lunedì 18 giugno 2012

Lollipop Chainsaw

E' sempre difficile giudicare un gioco che hai aspettato in maniera spasmodica per un anno intero, seguendone lo sviluppo con grande interesse ed esaltandoti come uno scemo ogni volta che veniva rilasciato un nuovo trailer.
E' difficile soprattutto se il gioco in questione è un titolo controverso come Lollipop Chainsaw.

L'ultima opera di Suda 51 è il tipico videogioco che rende palese l'inutilità dei voti nelle recensioni.
Perchè Lollipop Chainsaw è il classico gioco da 7 che però vale quanto un gioco da 9.
Ma su questo blog non ho mai dato voti o fatto pagelle, quindi passiamo oltre e parliamo di cose concrete.

Lollipop Chainsaw racconta la storia di Juliet Starling, una cheerleader diciottenne che frequenta una high school americana.
Apparentemente Juliet è una ragazza come tante (ok, non proprio come tante, diciamo che è più "gnugna" della media), se non fosse che è cresciuta in una bizzarra famiglia di cacciatori di zombi!
Proprio il giorno del suo diciottesimo compleanno la nostra Juliet trova la sua scuola letteralmente invasa dai morti viventi, risvegliati dalla magia nera di un suo compagno darkettone e sfigato di nome Swan.
La bella Juliet sfodera dunque la propria motosega e inizia a farsi strada attraverso i livelli del gioco, maciullando zombi a non finire ed esibendosi in mosse spettacolari e ammiccanti.

Ad accompagnarla nell'impresa ci sarà la testa del suo ragazzo Nick. Sì, la testa.
All'inizio del gioco il povero Nick viene morso da un non-morto, così Juliet, onde evitare che il suo fidanzato diventi a sua volta uno zombi, lo decapita ed esegue un incantesimo sulla sua capoccia mozzata per mantenerla in vita.
Sporadicamente, a far compagnia a Juliet e a Nick, arriveranno anche gli altri eccentrici membri della famiglia Starling, che aiuteranno la protagonista ad avanzare nei vari capitoli.
Come intuibile da queste premesse, il tono di Lollipop Chainsaw è assolutamente idiota, cazzone, sboccato e privo di qualsiasi velleità seriosa.
Non per niente si sta parlando di un titolo partorito da un duo assolutamente fuori di testa.
Da una parte abbiamo Goichi Suda, creatore di follie giapponesi come No More Heroes e Shadows of the Damned, dall'altra abbiamo James Gunn, il regista di quella grandissima figata di Super.
Con Suda che ha lanciato l'idea e Gunn che si è occupato della sceneggiatura, non è difficile intuire quanto possa essere delirante questo gioco.

Ludicamente non ci troviamo di fronte a nulla di rivoluzionario o di particolarmente elaborato. Anzi, possiamo tranquillamente dire che Lollipop Chainsaw è un videogioco che presta il fianco a svariate critiche.
Fondamentalmente stiamo parlando di un action game all'acqua di rose.
Il combat system non è tecnico e profondo come quello di un Bayonetta o di un Ninja Gaiden: nonostante la presenza di numerosissime mosse e combo, è infatti piuttosto semplicistico.
Anche la realizzazione tecnica non è il massimo e la durata dello story-mode è decisamente breve (e in questo senso il livello di difficoltà basso non aiuta).

Ma non è un problema, perchè a mio modo di vedere questi difetti riescono a non pesare eccessivamente sul valore complessivo dell'opera.
Il combat system non sarà complesso e ricercato, tuttavia funziona, porca zozza se funziona!
Il gameplay di Lollipop Chainsaw si basa sostanzialmente sulle "stun". Gli zombi vanno inizialmente storditi a colpi di attacchi pon-pon e successivamente bisogna decapitarli con un colpo di motosega. Più zombi decapiteremo contemporaneamente, più monete otterremo, monete che ci consentiranno di acquistare extra, item e abilità varie negli appositi shop disseminati nei vari livelli.
Inizialmente il gameplay appare un po' ingessato, ma l'impressione di "palo nel culo" si va via via affievolendo mano a mano che si sbloccano nuove mosse.
Ben presto arriveremo a inanellare una combo dietro l'altra facendo esibire la nostra Juliet in balletti semplicemente fantastici.
Ad aggiungere ulteriore pepe ci pensano alcune variazioni in termini di gameplay inserite tra un combattimento e l'altro per non rendere il gioco troppo prolisso.
Sorprendentemente si tratta spesso di piacevoli mini-giochi che non danno fastidio, ma che anzi si rivelano addirittura simpatici. Tali mini-giochi possono essere semplici QTE o qualcosa di più articolato, ma qui siamo in zona spoiler, quindi non anticipo nulla.
Quel che conta, in buona sostanza, è che Lollipop Chainsaw, a dispetto di alcuni problemini strutturali, è un gioco divertentissimo e mai noioso.
Altro difetto, dicevo, è la realizzazione tecnica non all'altezza. Se Juliet è modellata splendidamente, lo stesso non si può dire degli ambienti di gioco e dei nemici generici che incontreremo nel nostro cammino.
Anche qui però ci sta un bel "chissenefrega", visto che Lollipop Chainsaw compensa una grafica non eccessivamente spaccamascella con uno stile semplicemente magnifico.
Questo gioco gronda follia nipponica da ogni pixel e in più di un'occasione riesce a sorprendere grazie a una direzione artistica lisergica e a soluzioni visive a dir poco totali.
Un gioco-fumetto riuscitissimo, se così vogliamo definirlo!

