giovedì 1 marzo 2012

Uncharted: l'abisso d'oro

E via che si parte con la prima recensione di un gioco per PS Vita!
Diciamo subito che come punto d’inizio non c’è male.

Uncharted è sicuramente il titolo graficamente più impressionante disponibile per la neonata console Sony.
Chiaramente siamo lontanissimi dagli standard visivi settati dagli episodi maggiori usciti su PS3, ma L’abisso d’oro fa comunque la sua porca figura.
Vedere girare una roba del genere su una console portatile è veramente impressionante e lascia presagire grandissime cose per il futuro di questo nuovo handheld.
Non mancano alcune magagne, certo. C'è un po’ di aliasing di troppo e il fuoco ha un'inspiegabile resa pixellosa, ma sono difettucci minori, che non pregiudicano la qualità visiva del titolo.

Per quanto riguarda il gioco vero e proprio, bè, è il buon vecchio Uncharted.
Azione serrata, tanti momenti wow e i soliti ottimi dialoghi che caratterizzano la serie. Questi ultimi si fanno apprezzare in particolar modo dalla metà del gioco in poi, quando entra in scena un certo personaggio già visto nei giochi PS3 (personaggio che, tra parentesi, in questo capitolo temevo non ci fosse, quindi vederlo è stata una graditissima sorpresa).
I difetti de L’abisso d’oro sono tutti riconducibili al fatto che non è e non vuole essere uno dei capitoli principali della serie e, di conseguenza, risulta un po’ “leggerino” al palato di chi, come il sottoscritto, arriva da due tornate di gioco goduriosissime al terzo episodio delle avventure di Nathan Drake.

Giocando si percepisce che questo titolo non è stato sviluppato dai Naughty Dog e che, fondamentalmente, si tratta di uno spin-off che non ci prova neanche a competere con Unchy 2 e 3.
Mancano ad esempio completamente i set-piece che abbiamo imparato ad amare negli episodi per PS3, qui non c’è nulla di lontanamente paragonabile alla nave di Uncharted 3, per dire.

Tuttavia non ci si può proprio lamentare, perché nel complesso L’abisso d’oro rimane pur sempre un ottimo gioco che, su console portatile, non conosce rivali nel suo genere.
E’ un titolo d’avventura divertentissimo, con un ottimo sistema di controllo e sorprendentemente longevo.
Bello poi il modo in cui sfrutta tutte le funzioni di Vita, dai sensori di movimento al touch pad posteriore. Spesso si tratta di fare robe marginali, come risolvere enigmi roteando oggetti o fare calchi sfregando il dito sul touch screen, ma sono comunque aggiunte gradite.

In definitiva Uncharted: l’Abisso d’oro svolge benissimo il suo compito e riesce ad essere quello che Ridge Racer fu per PSP.
E' un titolo capace di dimostrare che PS Vita è una console in grado di offrire una grafica di alto livello, unita a un tipo di esperienza videoludica che fino ad oggi era possibile solo ed esclusivamente su console casalinga.
Si poteva fare qualcosina di più?
Bè, sì, volendo ci sarebbero ampi margini di miglioramento, del resto si sta parlando pur sempre di un gioco di lancio e sarebbe anche strano se non ce ne fossero.
Però, nonostante questo, che sballo avere tra le mani un Uncharted portatile!

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