domenica 30 settembre 2007

Harry Potter and the Deathly Hallows

Attenzione perchè questo post contiene parecchi spoiler.
Con un lievissimo ma in parte giustificato ritardo, mi metto a parlarvi dell'ultimo libro di Harry Potter. E stavolta è l'ultimo in tutti i sensi.
A causa dello spaventoso hype che girava intorno a Deathly Hallows dopo il Principe Mezzosangue e soprattutto a causa del timore che avevo che nei mesi che separavano l'uscita dell'edizione inglese da quella italiana mi sarebbe stato spoilerato TUTTO, l'estate scorsa ho deciso di accaparrarmi una copia inglese e di leggermela.
Mai decisione fu più saggia. Prima di tutto ho avuto per la prima volta il piacere e la soddisfazione di leggermi un libro in lingua originale (cosa che non avevo praticamente mai fatto se non per doveri scolastici). In secondo luogo perchè l'inglese della Rowling è effettivamente abbastanza semplice e comprensibile, per cui alla fine non ho quasi fatto fatica e i capitoli scorrevano via lisci come l'olio.
Parlando del libro in sè posso dire che senza ombra di dubbio merita parecchio e che alcune idee in esso contenute sono davvero ottime e geniali.
La struttura del romanzo è abbastanza simile a quella degli Harry Potter precedenti con l'unica differenza che stavolta va a perdersi l'ambientazione fantasy-scolastica che fino al sesto libro aveva caratterizzato la saga. Alla fine del Principe Mezzosangue Harry decide di mollare la scuola e di partire alla ricerca degli Horcrux, quindi stavolta per la maggior parte del libro non si vedrà Hogwarts. Al contrario Harry e i suoi amici saranno costretti a un'estenuante peregrinazione in giro per l'Inghilterra, costantemente braccati dai Mangiamorte e alla ricerca degli Horcrux, gli oggetti che rappresentano l'unico vero punto debole di Voldemort.
Nonostante questo la struttura dell'intreccio rimane simile a quella dei libri precedenti. La vicenda raccontata dura grossomodo un anno scolastico e come al solito in autunno si infittiscono i misteri, si scoprono sporadici dettagli durante l'inverno e viene risolto tutto in primavera.
Parlando della storia vera e propria possiamo dire che stavolta la Rowling ha per certi versi superato sè stessa. Lasciando per un attimo da parte le vicende di Hogwarts la scrittrice ha potuto mostrarci cosa accade nel Mondo Magico una volta che Voldemort sale al potere. Un Voldemort che in questo libro assume le connotazioni di un viscido e malvagio dittatore piuttosto che di uno spietato Signore Oscuro: anche quando raggiunge il potere impossessandosi del Ministero della Magia preferisce restare nell'ombra, lasciando i suoi gregari a compiere i misteri più sporchi, piuttosto che mettersi chiaramente in vista.
L'unica cosa che preme a Voldemort sembra essere sbarazzarsi una volta per tutte di Harry e impossessarsi della Elder Wand.
E' chiaro che la Rowling per caratterizzare Voldy e i suoi seguaci si sia palesemente ispirata al nazismo di Hitler e all'idea della razza ariana. Ciò si capiva già nei romanzi precedenti ma stavolta i riferimenti ai campi di sterminio e al concetto di pulizia razziale sono decisamente palesi, soprattutto vedendo come i Mangiamorte al potere trattano Mezzosangue, Babbani e Maghinò. Una storia molto più adulta e complessa rispetto ai libri precedenti. A proposito di questo ho trovato semplicemente fantastica la vicenda del giovane Silente e di Grindelwald. Vedere gli errori di gioventù commessi da un personaggio che fino al sesto libro veniva considerato il simbolo incarnato della saggezza è quantomeno straniante, ma senza dubbio contribuisce a rendere la figura del mago dalla barba bianca incredibilmente più vera e più umana.
Il personaggio che però esce vincente da Deathly Hallows è comunque Severus Piton. Il capitolo "flashback" che racconta la sua storia e la sua amicizia con Lily è sicuramente uno dei più belli degli interi sette libri e fornisce un enorme spessore a un personaggio veramente fantastico. Al contrario questo capitolo vi farà letteralmente odiare James Potter, ma diciamolo, è dai tempi dell'Ordine della Fenice che questo stronzo sta sul cazzo un po' a tutti. Odierete anche la Rowling, perchè se da un lato è stata brava a far rimanere Piton nell'ombra per la maggior parte della durata dell'ultimo libro, dall'altro ha gestito malissimo la sua morte. Meritava una fine decisamente più studiata e meno affrettata. Voglio dire, è quasi più commovente la dipartita di Dobby!
Se non altro mi è molto piaciuta la sequenza della finta-morte di Harry. Veramente bello (e da eroe, concediamoglielo) il modo in cui affronta la sua morte necessaria e profondissimo il capitolo onirico di King's Cross con il frammento dell'anima di Voldemort che trema e piange, impaurito dalla morte, mentre Harry, tranquillo e sereno capisce di aver trovato il potere che il suo nemico non conosce: avere il coraggio di morire, cosa che Tom Riddle non aveva mai saputo fare.
Potrei parlarvi di tante altre cose, ma preferisco fermarmi qui.
Deathly Hallows è comunque la degna conclusione per una saga che, non mi vergogno ad ammetterlo, in futuro mi mancherà parecchio. Un Harry Potter ben scritto e ben strutturato che piacerà sicuramente tanto a chi si è "mangiato" i sei libri precedenti. Magari alcune cose sono un po' scontate ma in questo la Rowling è stata bravissima a raccontare con maestria anche le cose che i fan avevano previsto da un pezzo, rendendole così molto godibili e appassionanti.
Bel libro e ottima saga.
Ah, a proposito l'edizione italiana dovrebbe intitolarsi "Harry Potter e i Doni della Morte" e dovrebbe uscire il 5 Gennaio 2008. Traduzione del titolo piuttosto azzeccata vista l'origine delle tre Deathly Hallows, devo ammetterlo.

1 commento:

robips2 ha detto...

intanto che aspettiamo di leggere l'ultimo libro... fate come me! sono andata a vedere la mostra di potter a roma... è una figata!! ci sono le tavole con le illustrazioni dei libri, le sculture giganti... troppo bello raga! andateci!!