lunedì 1 febbraio 2010

Videocracy - Basta Apparire

No, davvero, abbiate pazienza.
Non fatemi parlare di questo film-documentario, per carità.
Che questa non è roba che fa per me.
Che detto fra noi, diciamocelo, son tutte cose che alla fine sappiamo già.
Perchè dai, oggettivamente cosa dice di nuovo il film di Erik Gandini?

Videocracy è un film che mette a nudo (vorrebbe mettere a nudo) l'agghiacciante situazione televisiva italiana, una roba che ti mette a disagio e ok.
Ma grazie al cazzo che ti mette a disagio, come può non metterti a disagio un film che ti spara in sequenza: Lele Mora che ti fa ascoltare bello orgoglioso Faccetta Nera sul cellulo, l'inno Meno Male che Silvio c'è in versione karaoke, un ragazzotto bresciano che vuole diventare un incrocio tra Van Damme e Ricky Martin (what the fuck?!) e, dulcis in fundo, Corona con la minchia di fuori che si tiene la foto di Tony Montana appesa in camera, dimostrando di conseguenza di non aver mai capito un cazzo del messaggio di Scarface.
Ti manda in depressione 'sto documentario, ecco cosa ti fa.
Poi però che altro fa?
Spiega qualcosa? No.
Fa luce su qualche questione spinosa? No.
E' chiaro? No.
E' interessante per un italiano che non viva in una caverna? No.
Può illuminare le menti di quei lobotomizzati che passano le serate guardando certi programmacci? No, dai, figuriamoci.
La verità è che Videocracy è un documentario a cui c'è veramente attaccato poco, che non scava per nulla nel profondo.

Il film di Gandini racconta un mondo TV-centrico a tratti assurdo che purtroppo nel nostro paese è una triste realtà.
Il problema è che lo racconta a grandi linee, saltando di palo in frasca, mostrando immagini, brevi spezzoni di interviste, senza soffermarsi sulle cose a mio avviso veramente importanti.
A sua discolpa si potrebbe dire che Videocracy è un film-documentario che vuole parlare di tante cose in poco tempo e di conseguenza molta roba interessante finisce per essere trattata in maniera eccessivamente sbrigativa.

Però boh, non mi ha convinto, a mio avviso è un film che ha sollevato tanto polverone per nulla.
Dopo ciò che avevo sentito dire mi aspettavo qualcosa di un attimino più polposo e sconcertante, non so se mi spiego.

Visione poco consigliata dunque, un documentario inutile che spiega poco e male un sacco di cose che chi è interessato può conoscere in modo più approfondito documentandosi in altre sedi.
Poi ovvio, nel caso non siate italiani e ignoriate totalmente certe brutture del bel paese, allora Videocracy potrebbe essere un'infarinatura sulla nostra bella situazione di merda.

1 commento:

Base ha detto...

Concordo in pieno. Videocracy è la brutta copia di Citizen Berlusconi.

E comunque io ho retto i primi dieci minuti, poi arrivati al truzzone palestrato (che però mi sembrava veneto, non bresciano, a giudicare dall'accento) ho gettato la spugna.

Il classico film per sedicenti intellettuali, spocchioso da paura e che, dietro una presunta facciata culturale, non ha niente di niente. Insomma, è proprio come la tv da cui vorrebbe prendere la distanze.

Senza parlare poi di quella musica tritura maroni di sottofondo!!!! Al confronto la peggior dance è sinfonia divina.