Sembra proprio che la commedia italiana sia allo sbando, ridotta com'è a cinepanettoni tutti uguali tra loro che fanno della volgarità gratuita il loro cavallo di battaglia.
Natale di qui, Natale di là, l'anno prossimo probabilmente ci dovremo sorbire un Natale in 3D, come ha profetizzato il buon Rikky.
Le stesse gag, le stesse coppie che si cornificano e si riappacificano, le solite battute trite e ritrite, le stesse vaccone che fanno vedere mezza tetta per la gioia dell'italiano medio che va al cinema una volta all'anno a vedere film di merda e che poi si lamenta perchè "Eeeh, non li fanno più i film di una volta!".
Cose così insomma.
Per una volta però mi trovo a spezzare una lancia a favore di una commedia italiana.
Essì perchè Io, loro e Lara, l'ultimo film di Verdone, è proprio un filmetto carino. Sorpresa, sorpresa.
Cioè, oddio, sorpresa mica tanto, visto che si sa che Verdone è di tutt'altra pasta rispetto alla gente che si trova nei cinepanettoni.
Io, loro e Lara è un film che non punta sulla volgarità per far ridere.
Punta più che altro sulle situazioni che si vengono a creare, sulle interazioni tra i diversi personaggi.
Verdone interpreta un credibilissimo missionario in crisi spirituale che - ritornato a Roma dall'Africa - si trova alle prese con i piccoli grandi casini di una famiglia italiana.
Perfino il resto del cast è decisamente in parte, anche se in questo caso i personaggi appaiono più stereotipati e meno approfonditi rispetto a quello di Verdone o della coprotagonista Laura Chiatti.
A proposito, bravina anche Laura Chiatti, ma c'è da dire che tra tutti è forse quella che mi ha convinto meno in quanto a capacità recitative.
Come accade spesso nei film di Verdone, non mancano i riferimenti ad alcune tematiche di attualità.
C'è il vecchietto che si sposa la badante, gli adolescenti emo, le brave ragazze africane che una volta giunte in Italia finiscono per prostituirsi. In un dialogo viene buttato dentro perfino un riferimento alla questione Chiesa e preservativo.
Verdone si dimostra insomma un attento osservatore; uno che, come ho detto, è capace di creare comicità semplicemente per il modo in cui racconta una determinata situazione.
Nulla di eccessivamente ricercato o intellettuale, ovvio, ma se c'è una cosa che apprezzo dei film di Verdone è il fatto che riescano a capottarti più per una frasetta detta nel momento giusto e con la giusta intonazione che per una battutaccia fine a sè stessa.
Un tipo di comicità intelligente insomma, che si basa sui tempi comici e sui dialoghi e che non risulta mai sbroccata o volgare.
Che poi intendiamoci, puntare sulla volgarità per far ridere non è di per sè un male. Molti film americani lo fanno alla grande ad esempio.
Il problema è che i film italiani lo fanno troppo spesso e in più lo fanno male.
Insomma, ogni tanto è bello vedere che nel cinema italiano esiste ancora una comicità diversa da quella dei cinepanettoni.
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