martedì 13 settembre 2016

Star Wars: Lost Stars

Sin dal lontano 1977, Star Wars ha varcato i confini del cinema per abbracciare le forme d'intrattenimento più disparate. Fumetti, libri, videogiochi e una quantità immane di merchandising paccottiglia.
Negli anni di transizione in cui la saga di Lucas era lontana dalle sale cinematografiche, autori come Timothy Zahn contribuirono a tenere vivo il Mito tramite l'Universo Espanso, cioè con storie inedite che, appunto, espandevano quanto mostrato nei film originali, raccontando ciò che era successo nella Galassia dopo i fatti di Episodio VI o scavando tra le mille possibilità offerte da questo gigantesco universo immaginario. L'ombra dell'Impero, ad esempio, riassumeva cosa era accaduto tra L'Impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi; i videogiochi della serie Knights of the Old Republic, invece, narravano i fatti che avevano sconvolto la Vecchia Repubblica ben quattromila anni prima della nascita di Luke Skywalker e soci.
Tutto questo materiale aveva una canonicità variabile a seconda di come si innestava nella saga. Esisteva un vero e proprio sistema di catalogazione che, per ciascuna opera, stabiliva il livello di canonicità all'interno della storyline. Il grado più alto era ovviamente quello dei film (il G-canon), l'unico vero punto fisso di Star Wars, superiore a qualsiasi cosa avesse a che fare con l'Universo Espanso. Va comunque sottolineato come l'epopea spaziale di George Lucas abbia sempre dovuto moltissimo alle storie che affollavano la sua continuity, tanto è vero che i prequel ne attinsero spesso a piene mani (il pianeta Coruscant fece la sua comparsa proprio nei romanzi di Zahn, giusto per citare l'esempio più celebre).

Poi arrivò l'acquisizione di Disney, la quale, per non avere le mani eccessivamente legate in vista della realizzazione di nuovi film e spin-off, decise di fare tabula rasa di (quasi) tutto l'Expanded Universe, creando un nuovo canone il più possibile coerente con gli episodi cinematografici e spianando così la strada ad una vera e propria narrazione interconnessa tra film, serie tv, fumetti e quant'altro.
È a questo nuovo canone che appartiene il libro di cui mi accingo a parlarvi: Lost Stars di Claudia Gray.
Diventata celebre come scrittrice di romanzi young-adult, Claudia Gray fa il suo esordio nell'universo di Star Wars raccontando una storia d'amore avente come sfondo gli eventi della Guerra Civile Galattica.
Thane Kyrell e Ciena Ree provengono da Jelucan, un pianeta dell'Orlo Esterno. Lui di estrazione sociale nobile, lei di origini umili, nascono entrambi alla fine delle Guerre dei Cloni e vivono la proprio infanzia indottrinati dall'Impero, sognando di arruolarsi per lasciare il proprio sistema stellare e vivere un'esistenza emozionante.
Una volta adulti, riescono ad entrare nell'Accademia di Coruscant e, dopo aver superato numerose difficoltà, diventano ufficiali della Flotta Imperiale; è a questo punto che capiscono di amarsi, ma alla consapevolezza dei propri sentimenti si associa la scoperta della vera natura dell'Impero. È così che i due finiscono per fare scelte diverse, giungendo a combattere una guerra su fronti opposti, in attesa del giorno in cui si troveranno faccia a faccia sul campo di battaglia.

Lost Stars è un gran bel romanzo. Sarebbe un grave errore snobbarlo, perché Claudia Gray si dimostra una scrittrice talentuosa, che ha compreso perfettamente come tirar fuori una buona storia dall'universo di Star Wars.
Il rapporto d'amore e rivalità tra Thane e Ciena è praticamente roba young-adult, inutile negarlo, però regge, coinvolge e commuove. I due protagonisti sono caratterizzati splendidamente a partire dal contesto sociale in cui nascono, il loro comportamento è sempre coerente con il loro carattere e la loro particolare cultura.
A tutto ciò si aggiunge il modo spettacolare in cui la Gray racconta, attraverso la prospettiva di questi due giovani amanti, vent'anni di storia starwarsiana.
Lost Stars copre un arco temporale che va dai primissimi anni dell'Impero alla battaglia di Jakku. Il romanzo si collega direttamente ai film della Trilogia Classica, mostrandoci eventi come l'assalto alla Tantive IV o le battaglie di Yavin e di Hoth da un punto di vista inedito. Immancabile la presenza di personaggi importanti come Tarkin e Darth Vader; Claudia Gray si dimostra poi molto abile nell'approfondire in maniera estremamente dettagliata lo scenario storico della guerra civile tra Alleanza e Impero, mostrandoci cosa accadeva a bordo degli incrociatori Mon Calamari o il modo in cui gli imperiali di rango più basso, resi ciechi dalla propaganda e dall'addestramento ricevuto, percepivano i ribelli come folli guerriglieri idealisti che, chissà poi per quale motivo, si opponevano con tutte le proprie forze alla "pace galattica" sognata da Palpatine.
Perché sì, Lost Stars riesce, nella sua semplicità, ad essere interessante anche per quanto concerne il political drama. Non a caso Bloodline, il secondo romanzo a tema "Guerre Stellari" scritto dalla Gray (già uscito negli USA), è ambientato sei anni prima di The Force Awakens e fa luce sullo scenario geopolitico che vede contrapposti Nuova Repubblica e Primo Ordine.

Se insomma non siete ancora saturi di Star Wars e, come il sottoscritto, non potete fare a meno di esultare quando questo immenso mosaico narrativo composto da spade laser, caccia stellari e droidi guadagna un tassello di qualità, il consiglio è di recuperare Lost Stars senza pensarci due volte.
Anche solo per capire che sì, magari il giorno in cui Disney rovinerà tutto arriverà, ma quel giorno non è sicuramente oggi.
Che poi non ho ancora capito cosa ci sarebbe da rovinare. Voglio dire, niente può essere peggio di Jar Jar Binks.

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