mercoledì 25 maggio 2011

Game of Thrones: il fantasy rulla ancora

E’ da un bel pezzo che non parlo di serie tv.
All’incirca un anno fa Lost finiva, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore di noi nerd.
Bisogna dire che con la fine di Lost sono diminuiti i mal di testa dovuti alle pippe mentali che ci sparavamo quasi quotidianamente, ma questo è un dettaglio irrilevante.
La verità è che Lost ci manca.
Ci manca John Locke, ci manca Jacob, ci mancano persino Paulo e Nikki, pensate un po’ come stiamo messi male.

Ovviamente negli ultimi dodici mesi ci siamo messi alla ricerca di una serie che potesse fare da surrogato.
Personalmente mi ero innamorato di Stargate Universe, che non sarà stato privo di difetti, ma il fatto che in un certo senso ricordasse una specie di Lost nello spazio me l’aveva reso subito simpatico. E poi tra i protagonisti c’era Robert Carlyle, che è indiscutibilmente un figo.
Sfortunatamente SGU è stato cancellato e, perdonate il gioco di parole, non sapremo mai quale sarà il destino dell’equipaggio della Destiny.

Ma non c’è stato solo Stargate Universe, di roba ne abbiam vista tanta.
V (che nella seconda stagione è migliorato molto), The Walking Dead, Big Bang Theory e, ora, Game of Thrones.

Game of Thrones è una serie HBO tratta dai romanzi de “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco” scritti da George R.R. Martin.
E, diciamolo subito senza girarci intorno, caga letteralmente in testa a tutto quello che ho visto nel periodo post-Lost.
Il genere di appartenenza è il fantasy, anche se bisogna dire che l’ambientazione si distacca in maniera abbastanza marcata dal fantasy classico alla Tolkien.
Game of Thrones ha un taglio decisamente più realistico. L’impressione è quella di avere a che fare con una sorta di medioevo alternativo. Della magia, per dire, non vi è alcuna traccia e, almeno per il momento, le vicende narrate hanno sempre un che di verosimile.
Certo, non mancano elementi tipicamente fantastici come i draghi, ma non aspettatevi di vedere gente che spara palle di fuoco dalle mani e anelli del potere che rendono invisibili.

In realtà di azione in Game of Thrones non ce n’è neanche così tanta (anche se chi ha letto i libri dice che in futuro non mancherà).
La cosa intrigante di questa serie, infatti, non sono le “spadate”, ma le relazioni e i rapporti tra i vari personaggi.
Vuoi perché i dialoghi sono ottimi, vuoi perché gli attori sono eccezionali (Sean Bean alias Boromir, mica cazzi) e vuoi perché la recitazione è SEMPRE ad altissimi livelli, Game of Thrones colpisce soprattutto per gli intrighi, i complotti, i tradimenti e i colpi di scena di cui ogni puntata è infarcita.
Ciò che ne consegue è che dopo aver visto un paio di episodi ci si rende conto di essere rimasti letteralmente invischiati in questo universo fantasy assolutamente appassionante e coerente.
Ci si ritrova ad adorare alcuni personaggi (ciao Tyrion) e a volerne morti altri (ciao Joffrey).
Per farla breve, guardare Game of Thrones è interessante come poche altre cose.
Puntatone da un'ora scorrono via lisce come se durassero venti minuti. Tra l'altro è incredibile che quasi tutte finiscano con dei cliffangeroni spettacolosi in grado di lasciarti con un'acquolina in bocca allucinante.

Poi va bè, non mancano le cose ignoranti che piacciono tanto a noi.
C’è un alto tasso di violenza (vedere gente che decapita cavalli fa sempre un certo effetto), è pieno di topa e, soprattutto, si tromba tanto.
Davvero, praticamente in ogni episodio c’è una scena di sesso con tanto di nudo integrale.
E anche i dialoghi non vanno tanto per il sottile in questo senso, risultando spesso crudi e senza troppi peli sulla lingua.
Pochi cazzi, serie televisiva del momento che, tra le altre cose, incrementa ulteriormente una mia convinzione: i telefilm come li fa la HBO non li fa veramente nessuno.

In foto:
Signori, fate un bell’inchino: Tyrion Lannister!
Grandissimo personaggio e, soprattutto, un esempio da seguire per noi uomini virili! Lo mettiamo lassù, nell’Olimpo della gente col cazzoduro, insieme a Clint Eastwood.

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