mercoledì 21 novembre 2012

A Feast for Crows

La genesi di A Feast for Crows è abbastanza contorta.
Inizialmente Martin aveva progettato di far passare un lasso di tempo di cinque anni tra gli eventi narrati alla fine del terzo libro de "Le Cronache del ghiaccio e del fuoco" e gli eventi raccontati nel quarto (che doveva intitolarsi A Dance with Dragons).
Questo consistente salto temporale doveva presumibilmente servire a delineare meglio la situazione politica dei Sette Regni e a far procedere alcune sotto-trame di importanza marginale.
Giunto a un buon punto della stesura del quarto libro, tuttavia, Ciccio-Martin si è accorto che la cosa non funzionava, di conseguenza ha deciso di fare tabula rasa e di scrivere un nuovo romanzo che facesse da collegamento tra A Storm of Swords e A Dance with Dragons.
Nacque così A Feast for Crows.
Il problema è che A Feast for Crows stava venendo troppo lungo, ergo il nostro amato scrittore trollone e barbuto ha deciso di segare via tutti i capitoli incentrati su alcuni dei protagonisti più interessanti, per poi inserirli in blocco nel libro successivo.
Insomma, il bordello!

La conseguenza di questa stesura travagliata è facilmente intuibile: A Feast for Crows è decisamente un romanzo meno interessante rispetto al suo predecessore.
L'impressione, a volte, è proprio quella di leggere un filler di oltre ottocento pagine che si concentra su archi narrativi di importanza secondaria.
Se avete letto qualcosa delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, saprete che ogni capitolo è narrato dal punto di vista di uno dei protagonisti (i cosiddetti "POV characters").
Come ho spiegato, in questo libro mancano del tutto capitoli dedicati a personaggi fondamentali come Jon Snow, Daenerys, Bran o Tyrion. Personaggi che spiace un po' non poter rivedere, soprattutto perché alla fine di A Storm of Swords ci avevano lasciati con la voglia di scoprire in che modo si sarebbero sviluppate le loro vicende.
In compenso, qui troviamo un mucchio di capitoli dedicati a POV characters secondari a cui vanno ad aggiungersi svariati volti nuovi.

Se posso dirlo, ho trovato abbastanza antipatica la decisione di Martin di buttare nel calderone così tanti punti di vista inediti: arrivati a questo punto della saga sarei stato curioso di conoscere le storie dei protagonisti a cui mi sono già affezionato, non quelle di comprimari di cui non me ne importa praticamente nulla.
E' brutto da dire, ma la sensazione è quella di avere che fare con una brodaglia allungata.
Poi per carità, volendo vedere il bicchiere mezzo pieno la scelta operata dall'autore ha anche alcuni lati positivi.
Ampliando il numero di POV si contribuisce a sviluppare meglio la saga e a rendere il mondo in cui è ambientata ancora più affascinante.
In A Feast for Crows si pone attenzione su un sacco di faccende che, nei libri precedenti, rimanevano sempre sullo sfondo (vediamo per la prima volta Dorne, ad esempio). In questo senso la cosa è anche apprezzabile, il guaio è che la narrazione ne esce ancora più lenta e spezzettata di quanto fosse in precedenza.
I capitoli dedicati a personaggi di un certo spessore in realtà non mancano, ma sia gli archi narrativi di Arya e Sansa che quelli di Jaime si rivelano abbastanza noiosetti.
Per la prima volta, inoltre, sono presenti capitoli dedicati a Cersei, ma personalmente li ho trovati molto deludenti (più che altro perchè lei è odiosa ai limiti del sopportabile e il suo personaggio non riserva particolari sorprese).
Non aspettatevi inoltre colpi di scena a raffica come in A Storm of Swords, anzi.
Di fatto non accade mai nulla di rilevante fino alla fine del libro, quando in effetti avvengono un paio di eventi tutto sommato imprevedibili.

Il problema di A Feast for Crows, dunque, è proprio quello di essere un libro di passaggio.
Non è affatto brutto, ma purtroppo si limita a gettare le basi per ciò che accadrà in seguito, proponendo una narrazione sfilacciata e spalmata sui punti di vista di troppi personaggi minori, che spesso entrano in scena solo per pochi capitoli e faticano a tenere alta la soglia d'attenzione del lettore.
Il primo volume di A Dance with Dragons, da quanto ho capito, dovrebbe svolgersi più o meno in contemporanea a questo quarto libro e tornerà a concentrarsi sui protagonisti che qui sono stati lasciati da parte.
E meno male, perchè Tyrion mi manca un casino!

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