venerdì 14 gennaio 2011

Donkey Kong Country Returns

Sedici anni fa il primo Donkey Kong Country diede nuova linfa vitale a un Super Nintendo che pareva ormai essere stato spremuto fino all'osso.
Chi all'epoca era già appassionato di videogiochi ricorderà che il platform firmato Rare era leggermente più grezzo rispetto a un Mario World a caso.
Donkey Kong Country riusciva comunque a stupire grazie a una veste grafica avveniristica, che sfruttava la tecnica del pre-rendering per dare una parvenza di tridimensionalità a personaggi e ambientazioni.
Nel 1994 Donkey Kong Country faceva graficamente spavento.
Il gioco ebbe due seguiti che contribuirono ad allungare la vita del 16 bit Nintendo, aiutandolo in qualche modo a contrastare l'avanzata dei sistemi a 32 bit in attesa dell'uscita del leggendario Nintendo 64.

Mi rendo conto di come questo lungo preambolo c'entri relativamente poco con Donkey Kong Country Returns, ma ormai dovreste sapere che sono un gran nostalgico a cui piace rievocare un po' di storia videoludica.
Comunque sia, lasciamoci pure alle spalle i ricordi e concentriamoci sul presente che, a dirla tutta, in questo caso è entusiasmante almeno quanto i bei vecchi tempi.
Donkey Kong Country Returns è infatti una degna rivisitazione in chiave moderna del celebre platform uscito per SNES. Anzi, probabilmente possiamo affermare che Returns sia addirittura superiore al suo illustre predecessore.
I Retro Studios, già autori della capolavoreggiante trilogia di Metroid Prime, hanno fatto un lavorone e sono riusciti ad estrarre dal cilindro un platform talmente entusiasmante da riuscire a non far rimpiangere in alcun modo le glorie del passato.

Dal punto di vista grafico Returns riesce a trarre il meglio di quanto Wii abbia da offrire.
Il titolo Retro Studios è probabilmente la cosa più bella che si sia vista sulla console Nintendo insieme ai due Mario Galaxy.
Se uno dei pochi ambiti in cui New Super Mario Bros mostrava il fianco era proprio il comparto tecnico, Donkey Kong Country Returns non delude da questo punto di vista, rivelandosi un autentico spettacolo per gli occhi.
Nemici animati splendidamente, livelli stilisticamente ispiratissimi e tanti piccoli tocchi di classe che riescono a far scordare in fretta i limiti tecnici del Wii.
Ok, manca il fur-shading sulla pelliccia di Donkey, ma alla fine poco importa.
Chiaro, nel 1994 il primo Country era graficamente uno sfoggio di potenza bruta, in questo senso Returns non può avere lo stesso impatto del suo antenato, ma Retro Studios ha comunque saputo confezionare un titolo esteticamente maestoso.
Buoni anche gli effetti sonori e le musiche, spesso proprio riarrangiamenti di quelle (magnifiche) di Donkey Kong Country.

Ma il vero cuore di Returns non risiede nell'aspetto grafico, bensì nel gameplay.
Retro Studios ha avuto il coraggio di proporre un titolo veramente impegnativo, in grado di mettere a dura prova persino i videogiocatori più capaci.
Le vite vengono perse a decine, alcuni passaggi, per essere superati, richiedono di essere affrontati con la massima concentrazione e chi volesse portare a termine l'avventura al 100% si prepari alla scomunica.
Ma anche soltanto arrivare al boss finale e batterlo non è affatto impresa da poco.
Donkey Kong Country Returns è difficile quanto (e forse più) dei suoi predecessori a 16 bit.
Ma questo non deve scoraggiare, in quanto si sta parlando di un gioco tosto ma non impossibile.
Ogni ostacolo può essere superato con la pratica necessaria. Il trial & error, pur essendo di fatto presente, non è quasi mai tedioso, questo grazie alla qualità dei livelli stessi e all'enorme numero di situazioni che il gioco sa proporre, in grado di solleticare l'interesse del giocatore e di motivarlo a superare anche le sezioni in apparenza più frustranti.
Chi poi dovesse trovarsi in estrema difficoltà potrà sempre ricorrere alla super guida, già vista in New Super Mario Bros Wii.

Returns è dunque un gioco che richiede impegno e dedizione, sotto una scorza colorata e spensierata si nasconde in realtà un titolo duro e granitico che in pochi si aspettavano.
Ma il giocatore che vorrà accettare questa sfida verrà ripagato da enormi soddisfazioni e si troverà alle prese con un videogioco dannatamente divertente e caratterizzato da un level design allucinante.

Gli unici difetti riscontrabili risiedono in alcuni boss fight non troppo ispirati e in una certa imprecisione del "waggle", vale a dire la scrollata di wiimote e nunchuck attraverso cui Donkey Kong esegue determinate azioni, come la rotolata. Può capitare che questo waggle, che nel gioco effettuerete molto spesso, abbia una risposta a schermo leggermente imprecisa. La cosa risulta effettivamente fastidiosa in un titolo che, per il resto, possiede un sistema di controllo pressochè inattaccabile.
Viceversa ho trovato gradita l'introduzione del jet-pack.
Giocando in single player infatti, Diddy non sarà più un personaggio controllabile come nell'episodio per SNES, bensì fungerà da power-up. Dopo che verrà liberato dal barile in cui è prigioniero, salirà sulle spalle di Donkey e lo agevolerà nei salti grazie allo zaino jet-pack che indossa (attivabile tramite la pressione prolungata del tasto A), dando la possibilità di eseguire delle planate di breve durata. Oltre a questo compariranno due cuori di vita extra in aggiunta ai due di cui dispone Donkey.
Temevo che questo power-up potesse in qualche modo rendere Returns fin troppo facile, invece il più delle volte si limita semplicemente a rendere più fattibili sezioni di gioco che, affrontate con il solo Donkey, sarebbero al limite delle possibilità umane (e qui linko uno dei livelli segreti per farvi capire cosa intendo).

Bene, chiudo qui perchè credo di essermi dilungato fin troppo.
Donkey Kong Country Returns è un gioco ispiratissimo e senza ombra di dubbio uno dei titoli più imponenti disponibili per Wii.
Chi possiede la console Nintendo e si ritiene un videogiocatore degno di tal nome ha il dovere morale di considerarlo un acquisto imprescindibile.

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