domenica 3 gennaio 2010

Gran Torino

Si trova un po' di tutto in Gran Torino.
Cè lo scontro tra due generazioni diverse, ma anche lo scontro tra due culture diverse. Due tematiche che convergono in un messaggio antirazzista, divenendo più un "incontro" che uno scontro.
Ma c'è anche il tema della vecchiaia in Gran Torino, affrontato da un regista che giovane non lo è più da un pezzo.

Clint Eastwood riesce ancora ad essere un attore e un regista formidabile, capace di portare sul grande schermo un personaggio favoloso.
Il suo Walt Kovalski è un vecchio vedovo rude, burbero e scontroso. Ha un pessimo rapporto con tutti, figli compresi, ma soprattutto, essendo un veterano della guerra di Corea, non può assolutamente sopportare quelli che lui chiama "musi gialli". Il che, considerando che vive in un quartiere di asiatici, lo porta a un perenne stato di solitudine.

La vita di Walt cambia improvvisamente quando si intreccia con quella Thao, un ragazzino che viene tormentato da una gang della zona.
Gran Torino diventa così anche un film di formazione che racconta l'amicizia che si forma tra un vecchio burbero americano e un ragazzo asiatico impacciato.
Un'amicizia che inizialmente stenta a nascere, frenata com'è dai pregiudizi e dall'intolleranza di Walt, ma che poi diviene salda e forte grazie alla stima e al rispetto reciproco. E, forse, grazie al fatto che Walt e Thao riescono ad aprirsi e a conoscersi per davvero, imparando qualcosa l'uno dall'altro.

Gran Torino è un alternarsi di momenti di tensione e di momenti più leggeri.
E' un susseguirsi di dialoghi uno più bello dell'altro, di momenti toccanti, di scene che non si dimenticano.
Ogni personaggio è riuscitissimo e per nulla banale. Da Walt fino ad arrivare al prete appena uscito dal seminario; o a Sue, la sorella di Thao, assolutamente affascinante per come è stata caratterizzata.
Persino i personaggi minori, quelli che sono un po' delle macchiette come il barbiere italiano o gli stessi membri della gang coreana, riescono ad essere indimenticabili grazie ad alcuni scambi di battute memorabili.

E poi arriva quel finale lì.
Un finale bellissimo, non banale e probabilmente anche abbastanza inaspettato.
Un vero e proprio anticlimax che stordisce, rattrista, ma che infonde anche un bizzarro senso di serenità ritrovata.

Gran Torino è stato forse il film del 2009 che mi è piaciuto di più.
E' una di quelle pellicole che vedrei e rivedrei migliaia di volte senza stancarmi e che dopo la visione mi lasciano dentro quello strano e indefinibile non so che.
Insomma, non consiglio semplicemente di vederlo: consiglio di assaporarlo.
Grande Clint.

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