domenica 6 maggio 2007

Final Fantasy XII

Uscito in Giappone nel Febbraio 2006, Final Fantasy XII è approdato nel vecchio continente esattamente un anno dopo, come ormai vuole la tradizione della serie.
Per il mondo dei videogiochi 365 giorni sono un lasso di tempo incredibilmente lungo, soprattutto per un titolo come FFXII che esce in un periodo di transizione tra old-gen e next-gen. Ovviamente l'uscita in Europa dell'attesissimo JRPG di Square-Enix è stata messa in ombra dalle ormai avviate console next-gen e dalla vicina uscita europea di PS3.
Tuttavia FFXII è riuscito ugualmente a colpire. Di fatto è difficile che questo titolo finisca rapidamente nel dimenticatoio come FFIX (che ricordiamo uscì quando la PS2 era già nei negozi europei da qualche mese) dato che il dodicesimo capitolo della "Fantasia Finale" è un titolo rivoluzionario per quanto riguarda la saga di JRPG Square.
Dire che Final Fantasy XII sia un titolo rivoluzionario per l'intero genere dei giochi di ruolo sarebbe infatti assolutamente sbagliato. Il gioco introduce alcune succose e graditissime novità come l'abbandono dei combattimenti casuali, i gambit e così via, ma è tutta roba che si è già vista in un sacco di altri giochi.
In Final Fantasy XI ad esempio, ma anche in GDR occidentali come il bellissimo Star Wars Knights of the Old Republic.
Queste novità introdotte nell'ottica della serie Final Fantasy si rivelano comunque una boccata d'aria fresca dato che stiamo parlando di una saga che aveva un grandissimo bisogno di novità per riuscire ancora una volta a stupire.
Final Fantasy XII è da questo punto di vista l'episodio della serie più divertente da giocare. Raramente ci si annoia e il Level Up, pur essendo necessario così come il guadagno di bottino, non è quasi mai noioso e frustrante. I combattimenti assumono infatti una dinamicità che nei vecchi episodi non c'era.
A una prima occhiata il sistema di combattimento può sembrare estremamente semplicistico. Anche i gambit, con la loro meccanica causa-effetto, a una prima occhiata sembrano automatizzare fin troppo gli scontri con i numerosi nemici che popolano Ivalice. Niente di più sbagliato. Ben presto il giocatore capirà che è necessario cambiare tattica di nemico in nemico e sentirà il bisogno di calibrare di volta in volta i gambit a seconda di quello che deve fare e a seconda delle nuove abilità che vengono sbloccate col proseguire della trama. Indispensabile per esempio il gambit "Nemico con 100% HP --> Ruba", o quelli che castano le magie protettive ai membri del party.
Tutte queste cose non diminuiscono il lavoro del giocatore. Contribuiscono semplicemente a snellire le fasi di gioco che altrimenti risulterebbero troppo pallose.
Altra componente fondamentale di FFXII è l'esplorazione.
Ci troviamo senza ombra di dubbio di fronte al Final Fantasy più bello da questo punto di vista. Grazie anche alla favolosa grafica (davvero impressionante per una PS2) esplorare a fondo le varie aree di gioco è un piacere per gli occhi oltre che una necessità. Anche questa volta manca una World Map ma gli spazi di gioco immensi, dettagliati e curati in ogni aspetto non la fanno rimpiangere.
Anche le città sono fantastiche. Rabanastre, la capitale del Regno di Dalmasca, è assolutamente impressionante. Enorme, con decine di negozi, un mercato, una piazza e tonnellate di personaggi non giocanti con cui è possibile parlare. Una città pulsante e viva come se ne sono viste poche.
Dove Final Fantasy XII delude un po' è sul fronte "storia".
Mi rincresce dirlo ma anche stavolta siamo lontani anni luce dal coinvolgimento emotivo di un FFVII. Ma a dir la verità FFXII da questo punto di vista si discosta parecchio anche dal X e dall'VIII.
Qui non c'è nessuna melensa storia d'amore. Dimentichiamoci scene come il bacio tra Yuna e Tidus o la storiella adolescenziale tra Squall e Rinoa.
La trama di FFXII è fatta di intrighi politici, tradimenti e onore. Un'epopea in cui non c'è spazio per frivolezze. Sicuramente questo approccio più maturo alla trama è da lodare. Tuttavia è innegabile che certi personaggi abbiano poca caratterizzazione e che il gruppo dei protagonisti in più di un'occasione appaia poco compatto. Questi tizi viaggiano insieme, combattono insieme, vogliono salvare il mondo insieme, ma in un certo senso sembra che non si caghino nemmeno. Il gruppo di FFX in questo senso era molto più compatto e amalgamato, pur con tutti i suoi difetti. E rincresce, dato che i singoli personaggi del dodicesimo capitolo avevano senza dubbio delle grandissime potenzialità. Anche la storia purtroppo non riesce ad approfondire eccessivamente i singoli membri del party. O meglio, lo fa, ma il tutto viene spiegato con un certo distacco che non riesce a farti entrare nel cuore Balthier, Basch e compagnia bella. Senza contare che il personaggio principale, Vaan, è il protagonista meno incisivo che io abbia mai visto.
E poi anche qui manca un "cattivo" coi controcoglioni. Io mi chiedo, dove sono finiti i Sephiroth, i Kefka e i Seifer?
Mah...
In ogni caso, pur non riuscendo a regalarci una storia appassionante come i vecchi episodi della saga, Final Fantasy XII è un titolo che va giocato.
Bisogna giocarlo perchè stiamo comunque parlando del miglior JRPG disponibile per PS2 e, in generale, uno dei migliori titoli disponibili per la console Sony. Se infatti FFXII non riesce ad attaccarti allo schermo con una vicenda emotivamente appassionante ci riesce in un altro modo...
Come uno Zelda è l'ambientazione a spingerti a giocare. E' la bellezza del gioco stesso. E' quella sensazione di immergersi un un mondo tangibile e concreto tutte le volte che si inserisce il disco nella console e si prende in mano il pad. E' quella cosa che ti fa dire "livello ancora un po' e poi smetto". E' il richiamo delle terre di Ivalice. E' il sense of wonder.
Roba che finora non si trova ancora nella next-gen. Finora.

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