E la bassa longevità? Pure quella viene compensata da un macello di extra e di roba da sbloccare!
Fa strano vedere nel 2012 un gioco che ti richiede di ottenere i costumi bonus semplicemente giocando e non facendoteli comprare tramite DLC.
In Lollipop Chainsaw il fattore rigiocabilità è elevato all'ennesima potenza.
Che si tratti di rifarsi un livello per battere un record o per raccogliere abbastanza monete di platino per acquistare il costume di Highschool of the Dead, le sei ore scarse dello story mode verranno ampiamente oltrepassate dal giocatore che si lascia prendere la mano e punta a sbloccare tutto lo sbloccabile.

A livello personale, dunque, posso dire di poter passare tranquillamente sopra a tutti i maggiori difetti di Lollipop Chainsaw. Probabilmente ci sarà tantissima gente che troverà alcune magagne più fastidiose di come sono sembrate a me, ma in questo caso entrano in gioco anche i gusti personali e non posso farci molto.

Mi preme comunque sottolineare quanto sia bello vedere un gioco come questo in un mercato ormai dominato da titoli che tendono sempre più ad assomigliarsi e a mancare di "carattere".
E' bello vedere un gioco che possiede un'identità forte, che riesce ad essere così unico e particolare.
Un gioco che magari non rinuncia a ricorrere a qualche escamotage "basso" per attirarsi le simpatie del pubblico (del resto il fatto che tutta la campagna pubblicitaria si sia basata sulle tette di Jessica Nigri la dice lunga in questo senso), ma che una volta infilato nel tray di 360 o PS3 è capace di far scattare la "magia", di instillare quel senso di meraviglia che ci trasmetteva ogni cartuccia per SNES o Mega Drive e che oggi è andato quasi del tutto perduto come lacrime nella pioggia.

Lollipop Chainsaw è un gioco da amare.
E' impossibile non invaghirsi in maniera viscerale dei suoi dialoghi idioti, delle sue situazioni demenziali, dei suoi personaggi e del suo essere ignorante ed eccessivo sempre e comunque.
E non ho nemmeno parlato della fantastica colonna sonora (tra gli altri ci sono Children of Bodom, Chordettes e Skrillex) o della caratterizzazione stessa dei boss, tutti ispirati a un genere musicale diverso.
Su Juliet potrei veramente scrivere un post a parte: personaggio strepitoso!
I suoi battibecchi con Nick fanno capottare e spesso la ragazza se ne esce con battute memorabili e stupidissime.
Ecco, una cosa che a mio avviso non era tanto emersa dai trailer dei mesi scorsi è la scemenza esagerata del personaggio.
Juliet è adorabile per quanto è rincoglionita, in un paio di occasioni mi è sembrato quasi di avere a che fare con la donna ideale per Monkey D. Rufy di One Piece.
Quindi, anche in questo, Lollipop Chainsaw domina: fonde l'immagine della tipica cheerleader americana bionda e senza cervello con l'archetipo dell'eroina da cartone animato giapponese. Applausi.

Ma vediamo di concludere, visto che sono andato "leggermente" lungo.
Lollipop Chainsaw è un titolo che a mio avviso incarna alla perfezione quello che è il concetto di "videogioco": è un giocattolone colorato e sopra le righe, capace di divertirti per tutta la sua durata in modo unico.
Io l'ho amato. Di sicuro ci sarà anche qualcuno che lo odierà, ritenendolo o eccessivamente pruriginoso o fin troppo martoriato da difetti fastidiosi, ma non è stato decisamente il mio caso.
Quindi via, per una volta che non serve a un cazzo facciamola pure 'sta benedetta pagella:

Giocabilità: 7
Grafica: 7
Longevità: 5
Sfida: 5
GLOBALE: 10 e vaffanculo alla media.

Nessun commento: