martedì 2 marzo 2010

Zelda Difference

C'è stato un tempo in cui "giocare a Zelda" era sinonimo di vivere la propria passione videoludica in modo serio.
"Giocare ad Ocarina of Time" in epoca PS1 non significava semplicemente giocare ad Ocarina of Time. Era come abbracciare una determinata filosofia di vivere il videogioco, era lasciarsi stregare dalla "Nintendo Difference".
Girovagare tra le lande di Hyrule in sella ad Epona voleva dire rinnegare la tamarraggine andante degli anni d'oro di Playstation, significava prendere le distanze dalle tette squadrate di Lara Croft, dai Tomb Raider tutti uguali, dai Vip che tentavano di prendere in mano un pad con scarsi risultati, dalle console cippate, dalle cazzate dei media generalisti e dall'Inter.
Insomma, giocare a Zelda nel 1999 voleva dire essere dei cazzo di Nintendari, dei videogiocatori veri e non della gente che si era comprata la pleistéscion perchè andava di moda.

Oggi, dieci anni e svariate cotte pre e tardoadolescenziali dopo, la situazione si è un attimino ribaltata.
Le console Nintendo vengono spesso comprate perchè vanno di moda ed essere Nintendaro non significa fondamentalmente più un cazzo.
La Nintendo Difference, di fatto, non esiste più.
E meno male, direbbe qualcuno.

Di conseguenza, anche "giocare a Zelda" non è più un concetto pregno di significati come poteva essere in epoca Nintendo 64.
Ciò è dovuto a una serie di fattori che si combinano tra loro in maniera più o meno contorta:
- Siamo cresciuti, abbiamo più di vent'anni, abbiamo scoperto la figa e di tutte queste cazzate non ce ne frega più una ceppa. Giochiamo e basta, chisselaincula la console war e la lotta di classe tra casual e hardcore gamers, che i problemi nella vita sono altri, soprattutto in Italia.
- Gli Zelda non sono più una cosa che ti fa urlare "minchia mai vista una roba del genere" come in passato.
- Gli Zelda sono grossomodo sempre uguali e hanno una struttura di gioco vecchia dentro.
- In giro c'è effettivamente roba più immersiva di Zelda. Il sense of wonder è altrove. In un Mass Effect, per dire. Ma ci butterei dentro anche un Fallout 3.
- I videogiochi sono diventati una roba più "fredda" e "asettica" rispetto a dieci anni fa. Che poi anche questa sensazione potrebbe essere dovuta al fatto che siamo cresciuti e non riusciamo più a vedere la maggìa dentro i poligoni. Anche questo può essere.

I tempi cambiano, direbbe qualcuno.
Ad ogni modo, hai da poco iniziato Zelda: Spirit Tracks per DS.
Lo Zelda col treno, per intenderci, di cui hai sentito parlar malissimo negli ultimi due-tre mesi.
Gente che diceva che era palloso, gente che diceva che le sezioni in treno erano un vero e proprio palo al culo, gente che diceva che era uguale a Phantom Hourglass. Ovviamente c'era anche quello che lo descriveva come il miglior titolo della storia, quando si parla di Zelda c'è sempre l'esaltato di turno.
Si parla di Nintendari, in fondo.

Premessa: a te Phantom Hourglass era piaciuto. Però, però, però...
Però già sentivi che qualcosa era andato perso, già l'avevi trovato uno Zelda bello ma senz'anima.
Giocarci non ti faceva sentire come ai tempi di Link's Awakening, per dire.
"Giocare a Zelda" non voleva già più dire un cazzo con Phantom Hourglass.
E poi c'era quel fottutissimo dungeon di cui hai rimosso anche il nome (labirinto del Re Mar? Potrebbe essere?), una roba talmente odiosa, pallosa, insopportabile e stracciacoglioni che levati.
Per il resto Phantom Hourglass era carino. Tante belle idee, graficamente delizioso e un sistema di controllo che sfruttava il DS a dovere.
Spirit Tracks è il suo seguito e gli somiglia in maniera imbarazzante.
E' un more of the same vero e proprio.
Chissenefrega, ti dici, a te il more of the same non dà fastidio, no? Sì okkei. Non ti dà fastidio ma in determinati casi.
Non ti dà fastidio quando il concept di gioco è una roba talmente geniale e nuova che ti vien voglia di avere tra le mani un seguito seduta stante. Mario Galaxy 2 è un esempio.
Nel caso di Zelda però, che è una saga concettualmente così vecchia che necessita di una bella rinfrescata e una spruzzata di novità corpose a ogni sua uscita, il more of the same è una roba quasi terrificante.

Majora's Mask, per citare un caso emblematico, era diversissimo da Ocarina, nonostante le similitudini estetiche.
Spirit Tracks invece assomiglia di brutto a Phantom Hourglass, sia esteticamente che a livello di idee. Certo, c'è il treno al posto della barca (che funziona pure peggio della barca, ehm), ma per il resto siamo lì.
Per dire, anche qui c'è il mega-dungeon multilivello da percorrere a più riprese, cazzo.

No, no, decisamente non ci siamo.
O meglio, ci siamo perchè alla fine Phantom Hourglass era un bel gioco, ma da un episodio di Zelda mi aspetto molto di più.
Non un data-disk col treno.

E' notizia di questi giorni che Zelda Wii dovrebbe uscire entro il 2010.
Ora, io sono uno di quelli che si augura che questo nuovo Zelda sappia portare un mucchio di novità.
Novità che lo stravolgano un attimino nelle sue meccaniche principali però, non uno (scontato) combat system col Wii Motion Plus.
Perchè dai, diciamocelo. Così com'è Zelda ha un attimino stufato.
C'è bisogno di aria nuova. Tanta aria nuova.
E già che ci siamo un sistema di salvataggio più moderno e a prova di vita sociale non guasterebbe.

2 commenti:

Nabucodorozor ha detto...

Potevi riassumere tutto scrivendo "voglio uno zelda steampunk, Inter merda"

il senso è quello.

N!

Teo ha detto...

Uhm, in realtà no, il treno di Spirit Tracks è forse la cosa più steampunk che si sia vista in uno Zelda eppure non ci siamo ugualmente.

Zelda ha bisogno anche di altre novità comunque. C'ha troppa vecchiaia dentro 'sta serie.

E poi io Zelda lo voglio CYBERpunk! XD