ex aguzzini anche a costo di rimetterci la vita; alcune delle parti del libro che la vedono protagonista riescono ad essere veramente crude e forti.

Kemp fa un ottimo lavoro anche per quanto riguarda gli ufficiali imperiali. Sia Belkor Dray che Moff Mors sono personaggi piuttosto riusciti. Il primo è un colonnello corrotto che, nella sua smania di ottenere una posizione di potere e di prestigio, arriva a fare il doppio gioco passando informazioni ai ribelli di Syndulla, andando a finire in una situazione destinata a sfuggirgli di mano.
Mors è invece un'imperiale decisamente anomala. Pigra e viziosa, preferisce passare le sue giornate negli agi a spaccarsi di droghe, piuttosto che farsi carico delle proprie responsabilità. Il bello, però, è che Mors non rimane per tutto il libro un personaggio senza sviluppi che si crogiola nel lusso sfrenato e nel nichilismo; le conseguenze del suo atteggiamento indolente la portano anzi verso una sorta di percorso di maturazione che per un villain è quantomeno inconsueto.

Le diverse storyline si alternano garantendo continui cambi di prospettiva sugli eventi che si susseguono, lasciando il giusto spazio alla descrizione del mondo alieno di Ryloth e convergendo in un capitolo conclusivo emotivamente devastante, per quanto prevedibile.

I Signori dei Sith è una lettura che consiglio, interessante sia per chi cerca un buon approfondimento sul rapporto tra Vader e Palpatine, sia per chi ha visto Rogue One e vuole leggere un'avventura ambientata nell'universo di Star Wars che abbia più o meno gli stessi toni.
È un romanzo che, pur non aggiungendo nulla di veramente imperdibile alla saga, risulta avvincente nel raccontare una storia scorrevole e con protagonisti ben tratteggiati.

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