venerdì 16 dicembre 2016

Rogue One: A Star Wars Story

Quattro anni fa, su questo stesso blog, scrissi che probabilmente, in seguito all'acquisizione di Lucasfilm da parte di Disney, mi sarei potuto scordare uno Star Wars sporco e cattivo, che fosse un film di guerra con antagonisti veramente spietati e battaglie davvero tese e drammatiche.
Che dire, a volte è bello essere smentiti. Perché Rogue One, il primo spin-off cinematografico della saga, riesce ad essere sostanzialmente questa cosa descritta sopra, pur con qualche limite dovuto alla sua natura di blockbuster per famiglie che, giocoforza, deve mettere alcuni filtri all'orrore di un campo di battaglia.

Rogue One racconta la guerra contro il Lato Oscuro in un modo che gli altri lungometraggi finora usciti non avevano mai fatto.
Chiariamo, sarebbe stupido affermare che il franchise abbia scoperto la "guerra" solo oggi. L'intera esalogia (più il settimo episodio) non è altro che l'allegoria di una ribellione contro un regime autoritario. La guerra è onnipresente, così come la chiave di lettura politica, più volte evidenziata da Lucas stesso. Nei prequel vediamo l'ascesa di un dittatore che arriva ad ottenere il controllo di una repubblica tramite la menzogna, sterminando sistematicamente i suoi oppositori dopo avergli attribuito la responsabilità di un conflitto da lui provocato. Nella trilogia classica vediamo la Galassia sotto il giogo di un impero che porta pace, ordine e sicurezza disintegrando pianeti. Che detta così sembrerebbe un'esagerazione lontanissima da noi, ma ricordatevi che si parte sempre invocando le ruspe.
Il punto a cui voglio arrivare è che, in questo delicato momento della nostra storia in cui le cazzate populiste hanno facile presa e sembra normale che degli stronzi blocchino una strada per cacciare via un gruppo di profughi, c'è un gran bisogno di film come Star Wars. Film pop, alla portata di tutti, ma che comunque veicolano un messaggio chiaro e non hanno paura di mostrare il dito medio a certe "idee" che non sono idee.

Nel fare questo, Rogue One è Guerre stellari fino al midollo, pur risultando diversissimo dagli episodi regolari della saga.
È un film più cupo del solito, che riesce ad ampliare enormemente lo scenario della trilogia originale. Per la prima volta ci allontaniamo dalle vicende di Luke, Leia e soci, vedendo sul grande schermo ciò che succede nel resto della Galassia. Ma soprattutto, forse addirittura meglio di come accadeva negli episodi IV-V-VI, capiamo in che misura i vari pianeti siano stati dilaniati dal regime di Palpatine e quale effetto abbia avuto la guerra civile su tutte le creature che li popolano.
La stessa Alleanza Ribelle viene tratteggiata come una resistenza armata impegnata in una disperata lotta contro una forza militare apparentemente invincibile. Quindi sì, sorpresa, in questa guerra anche tra i buoni c'è chi si radicalizza e si sporca le mani, ricorrendo ad ogni mezzo necessario al fine di sconfiggere il nemico.

E qui veniamo ai protagonisti, che sono tutti splendidi e con una caratterizzazione da applausi. Jyn Erso e i suoi compagni sono personaggi che credono in quello per cui lottano, ma non sono facilmente inquadrabili nei canoni degli eroi classici a cui gli Star Wars ci hanno sempre abituati. Ognuno di loro si porta dietro cicatrici dolorose e va ad occupare un posto insostituibile in questo gruppo eterogeneo che combatte contro un male soverchiante.
Ho trovato l'intero cast molto azzeccato sia sul fronte dei ribelli che su quello degli imperiali. Tra un Donnie Yen che si fa amare qualsiasi cosa faccia e un Ben Mendelsohn davvero a suo agio nell'uniforme bianca del direttore Krennic, non me la sento proprio di lamentarmi.
Non mancano poi le comparsate dei personaggi storici della saga. Tre di loro (quattro, se consideriamo che Saw Gerrera compariva in The Clone Wars), si erano già visti chiaramente nei trailer e nelle varie foto promozionali, mentre un paio no. Uno di questi ha un peso notevole nell'economia della storia e devo ancora decidere se sia stata una buona idea ripescarlo nel modo in cui è stato fatto. Da fan con l'ossessione per la continuity mi verrebbe da dire che era addirittura inevitabile e necessario, però capisco che qualcuno potrebbe non apprezzare l'effetto uncanny valley. Ma basta, ho già detto troppo e sono in zona spoiler.

Rogue One è lo spin-off di Star Wars che desideravo vedere.
Un film di guerra drammatico, che mostra un nuovo scorcio di questa galassia lontana lontana e fa comprendere quanto sia gigantesco il potenziale dell'universo creato da George Lucas.
Qualche magagna c'è. La parte iniziale poteva avere un ritmo migliore, il doppiaggio italiano è da denuncia e la colonna sonora stavolta è davvero anonima (maledizione, Giacchino), ma per il resto credo che Rogue One piacerà tantissimo e placherà gli animi di chi si era lamentato (a mio avviso un po' a torto) di una certa mancanza di coraggio da parte di The Force Awakens.
Perché abbiamo uno Star Wars atipico, è vero, ma abbiamo anche un film che, dopo quarant'anni, mette in scena la Guerra Civile Galattica in modo convincente e con i giusti toni. Un film che, facendo tutto questo, riesce comunque a ricollegarsi a Una nuova speranza con un finale di grande impatto, a cui si arriva dopo due ore che sono un'escalation di emozioni e spettacolarità.
Onestamente non saprei che altro chiedere.

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