martedì 6 novembre 2012

Assassin's Creed III

Ormai è una tradizione: ogni anno, a cavallo tra Novembre e Dicembre, mi sparo con sommo gusto un nuovo episodio di Assassin's Creed!
Dubito che non riuscirei a sopravvivere senza la saga Ubisoft, ma in ogni caso mi ritrovo sempre ad attendere l'ennesimo capitolo della serie con una discreta voglia di giocarci.
L'appeal che la vicenda di Desmond esercita su di me è probabilmente dovuto alla possibilità di immergermi in un titolo che mi consente di rivivere periodi storici poco trattati nel mondo dei videogiochi.
Ecco, questo è un dettaglio che sento di dover sottolineare: pur essendo un gioco dichiaratamente mainstream, Assassin's Creed riesce comunque a proporre un'esperienza free-roaming di stampo storico interessante e a suo modo abbastanza atipica. La possibilità di girovagare per la Roma o la Firenze del sedicesimo secolo l'ho sempre vista come una roba estremamente eccitante e in grado, da sola, di far passare in secondo piano una trama che sembra sia stata scritta nel corso di una riunione tra gli autori di Voyager e Mistero. Una riunione in cui giravano svariate caraffe di sangria, tra l'altro.
Insomma, il succo del discorso è che Assassin's Creed è sì una saga fin troppo pacchiana e incapace di innovarsi, ma, alla fine, non riesco a fare a meno di volerle bene.
Promuovere lo spin-off per PlayStation Vita: you are doing it right!
Dopo le Crociate e il Rinascimento, Ubisoft ci riprova proponendo un altro contesto storico che nei videogiochi non si vede mai: la Guerra d'Indipendenza Americana. Un'ambientazione interessantissima che, almeno dal punto di vista narrativo, aveva tutte le potenzialità per sposarsi bene con le cagate complottiste tematiche trattate nella saga. Purtroppo è stato chiaro fin da subito che l'America del diciottesimo secolo non avrebbe avuto altrettanto potenziale per quanto riguarda la bellezza delle città. Inutile girarci intorno, sia New York che Boston fanno tenerezza se paragonate alla Roma di Brotherhood o alla Firenze di Assassin's Creed II.
Fortunatamente Assassin's Creed III sopperisce alla povertà urbanistica proponendo un'ambientazione naturale da mozzare il fiato: la Frontiera.
Le avventure di Connor offrono il meglio quando il giocatore decide di perdersi nei boschi e nelle foreste, dedicandosi alle numerosissime quest secondarie e cazzeggiando come se non ci fosse un domani. La Frontiera è uno scenario vasto e suggestivo che tenta di approcciare la struttura open-world della serie in maniera nuova.
In certi frangenti mi è sembrato che Assassin's Creed incontrasse la giungla di Snake Eater, mettendo però in scena un'area di gioco molto più vasta, che cambia con l'alternarsi delle stagioni e che offre possibilità ancora maggiori.
Connor è un protagonista convincente e ben caratterizzato.
La sua storia si intreccerà con la guerra tra i Continentali e le Giubbe Rosse, toccando spesso anche eventi storici importanti come il massacro di Boston o la battaglia di Bunker Hill.
L'altra grande novità di Assassin's Creed III è rappresentata dalle battaglie navali, presenti sia come missioni secondarie che, in misura minore, come missioni dell'avventura principale.
Così su due piedi mi vengono in mente solo due parole per descriverle: figata totale.
Le sezioni a bordo della nave Aquila sono senza alcuna ombra di dubbio la parte più entusiasmante di questo terzo capitolo della serie.
Prima di tutto sono graficamente imponenti: la realizzazione dell'acqua fa spavento, il moto ondoso è ricreato alla perfezione e le tempeste lasciano a dir poco basiti. Uno spettacolo puro, era dai tempi di Wind Waker che il mare videoludico non mi impressionava in questo modo.
Ma non solo, perchè queste sezioni nautiche sono pure divertentissime da giocare. Il sistema di controllo è eccellente e semplice da padroneggiare, vi posso assicurare che affondare vascelli nemici a suon di cannonate è estremamente appagante!
Verrebbe quasi da pregare che Ubisoft si concentri su uno spin-off della saga dedicato unicamente ai combattimenti tra navi. Io intanto incrocio le dita e spero in un bel DLC a tema.
Bello, bellissimo, fantastico, fregno!
Ma veniamo ora alle noti dolenti, che sfortunatamente sono numerose e di un certo peso specifico.
Insieme a tutte le belle novità introdotte, infatti, Assassin's Creed III si porta dietro anche altrettante magagne.
In Ubisoft, ad esempio, dovrebbero capire che cinque ore di tutorial non sono accettabili in un titolo di questo tipo. L'incipit di Assassin's Creed III, pur essendo abbastanza intrigante dal punto di vista narrativo, è fin troppo tirato per le lunghe. Il gioco ci mette una vita a iniziare davvero e a decollare.
Il guaio grosso è che questo era già un problema enorme in Assassin's Creed II, che era fin troppo prolisso nel tratteggiare la giovinezza di Ezio. Mi aspettavo che qui avessero un po' corretto il tiro, invece no, sono addirittura riusciti a peggiorare le cose con una parte introduttiva lentissima e che sembra non finire mai.
A proposito della parte introduttiva: preparatevi a un bel plot-twist!
L'impressione, inoltre, è che Ubisoft non sia ancora riuscita a svecchiare la sua serie come si deve. Questo terzo episodio della saga (che poi, ricordiamolo, sarebbe in pratica il quinto) è davvero fin troppo simile ai suoi predecessori e ne eredita gran parte dei difetti storici.
Il gameplay è rimasto praticamente invariato dai tempi di Assassin's Creed II. Se già Revelations vi aveva stufato, insomma, dubito che questo titolo saprà riavvicinarvi alla serie.
I combattimenti sono ancora una volta piuttosto noiosi e pasticciati, mentre il sistema di controllo è sempre fin troppo ingessato e poco reattivo, per i miei gusti. Spesso mi sono trovato a fallire clamorosamente una sezione stealth o uno degli inseguimenti perchè Connor non rispondeva in modo corretto ai miei comandi e saltava da un cornicione al posto di aggrapparsi a una sporgenza. E insomma, incappare in bestialità del genere neanche un paio di settimane dopo aver giocato a un titolo stealth dai controlli eccelsi come Dishonored non è esattamente gradevole. A peggiorare le cose, tra l'altro, ci pensano alcuni bug e glitch decisamente fastidiosi (che comunque spero vengano corretti a breve da una patch).
Non ho parlato del finale.
Curiosi di sapere come andrà a finire per Desmond e soci? Eh.
Tirando le somme, Assassin's Creed III non è il grande punto di svolta della serie che speravo.
E' invece il solito episodio a cadenza annuale, un more of the same ben confezionato ma che non aspira a farsi ricordare come capolavoro. Peccato perchè dalla sua il titolo Ubisoft ha anche delle buone idee, un'ambientazione potenzialmente ottima e una realizzazione tecnica (e artistica) di tutto rispetto.
Senza contare che le novità più importanti come le battaglie navali e l'esplorazione della Frontiera funzionano clamorosamente bene, al contrario di certe sezioni introdotte negli episodi precedenti (tipo l'atroce tower defense di Revelations o le parti in prima persona in cui si controllava Desmond, che sembravano una specie di versione cinese tarocca di Portal 2).
Insomma, se quello che si cerca è l'ennesimo Assassin's Creed non si può rimanere delusi, dato che si sta parlando di un gioco sicuramente ben fatto e coinvolgente, ma purtroppo è chiaro questa saga tornerà a slogare mascelle solo sulle console di prossima generazione.
Ammesso che la serie continui, ovvio.

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